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Alluminio

La Cina immetterà più metalli sul mercato?

La Cina attingerà alle proprie riserve e immetterà sul mercato rame, zinco e alluminio. Tutti i dettagli e gli obiettivi.

 

Ieri la Cina ha fatto sapere che immetterà sul mercato delle quantità di metalli industriali attingendo alle riserve nazionali. La mossa – è la prima volta da una una decina d’anni – ha lo scopo di far abbassare i prezzi delle materie prime, aumentandone la disponibilità.

COSA FARÀ LA CINA

L’Agenzia nazionale delle riserve alimentari e strategiche, un ente del governo cinese, ha annunciato che “nel prossimo futuro” rilascerà lotti di rame, alluminio e zinco alle imprese che si occupano della loro lavorazione attraverso un’asta pubblica. Non sono stati forniti dettagli sulle quantità.

COME VANNO I PREZZI ALLA PRODUZIONE E L’INFLAZIONE AL CONSUMO

La decisione si collega all’aumento dei prezzi delle materie prime – minerali ferrosi e metalli non ferrosi come il rame, appunto – sui mercati, stimolati dalla ripresa dopo la crisi del coronavirus. Il rame, in particolare, è fondamentale per la costruzione di infrastrutture per le automobili elettriche e per le energie rinnovabili.

In Cina, lo scorso maggio, i costi di produzione nelle fabbriche sono cresciuti al ritmo più alto degli ultimi dodici anni: l’indice dei prezzi alla produzione ha segnato un +9,0 per cento, facendo temere un aumento anche dei prezzi per i consumatori.

A maggio l’inflazione al consumo in Cina è salita dell’1,3 per cento, meno però di quanto previsto e ben al di sotto dell’obiettivo fissato dal governo (il 3 per cento). La situazione su questo versante, dunque, sembrerebbe essere sotto controllo.

UNA DECISIONE ANTICIPATA

A preoccupare Pechino sono insomma i margini di profitto delle industrie.

Della possibilità che Pechino rilasciasse delle quantità di metalli sul mercato si parlava da qualche tempo. Secondo gli analisti di Citi, tale mossa sarebbe servita a “contrastare l’impennata dei prezzi delle materie prime gestendo le aspettative del mercato e dissuadere gli speculatori, più che risolvere qualche carenza fisica di materiale”.

Stando a quanto riportato dal Financial Times, che riprende a sua volta la stampa cinese, Pechino avrebbe ordinato alle società statali di ridurre l’esposizione ai mercati stranieri delle materie prime.

COME VANNO I PREZZI DI RAME, ALLUMINIO E ZINCO

A maggio, i prezzi del rame scambiato a Londra – punto di riferimento internazionale – hanno toccato il record di 10.747,50 dollari a tonnellata: i prezzi sono aumentati del 60 per cento rispetto al marzo dell’anno scorso, quando la pandemia aveva fatto crollare la domanda. I prezzi dell’alluminio sono invece ai massimi dal 2010 e quelli dello zinco dal 2007.

Tuttavia, martedì si è registrato un calo del loro valore, a seguito delle anticipazioni circa il rilascio delle riserve cinesi. I prezzi del rame hanno perso lo 0,2 per cento (9950 dollari a tonnellata), quelli dell’alluminio lo 0,4 per cento (2458 dollari a tonnellata) e quelli dello zinco l’1,75 per cento (2978 dollari a tonnellata).

COSA VUOLE (DAVVERO?) LA CINA

Non è chiaro a quanto ammontino esattamente le riserve statali cinesi di metalli industriali. Stando però alle stime degli analisti riportate dal Financial Times, Pechino potrebbe aver accumulato 500mila tonnellate di rame, 1,5 milioni di tonnellate di alluminio e 700mila tonnellate di zinco.

I numeri di Citi sono un po’ diversi: le riserve di rame ammonterebbero a 2 milioni di rame, quelle di alluminio a 800mila tonnellate e quelle di zinco a 350mila tonnellate.

Colin Hamilton, analista a BMO Capital Markets, ha detto al quotidiano britannico che difficilmente Pechino rilascerà quantità significative di metalli sul mercato. Più che a modificare concretamente la situazione, il governo punterebbe innanzitutto a lanciare al mercato cinese il messaggio “che i prezzi dovrebbero essere più bassi”.

La Cina è il maggiore consumatore al mondo di rame, zinco, alluminio e molte altre materie prime. Solo di rame, ne utilizza circa 15 milioni di tonnellate all’anno.

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