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Rame

Perché i prezzi di rame e minerali ferrosi stanno schizzando

Nuovi record per i prezzi di rame e minerali ferrosi. I fatti analizzati da Torlizzi, direttore generale di T-Commodity

 

10.260,50 dollari la tonnellata: al London metal exchange, il rame supera il precedente record toccato nel febbraio 2011. Performance ottima anche per i minerali ferrosi, che toccano il massimo dal 2008.

E la rotta rialzista, spinta anche da un dollaro non fortissimo, sembra essere oramai segnata.

I PREZZI DEL RAME

Il rame continua a scambiare oltre 10mila dollari per tonnellata al London Metal Exchange (Lme). Il metallo rosso ha anche toccato la soglia di 10.260,50 dollari la tonnellata, superando il precedente massimo, toccato nel febbraio 2011, e segnando una vera e propria corsa al rialzo dopo che il costo a tonnellata ha toccato il suo minimo a 4.371 dollari.

IL RECORD DEI MINERALI FERROSI

Aumenta anche il prezzo dei minerali ferrosi, che tocca quota 202,65 dollari, il massimo dal 2008 secondo l’indice di riferimento redatto da S&P Platts.

I MOTIVI DEL RALLY

Il rally è dovuto alla forte domanda, soprattutto cinese. Il Paese del Dragone, infatti, assorbe metà della produzione mondiale e dopo qualche giorno di pausa dopo il primo maggio, la domanda ha avuto una forte ripresa-

Incide sul prezzo dei metalli anche il dollaro debole, che ha perso circa lo 0,5% del suo valore rispetto a un paniere di valute nelle ultime tre sedute.

COSA ACCADE IN CILE

A fronte di una domanda che cresce, c’è un’offerta che diminuisce. Come si legge su Energia Oltre, in Cile, il maggiore produttore al mondo di rame, l’output è calato per il decimo mese consecutivo. Nel mese, secondo l’Instituto Nacional de Estadísticas (INE), la produzione di rame è diminuita dell’1,3 per cento, arrivando a 491.720 tonnellate.

LE IPOTESI DI BANK OF AMERICA

Tutti fattori, questi, che porteranno il costo del rame, materia prima utilizzata in innumerevoli prodotti industriali, a salire fino a 13.000 dollari, secondo Bank of America.

UN TREND (ANCORA) AL RIALZO

A sostenere che la corsa continui è anche Ji Xianfei, di Guotai Junan Futures: “E’ difficile prevedere che i prezzi del rame possano invertire l’attuale atmosfera rialzista”.

“Le prospettive a lungo termine per i prezzi dei metalli sono troppo buone e indicano prezzi più alti nei prossimi anni”, rimarca Daniel Briesemann di Commerzbank AG. D’altronde la spinta alla decarbonizzazione e l’elettrificazione dell’automotive aumenteranno ancora la domanda.

LE MOSSE DELLA CINA

Non solo legge del mercato. Ad influire sui prezzi delle materie prime, fa notare su Twitter Gianclaudio Torlizzi, già caporedattore a Dow Jones, ora direttore generale di T-Commodity, società di consulenza finanziaria, è anche la “decisione da parte del governo cinese di sospendere a tempo indeterminato tutte le attività collegate al ‘China-Australia Strategic economic dialogue mechanism'”.

 

Torlizzi a Start aggiunge: “Il rame beneficia di una concomitanza di fattori: da un lato la forte domanda cinese. Pechino sta sfruttando la pandemia per affermare lo status di prima economia a livello mondiale e per finanziare questa dinamica necessita di ingenti quantità di materia prima. Dall’altro lato contribuisce la politica di stimolo monetaria molto aggressiva della Federal reserve incurante delle crescenti pressioni inflazionistiche. Nel mezzo ad acuire la pressioni sui prezzi giunge l’Ue che su alcune tipologie di materiali come gli acciai mantiene le misure di salvaguardia che disincentivano l’import”.

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