Dopo un 2022 da record e un 2023 in crescita moderata, per l’industria della moda globale il 2024 sarà un anno in rallentamento e in consolidamento. È la previsione dell’Area Studi Mediobanca che nel suo ultimo report ha analizzato i dati finanziari e di sostenibilità delle 80 maggiori multinazionali della moda con ricavi superiori a un miliardo di euro ciascuna (di cui 37 hanno sede in Europa, 29 in Nord America, 12 in Asia e due in Africa) e delle 175 Maggiori Aziende Moda Italia con fatturato individuale superiore a 100 milioni.
L’analisi contiene inoltre un Focus sul settore calzaturiero che analizza le 162 aziende produttive nazionali con ricavi maggiori di 15 milioni e approfondisce l’andamento del comparto a livello mondiale.
CHE ANNO È STATO IL 2023 PER LA MODA
I primi nove mesi del 2023 dei maggiori player mondiali, fa sapere Mediobanca, segnano un incremento del giro d’affari dell’8%, con mercato asiatico (+9%) ed europeo (+8%) allineati, ma con il Nord America in sofferenza, unica area geografica in calo, dopo essere stata quella più brillante nel 2022.
Le prime evidenze per l’intero 2023 poi confermano un ulteriore anno di crescita (+7% sul 2022), anche se a un ritmo inferiore rispetto al precedente, con un incremento più accentuato per i gruppi del lusso con un +9%.
PREVISIONI PER IL 2024
“Il contesto macroeconomico, i solidi fondamentali del comparto e la stabilizzazione della crescita dopo i brillanti risultati del post-pandemia – spiega il report – lasciano presagire un futuro consolidamento del settore con ulteriori investimenti da parte delle multinazionali sulla supply chain e sul rafforzamento del presidio di filiera”.
Quest’anno la crescita dovrebbe fermarsi a +4%, sostenuta anche dall’aumento dei listini implementati nei mesi scorsi e da un’accelerazione dei flussi turistici.
FOCUS AZIENDE MODA ITALIANE
Guardando alle nostre realtà, Mediobanca riferisce che dopo un biennio brillante, i dati preconsuntivi 2023 indicano una crescita del giro d’affari aggregato delle Maggiori Aziende Moda Italia del +6% sul 2022 che si accompagna a una maggiore dispersione rispetto al passato a conferma della forte incertezza dello scenario.
A trainare i ricavi, precisa, sono le vendite all’estero (+7%), ma con alcune differenze: più dinamico il mercato asiatico, positiva anche l’Europa grazie al contributo dei turisti, in sofferenza, invece, il mercato nordamericano. Gli investimenti dovrebbero attestarsi a un +17%.
Per il 2024 si prevede un’ulteriore, moderata crescita del giro d’affari del 3% che porterebbe i ricavi dell’aggregato delle Maggiori Aziende Moda Italia a sfiorare i 94 miliardi, in un contesto di tassi di interesse e tensioni inflazionistiche in riduzione che, combinati con la solidità finanziaria e l’alta qualità dei prodotti e servizi offerti rappresenteranno nel 2024 un fattore di successo per sostenere la crescita tramite investimenti organici (previsti in aumento da un terzo delle imprese) e attività di M&A.
LA MODA ITALIANA NON VA DI MODA IN BORSA
Il rapporto poi osserva che la moda italiana è lontana dai riflettori della Borsa: solo il 18,4% del giro d’affari aggregato (15,8 miliardi di euro) è prodotto dalle 12 società quotate del panel.
Le imprese quotate hanno un fatturato medio di 1,3 miliardi, quasi il doppio di quelle non quotate (0,7 miliardi), una redditività superiore (ebit margin al 14,6% vs 10,4%), così come la proiezione internazionale (75,0% di export vs 62,0%).
A fine 2023 le società quotate raggiungono una capitalizzazione di 42,1 miliardi (+5,3% sul 2022), pari al 3,8% del valore dell’Euronext Milan (2,9% nel 2019), escludendo Ermenegildo Zegna e Prada quotate all’estero. Al 31 dicembre 2023 il podio di Borsa è occupato da Moncler (€15,3mld), Prada (€13,2mld) e Brunello Cucinelli (€6,0mld); mentre al quarto posto si colloca Ermenegildo Zegna (€2,6mld), seguito da Salvatore Ferragamo (€2,1mld).
LE CALZATURE ITALIANE FANNO LE SCARPE AI COMPETITOR MONDIALI
Nel settore calzaturiero l’Italia emerge nella classifica mondiale e vanta un posizionamento di primo piano. Siamo infatti il dodicesimo produttore mondiale e primo dell’Unione europea, con un terzo delle calzature comunitarie prodotte (32,6%, pari a 162 milioni di paia), davanti a Portogallo (16,9%) e Spagna (16,7%).
Di primo piano il ruolo del nostro Paese anche nella mappa esportativa globale; l’Italia è il terzo esportatore mondiale a valore, con il 7,6% delle esportazioni complessive, preceduta dalla Cina (32,9%) e dal Vietnam (17,1%), e l’ottavo a volume.
Inoltre, il nostro Paese è leader tra i produttori di calzature di alta gamma: il prezzo medio delle esportazioni italiane (USD61,66/paio) è di gran lunga il più elevato al mondo, davanti a quello della Francia (USD39,37/paio) e superiore di oltre dieci volte quello cinese (USD6,19/paio).