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Che cosa insegna la firma dell’accordo sulla vertenza Bekaert

Le “Mille battute” di Giuseppe Sabella direttore di Think-in, esperto di Industria 4.0 e blogger di Start Magazine, sulla vertenza Bekaert

È stato firmato questa notte l’accordo che blocca il licenziamento di 318 lavoratori dell’azienda Bekaert di Figline e Incisa Valdarno, che sarebbe scattato quest’oggi, dopo che il 22 giugno 2018 la multinazionale belga aveva comunicato – senza alcun preavviso – la chiusura unilaterale dello stabilimento e lo spostamento della produzione del sito toscano in Romania, aprendo contestualmente una procedura di licenziamento per tutti i lavoratori.

Nello specifico, l’accordo prevede la continuità dell’attività produttiva fino al 31 dicembre 2018 e contemporaneamente la salvaguardia dei posti di lavoro per tutto il 2019, attraverso l’utilizzo della Cassa Integrazione per cessazione di attività, appena reintrodotta.

Ciò permetterà di accompagnare il processo di reindustrializzazione e ricollocazione di tutti i lavoratori. In questa direzione va l’impegno strappato a Bekaert di mettere a disposizione le aree per la reindustrializzazione collegandolo alla rioccupazione dei lavoratori.

L’intesa prevede che Bekaert riconosca all’azienda che reindustrializza uno sconto di 40.000€ per ogni dipendente assunto nell’area. Tutto il processo sarà monitorato dal sindacato e dal ministero dello Sviluppo economico.

L’accordo prevede anche un sistema di incentivazione all’uscita per ogni dipendenti in base all’anzianità lavorativa. Per facilitare la ricollocazione dei lavoratori delle aziende dell’indotto ad ogni assunzione a tempo indeterminato riceveranno, in aggiunta a quanto già previsto dalla normativa attuale, 10.000 euro per ogni assunzione a tempo indeterminato.

A tal fine verranno anche messi a disposizione i programmi di politiche attive previsti dalla Regione Toscana. Ai lavoratori che invece avranno una continuità occupazionale, perché inseriti nel processo di reindustrializzazione nell’attuale perimetro aziendale, riceveranno un indennizzo pari a 4 mensilità.

Nelle prossime ore saranno i lavoratori ad esprimere la loro valutazione sull’accordo, ma la collegialità con cui l’operazione è stata condotta porta ad escludere che ci siano sorprese negative.

Si tratta di un risultato importante che ci dice anche che la reintroduzione della cassa integrazione per cessazione di attività è uno strumento importante per riattivare investimenti e difendere il lavoro. E, ancora una volta, la contrattazione si dimostra strumento cardine di politica economica.

Twitter: @sabella_thinkin 

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