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Cassa depositi e prestiti, Ferrovie, Tesoro. Che cosa si dice nella maggioranza di governo

Nessun accordo ancora sui vertici della Cassa depositi e prestiti appannaggio del ministero dell’Economia. E’ questa l’indiscrezione raccolta da Start Magazine da fonti dell’esecutivo dopo il vertice che, secondo il Sole 24 Ore, si è tenuto ieri sera tra Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Tria. La data clou in calendario per l’assemblea è…

Nessun accordo ancora sui vertici della Cassa depositi e prestiti appannaggio del ministero dell’Economia.

E’ questa l’indiscrezione raccolta da Start Magazine da fonti dell’esecutivo dopo il vertice che, secondo il Sole 24 Ore, si è tenuto ieri sera tra Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Giovanni Tria.

La data clou in calendario per l’assemblea è il 28 giugno, in prima convocazione. Ma per gli elenchi dei candidati la scadenza è il 25 (dovrebbero essere depositate quattro giorni prima dell’assemblea,nota oggi Mf/Milano Finanza, ma il 24 è domenica).

Per quella data si dovrebbe arrivare a una lista unitaria tra il ministero dell’Economia, che detiene l’83% di Cdp e ne esprime l’amministratore delegato, e le fondazioni bancarie, al 16%, cui spetta la nomina del presidente.

Tuttavia – ha scritto Repubblica – i tecnici di via XX settembre stanno studiando le formalità per tenere aperta l’assemblea, che per legge deve approvare il bilancio 2017 entro fine giugno, così da presentare entro i 45 giorni successivi una lista unica di nomi per il cda.

Ieri la scelta degli enti rappresentati dall’Acri, all’unanimità, è caduta su Massimo Tononi, già in Goldman Sachs, in passato sottosegretario al Tesoro nel governo Prodi, ex presidente di Mps (uscì dalla banca dopo rapporti deteriorati con il Tesoro di Padoan che su mandato su Renzi defenestrò Fabrizio Viola da capo azienda di Mps).

Resta da decidere il nome dell’amministratore delegato. E si parla anche della figura di direttore generale. Lo schema su cui governo, Tesoro e maggioranza stanno ragionando prevede come amministratore delegato Dario Scannapieco, attuale vicepresidente della Bei (Banca europea per gli investimenti), e come direttore generale Fabrizio Palermo, ora direttore finanziario della Cassa depositi e prestiti.

Scannapieco, un tecnico non organico né al Movimento 5 Stelle né alla Lega, già direttore privatizzazioni al Tesoro con Mario Draghi dg ai tempi del governo Ciampi, non trova contrarietà di principio da parte dei vertici dei Pentastellati né da parte della Lega. Anzi. Giancarlo Giorgetti, figura di peso della Lega di Salvini nella partita delle nomine, conosce da svariati anni Scannapieco con cui ha avuto rapporti istituzionali per gli incarichi parlamentari e governativi ricoperti in passato.

Fabrizio Palermo è gradito da ambienti del Movimento 5 Stelle. Ma sulle nomine in Cdp potrebbe esserci un “effetto Lanzalone” (qui l’approfondimento di Start Magazine).

La continuità con la passata gestione di Cdp che di fatto, seppure in parte, costituirebbe la nomina di Palermo provoca rilievi e domande in ambienti sia dei pentastellati che dei leghisti. Malumori che si riverbererebbero sull’intero pacchetto di nomine alla Cassa.

A complicare il quadro in Cdp c’è la volontà di chiudere il cerchio anche su Ferrovie Italiane (l’amministratore delegato, Renato Mazzoncini, nominato dal governo Renzi, è stato rinviato a giudizio) e sulla direzione generale del Tesoro dopo l’uscita di Vincenzo La Via: “I grillini vorrebbero Antonio Guglielmi, già capo degli analisti di Mediobanca a Londra, ma in corsa ci sarebbero anche Alessandro Rivera (a capo della direzione Banche e sistema finanziario del Mef) e Antonino Turicchi, ex dirigente di via XX settembre che ora siede nel cda di Mps”, ha scritto il Giornale.

Tutto potrebbe chiarirsi, se non decidersi, nel fine settimana.

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