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Banco Bpm

Castagna si straccia un po’ le vesti per l’Ops di Unicredit su Banco Bpm

Che cosa sussurra e che cosa fa sapere il vertice di Banco Bpm sull'Ops di Unicredit. Con un quadro bancario europeo com dati e confronti in Italia e in Europa

 

I vertici di Banco Bpm cercheranno di tirare sul prezzo. E’ questa la sensazione che emerge dalle cronache giornalistiche all’indomani del lancio dell’Ops di Unicredit sul Banco Bpm, l’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Ecco come e perché, con alcuni elementi di scenario post eventuale Ops con quello che avviene in Europa e la situazione italiana.

LA VERSIONE DEL SOLE 24 SULLA POSIZIONE DI BANCO BPM

E’ il Sole 24 ore a riportare la posizione de facto dei vertici del Banco Bpm sull’Ops di Unicredit: “«Il prezzo offerto è troppo basso, quasi offensivo». I vertici di BancoBpm tengono le bocche cucite ma nella sede milanese di Piazza Meda c’è sconcerto per l’offerta pubblica di acquisto lanciata da UniCredit sul 100% del capitale della ex banca popolare. Non che fosse un evento inatteso, ma nessuno si aspettava che un’offerta per acquistare il terzo gruppo bancario italiano avvenisse con un prezzo che è solo dello 0,5% superiore a quello della chiusura in Borsa di venerdì”, scrive il quotidiano economico-finanziario controllato da Confindustria, che aggiunge: “Un prezzo inatteso anche dagli investitori, tanto che ieri in Borsa il prezzo delle azioni Banco Bpm è subito salito del 5,48% portandosi ben sopra (7,008 euro) ai 6,657 euro impliciti nell’Ops di UniCredit. Segno che il mercato, almeno per ora, si aspetta di più in termini di prezzo”.

LA NOTA DEL CDA DI BANCO BPM

Offerta di fatto ostile e sparagnina che non valorizza l’istituto che si vuole controllare. Operazione con rischi occupazionali. Mossa che blocca le strategie dell’istituto nel mirino. E che ucciderà il brand Banco Bpm. Sono queste, in sostanza, le ragioni per cui il consiglio di amministrazione critica l’Ops lanciata da Unicredit. (qui tutti i dettagli sul comunicato della banca presieduta da Massimo Tononi e guidata dall’ad, Giuseppe Castagna.

CHE COSA DICONO GLI ANALISTI

Prime valutazioni sulla mossa di Unicredit da parte di analisti e banche d’affari. “La fusione Unicredit-Banco Bpm presenta indubbia valenza industriale, però il premio risulta limitato”, ha scritto Equita. Per Intermonte l’offerta è perfino «a sconto», se si conta che Unicredit pagherà ricche cedole ai soci poco prima di lanciare l’Ops. «Il premio limitato rende, al momento, difficile per Unicredit raggiungere il 67% delle quote e così controllare l’assemblea straordinaria», scrive Deutsche Bank, per cui i costi di fusione, stimati in 2 miliardi, rendono l’affondo su Commerz «almeno rinviato, se non abortito». Mediobanca scrive che l’Ops «potrebbe avere lo scopo di evitare l’ulteriore crescita di Banco Bpm» a Siena. “Da un punto di vista degli azionisti di Banco Bpm, non ha nessun senso aderire a questa offerta”: Marco Mazzucchelli (presidente di Secofind Sim) commenta così al canale tv Class Cnbc la mossa di Unicredit su Banco Bpm definendo la mossa di Orcel una sorta di “ripiego”. Gli analisti di Barclays promuovono la mossa di UniCredit su Banco Bpm da un punto di vista finanziario, ma sottolineano che il principale ostacolo per l’accordo è la mancanza di un premio rispetto al prezzo di mercato di Banco Bpm e che la potenziale decisione di aumentare il prezzo offerto per Banco BPM in contanti altererebbe la fattibilità/tempistica della potenziale acquisizione di Commerzbank in Germania.

I NUMERI DELLA GARA A TRE FRA INTESA SANPAOLO, UNICREDIT E BANCO BPM

E’ Repubblica a dare un quadro in sintesi, con numeri, della gara a tre: “L’intento, non nuovo per i vertici di Unicredit, è annettersi un gruppo che è tra i più forti nella ricca Lombardia, dove Banco Bpm ha il 13% degli sportelli bancari, oltre il doppio rispetto al 6% di Unicredit. E, più in generale, accorciare la distanza con Intesa Sanpaolo, leader nazionale con una quota di mercato del 20% dei depositi e dei crediti, salendo con il nuovo polo al 15% dei crediti italiani, e al 14% dei depositi”.

CHE COSA SUCCEDE IN EUROPA

Ma che cosa succede all’estero? Qual è il panorama bancario in Europa? A delineare un quadro – con dati e confronti – è oggi il Sole 24 ore: “Sul podio della classifica delle maggiori banche europee per valore in Borsa, al momento, ci sono la britannica Hsbc e la svizzera Ubs insieme alla spagnola Santander. Ma con un esito positivo dell’opa su Banco Bpm, che a sua volta ha una capitalizzazione di oltre 10,6 miliardi, la torre di Gae Aulenti svetterebbe su tutta l’eurozona, visto che la sola UniCredit, al momento, capitalizza 59,4 miliardi, a cui vanno sommati, oltre a Bpm, un altro paio di miliardi di Anima Holding (a sua volta oggetto di opa da parte dell’istituto di Giuseppe Castagna). Il totale sfiora i 72 miliardi di market cap. Certo, le prime due appaiono irraggiungibili (ad oggi Hsbc vale 157 miliardi e Ubs circa 106) ma Orcel si lascerebbe indietro Santander (68,2 miliardi), Intesa Sanpaolo (64,3 miliardi) e Bnp Paribas (64 miliardi)”.
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