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Bce Elezioni

Carige, ecco come e perché la Bce boccia la gestione Fiorentino

Come e perché la Bce ha commissariato di fatto Banca Carige con una lettera dai toni perentori che critica in sostanza l’operato dell’amministratore delegato Paolo Fiorentino Serve un nuovo piano – valutando anche aggregazioni con altre banche – e un presidente entro il 30 settembre. Non solo: la Bce contesta la mancata emissione delle obbligazioni…

Serve un nuovo piano – valutando anche aggregazioni con altre banche – e un presidente entro il 30 settembre. Non solo: la Bce contesta la mancata emissione delle obbligazioni subordinate fino a 500 milioni approvate dal consiglio di amministrazione della banca nei primi mesi del 2018.

LE DIMISSIONI IN CARIGE

Per Carige, in subbuglio dopo le dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro e del vice, azionista forte di Carige, Vittorio Malacalza, oltre le critiche-denunce del consiglio dimissionario Stefano Lunardi, arrivano anche le ramanzine della Banca centrale europea.

LE CRITICHE DELLA BCE A FIORENTINO E MALACALZA

Ramanzine assestate di fatto sia a Fiorentino che a Malacalza. Al primo per il piano, al secondo per i troppi cambi al vertice. Fiorentino può solo essere soddisfatto per il forcing di Francoforte verso un’aggregazione; scenario invece inviso a Malacalza.

LE RICHIESTE DI FRANCOFORTE

L’istituto centrale di Francoforte ricorda, in una lettera dai toni perentori, come “nell’attuale contesto una leadership forte è particolarmente importante per superare le divergenze esistenti e far sì che il consiglio di amministrazione si allinei alle decisioni strategiche necessarie”.

LA LETTERA BCE

Ma attenzione: Francoforte in una lettera indica a Carige “di approvare il piano di conservazione del capitale presentato dalla banca il 22 giugno”. Nessuna delle misure di riduzione del rischi “è stata eseguita entro la tempistica iniziale e il Piano di conservazione del capitale aggiornato ne ha rinviato la prevista esecuzione di un trimestre”.

I NUMERI DELL’AUMENTO DI CAPITALE

Da ricordare che appena lo scorso autunno la banca ha completato l’ennesimo aumento di capitale, raccogliendo 544 milioni di euro.

LA RISPOSTA DI CARIGE

Il gruppo creditizio guidato da Paolo Fiorentino ha subito risposto dicendosi pronta, nel prossimo cda del 3 agosto, a convocare l’assemblea, a rispettare i tempi per la realizzazione del piano, mentre è in corso la valorizzazione degli asset che si spera di portare a termine entro la fine dell’anno.

IL CAOS E LA CONFLITTUALITA’

La Bce, nella premessa della richiesta, chiede di trovare una strada per far cessare la conflittualità. “Una struttura di governo pienamente funzionante e’ particolarmente cruciale in questo momento”, è il ragionamento della Bce che ricorda l’alto tasso di avvicendamento: tre diversi amministratori delegati dal 2014 e 10 membri del cda su 15, di quelli nominati a marzo 2016, che si sono dimessi.

IL PIANO DA ADOTTARE

Poi c’è il piano da adottare entro il 30 novembre “per ripristinare e assicurare in modo sostenibile l’osservanza dei requisiti patrimoniali al più tardi entro il 31 dicembre” che dovrebbe prevedere “tutte le opzioni, inclusa un’aggregazione aziendale”. Anche in questo caso arrivano le rassicurazioni della banca che “rispetterà – viene spiegato nel comunicato – ogni legittima tempistica indicata da Bce pur sottolineando che ovviamente sara’ cura della Banca stessa presentare le proprie osservazioni sull’intero progetto di decisione”.

LA QUESTIONE DEL BOND SUBORDINATO

La Bce poi aggiunge – sottolinea Carlotta Scozzari di Business Insider Italia che solleva da tempo la questione dei bond subordinati – con riferimento alle obbligazioni subordinate fino a 500 milioni che la banca aveva già tentato di emettere senza successo per via di condizioni di mercati ritenute inadeguate nei primi mesi del 2018: “L’emissione di strumenti di capitale di classe 2 (appunto i bond subordinati in questione, ndr) costituisce la pietra angolare del Piano di conservazione del capitale aggiornato. A causa di fattori idiosincratici e di mercato, i tentativi di emissione di strumenti di capitale di classe 2 da parte del Soggetto vigilato si sono rivelati un insuccesso”.

IL TERZO PUNTO DELLA LETTERA BCE

Viene quindi chiesto – ed è il terzo punto – di non approvare il piano di conservazione del capitale. Carige – dice Bce – non rispetta il requisito patrimoniale complessivo (pari al 13,125% dal primo gennaio 2018: nel primo trimestre il total capital ratio era al al 12,23, cioe’ 89 punti base sotto. Rilevi anche sui tempi sulle cessioni di asset non strategici – dagli immobili alla partecipazione in Autofiori e Banca d’Italia – non ancora realizzate. Ma Carige assicura di volerle potare a termine, “purché ne sussistano le condizioni”, entro la fine del 2018.

UN ALTRO CASO ALL’ORIZZONTE?

Nel frattempo, oltre al caso Parnasi-Lanzalone sollevato da Tesauro cui Fiorentino ha replicato minacciando azioni legali, Repubblica con Marco Preve solleva un altro caso di cui si parla a Genova e che riguarda il capo azienda di Carige.

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