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Carige

Carige, ecco le vere tensioni tra Fiorentino, Malacalza, Tesauro e Lunardi

Botta e risposta infinito tra i consiglieri dimissionari di Banca Carige e il capo azienda dell’istituto ligure, Paolo Fiorentino. Non conosce soste la diatriba ai vertici di Carige, dopo le dimissioni dei consiglieri (compreso il vicepresidente Vittorio Malacalza, azionista di peso dell’istituto) in polemica con l’amministratore delegato, Fiorentino. Ecco le ultime novità. E sullo sfondo…

Botta e risposta infinito tra i consiglieri dimissionari di Banca Carige e il capo azienda dell’istituto ligure, Paolo Fiorentino.

Non conosce soste la diatriba ai vertici di Carige, dopo le dimissioni dei consiglieri (compreso il vicepresidente Vittorio Malacalza, azionista di peso dell’istituto) in polemica con l’amministratore delegato, Fiorentino.

Ecco le ultime novità. E sullo sfondo s’intravvede il vero motivo della contrapposizione: Fiorentino preme per un’alleanza con un’altra banca (Banco Bpm o Ubi); gli oppositori di Fiorentino puntano a una banca non fagocitata da altri istituti.

Ma vediamo ora le ultime polemiche pubbliche.

CHE COSA HA DETTO FIORENTINO AL SOLE 24 ORE

“Non intendo rimanere alla guida di Banca Carige a tutti i costi. Resterò se ci saranno le condizioni per portare avanti il piano di rilancio concordato con la Vigilanza di Bce, che punta a un’aggregazione in tempi ragionevoli con un’altra banca. Ma la mia permanenza dipenderà anche dalla compagine azionaria. Non so se qualcuno intende presentarmi nella lista dei prossimi amministratori, ma non mi sembra questa oggi la priorità della banca”, è quello che ha detto oggi il capo azienda Fiorentino al Sole 24 Ore intervistato da Alessandro Graziani.

LE CRITICHE DI LUNARDI SVELATE DAL FATTO QUOTIDIANO

Fiorentino cerca dunque di fronteggiare le critiche giunte dai consiglieri dimissionari, fra cui Stefano Lunardi: “Richieste di ‘extra budget di quasi 13 milioni per spese legali 2017-2018 inerenti il programma di derisking di sofferenze, le richieste di extra budget di oltre 17 milioni per consulenze per operazioni straordinarie, l’inserimento nel budget 2018 di 14 milioni per ‘costi relativi alle operazioni straordinarie… nonché la concessione di 15 milioni di stralcio al gruppo Preziosi (parzialmente in bonis)”.
E’ quello che è scritto tra l’altro – come ha svelato oggi Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano – nella lettera con cui il commercialista Stefano Lunardi pochi giorni fa si è dimesso da consigliere di amministrazione di Banca Carige.

LE DIMISSIONI DI TESAURO, LUNARDI, BALZANI E MALACALZA

Sempre contestando l’azione dell’ad di Carige, Paolo Fiorentino, si sono dimessi negli scorsi giorni il presidente Giuseppe Tesauro, il consigliere Francesca Balzani e il vicepresidente Vittorio Malacalza, azionista forte dell’istituto di credito.
“Lunardi sostiene che costi e consulenze sarebbero esplosi”, ha scritto il Fatto: “Sarebbe in atto un’emorragia di denaro mentre – dicono ancora i dimissionari – i gioielli di famiglia rischierebbero di essere venduti (a Gavio) a prezzi inferiori al valore realizzabile. In sostanza il timore pare sia che la banca risulti svuotata. E quindi inesorabilmente incorporata”.

LA QUESTIONE DEI COSTI

Lunardi parla di un “cost/income cresciuto a livelli insostenibili (98,5% nel 2017, poiché riclassificato, altrimenti ben superiore al 110%)”. Il commercialista scrive di “una perdita di esercizio del 2017 superiore di 50 milioni rispetto alle previsioni di piano strategico risalenti a poco più di tre mesi prima”. La lettera, inoltre, parla di una riduzione dei ricavi di budget di 40 milioni di euro.

LA POSIZIONE DI FIORENTINO SU COSTI E AUMENTO DI CAPITALE

La replica di Fiorentino non si è fatta attendere. Ha detto l’amministratore delegato di Carige oggi al Sole 24 Ore: “ Otto mesi fa, quando l’aumento di capitale è stato in bilico, la banca ha sfiorato una vera e propria crisi di liquidità. Ora la situazione è tornata alla normalità con il contributo di tutti. Ma non va dimenticato, per tornare alla sua domanda sul cost/income, che la banca è passata dai 715 milioni di ricavi del 2015 ai poco più di 500 milioni del 2017, a fronte del derisking sul bilancio della banca e una limitata disponibilità di capitale per la crescita. Con questa dinamica dei ricavi, e non serve avere esperienza di banca per capirlo, il cost/income difficilmente può migliorare”.

LE STAFFILATE DI LUNARDI SU ONERI E PARTECIPAZIONI

Altra critica di Lunardi, come emerge dal Fatto Quotidiano del fine settimana: “Ritengo, e l’ho sostenuto in cda, che una banca che ha appena raccolto nuovo capitale dal pubblico per oltre 500 milioni, una quota consistente dai piccoli risparmiatori, non possa semplicemente permettersi un tale indirizzo gestionale”.
In consiglio si è parlato delle spese per l’ultimo aumento di capitale: 52 milioni, hanno sostenuto chi si è poi dimesso dal cda della banca ligure, “di cui 43 al consorzio composto tra l’altro da Credit Suisse e Deutsche Bank”, ha scritto il Fatto: “Troppo, si sostiene, per garantire 180 dei 550 milioni richiesti (gli altri sono stati garantiti dai soci Malacalza e Volpi, da Equita e da fondi)”.
E i gioielli di famiglia (come la quota nell’Autostrada dei Fiori) rischierebbero di essere venduti (a Gavio) a prezzi modici, bisbigliano i dimissionari.
Il consigliere dimissionario ha attaccato tutta la strategia del capo azienda Fiorentino: “Il principale rimedio che viene proposto al fine del recupero di consistenza patrimoniale è la vendita di beni in tempi più stretti”.

CHE COSA HA RISPOSTO FIORENTINO SU GAVIO E NON SOLO

“L’ipotesi di cessione di Autostrada dei Fiori è stata discussa cinque volte dal cda e non è mai stata deliberata – ha detto oggi Fiorentino al Sole 24 Ore – Si tratta peraltro di una partecipazione non strategica che, unitamente agli Npl, fa parte di un piano concordato con Bce e approvato dal consiglio di amministrazione per il rilancio di una banca che non è ancora uscita dalla crisi. Aggiungo che oltre il 70% di Autostrada dei Fiori è del gruppo Gavio e che le cessioni delle quote sono regolate da precisi e vincolanti patti parasociali. Evidente che i compratori possibili della nostra quota non sono tanti”.

CAPITOLO LANZALONE

Altro motivo di tensione ai vertici di Carige è stato il caso di Luca Lanzalone, l’avvocato genovese consulente del sindaco di Roma Virginia Raggi per lo stadio della Roma (progetto Parnasi) e punto di riferimento del Movimento 5 Stelle nelle partita delle nomine pubbliche fino a quando, giorni fa, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria relativa al progetto Parnasi.

Paolo Fiorentino il 4 giugno dialogava con il costruttore che gli chiedeva di affidare una consulenza di comodo all’avvocato entrato nell’orbita del M5s, quindi del nuovo potere italiano. “Tu fagli fare qualcosa anche a Lanzalone, dagli 50…30.000 euro di consulenza…fagli fare una cazzata! Costruiamo questo rapporto tondo! Così quando è il momento..”, ha scritto Repubblica.

CHE COSA HA SCRITTO MALACALZA NELLA LETTERA DI DIMISSIONI

Nella lettera in cui annuncia le sue dimissioni, Vittorio Malacalza ha scritto: “La mia decisione è stata inoltre determinata dalla divulgazione dell’intercettazione della conversazione telefonica tra il signor Luca Parnasi e il dottor Paolo Fiorentino, che ha assunto per me particolare significato alla luce del fatto che quest’ultimo, proprio nei giorni immediatamente precedenti all’arresto dell’avvocato Lanzalone, mi riferì di averlo incontrato, decantandomene le qualità professionali”.

FIORENTINO RISPONDE SU LANZALONE E PARNASI

Questa la replica oggi di Fiorentino, affidata al Sole 24 Ore: “Ho già dato mandato ai miei legali di procedere nei confronti del Professor Tesauro e di chiunque dovesse risultare responsabile della diffusione di notizie diffamatorie. Come sanno tutti gli addetti ai lavori, conosco Parnasi dai tempi di UniCredit, quando abbiamo ristrutturato il debito delle sue società ereditato da Capitalia. I rapporti tra Parnasi e Carige sono zero come esposizione creditizia sia verso di lui sia verso società controllata o collegata a Parnasi. Il resto sono chiacchiere, così come nessuna consulenza è stata data a Lanzalone”.

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