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Caos deleghe nel governo. Fatti e rumors a Palazzo Chigi

Cosa sta succedendo al governo sul fronte delle deleghe. Lo stato dell'arte a Palazzo Chigi. Fatti, nomi, indiscrezioni e approfondimenti

Ancora in alto mare le deleghe a ministri, viceministri e sottosegretari del governo Conte 2. Una situazione caotica che in realtà non stupisce visto che anche nell’esecutivo precedente competenze pure importanti, come quelle del dicastero dell’Economia e delle Finanze, sono state affidate dopo quasi un anno di vita (per le tensioni fra M5s e Lega).

Di sicuro a Palazzo Chigi sono giorni frenetici dovuti alla preparazione della legge di Bilancio e della manovra ma ad influire sono anche le prove di forza fra i partiti al governo, in particolare M5S e Pd, con le incursioni crescenti della renziana Italia Viva. Ma cerchiamo di fare il punto della situazione.

COSA SUCCEDE AGLI AFFARI REGIONALI E AL MINISTERO PER IL SUD

Secondo quanto risulta a Start Magazine al ministro per gli Affari regionali, il dem Francesco Boccia, sono andate le deleghe sugli affari regionali mentre quella sulle città metropolitane sarà condivisa con il ministero degli Interni. Manca invece una competenza specifica su Roma Capitale.

Al momento risultano solo affidate le deleghe al ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Nel governo Conte 1 il dicastero era affidato a Barbara Lezzi (M5S) che però per adoperare alcuni fondi doveva chiedere alla collega degli Affari regionali, al tempo Erika Stefani della Lega. Occorrerà capire se tale dinamica avverrà anche durante il Conte 2.

LA QUESTIONE TURCO

C’è poca chiarezza sui compiti dell sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, del Movimento Cinque Stelle. Secondo le comunicazioni di Palazzo Chigi, Turco si occuperà – seppure non ci siano ancora deleghe formalizzate – di Programmazione economica e investimenti: in sostanza istruirà i dossier sui finanziamenti alle infrastrutture seguendo – con tutta probabilità – l’attività del Cipe che però, secondo Il Sole 24 Ore, dovrebbe restare come nell’esecutivo precedente a Riccardo Fraccaro (M5S).

Peraltro occorre capire se sempre a Turco andrà la supervisione di Sistema Italia e di Investitalia. Il primo – ha ricordato di recente il Corriere della sera – è la cabina di regia politica che dovrebbe monitorare lo stato di attuazione delle opere mentre il secondo è la struttura di missione che dovrebbe coordinare gli investimenti pubblici e privati. Questo secondo organismo è ancora in fieri.

LA SITUAZIONE AL MEF, AL MISE E A PALAZZO VIDONI

Di sicuro un compito non semplice per la distribuzione delle deleghe spetta al ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri (Pd). A Via XX Settembre ci sono due viceministri – Antonio Misiani (Pd) e Laura Castelli (M5S) e tre sottosegretari Alessio Villarosa (M5S), Pier Paolo Baretta (Pd) e Maria Cecilia Guerra (Leu), che hanno già ricoperto questo incarico in passato anche se Guerra al ministero del Lavoro.

Per il quotidiano confindustriale al dicastero dello Sviluppo economico sarebbe in atto un braccio di ferro tra democrat e pentastellati per la delega alle tlc, contesa tra Gian Paolo Manzella (Pd) e Mirella Liuzzi (M5S) mentre alcune competenze sarebbero più sicure: al viceministro Stefano Buffagni (M5S) dovrebbe andare la delega alle politiche industriali e agli incentivi, ad Alessia Morani (Pd) quella alle Pmi, artigianato, cooperative, professioni, mercati e concorrenza, ad Alessandra Todde (M5S) quella alle crisi aziendali.

E’ già ufficiale invece il passaggio delle competenze sull’innovazione nella Pa al nuovo ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione affidato a Paola Pisano (M5S), esperta di digitale (ma dai controversi risultati a Torino dove è stata assessore della giunta Appendino), dal dicastero della Pubblica amministrazione della collega di partito Fabiana Dadone. A Pisano andrà anche la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale.

LA SITUAZIONE ALL’AMBIENTE E ALLA FARNESINA

Situazione in stand by anche al ministero dell’Ambiente e al dicastero degli Esteri. Sia Sergio Costa, indipendente M5S, sia Luigi Di Maio, leader del Movimento, non hanno ancora deciso quali deleghe affidare a Roberto Morassut, nel primo caso, e a chi dare la competenza all’internazionalizzazione e al commercio estero che Di Maio ha portato via dal dicastero di via Molise. In pole position pare ci sia Manlio Di Stefano (M5S) che sarebbe fra gli ispiratori del passaggio della delega dal Mise alla Farnesina. Ma a quelle competenze punta anche Ivan Scalfarotto.

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