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Bancomat

Bancomat, come cambieranno le commissioni e perché le banche bisticciano

Ecco come procede la richiesta di Bancomat all'Antitrust sul nuovo sistema di commissioni per i prelievi. Ecco i dettagli, gli obiettivi del consorzio Bancomat e le posizioni delle banche

 

Entro aprile si conoscerà l’esito dell’istruttoria aperta dall’autorità antitrust, l’Agcm, verso Bancomat, la società consortile che gestisce l’omonimo circuito di prelievo di contanti dagli sportelli automatici (chiamati in gergo ATM). Bancomat è leader nel mercato dei pagamenti con carta di debito in Italia, con una quota dell’80 per circa.

 LA SITUAZIONE ATTUALE

Ad oggi la possibilità di ritirare denaro con una carta del circuito Bancomat presso lo sportello di una banca diversa dalla propria è un servizio che diversi istituti offrono gratuitamente. Al di là dell’addebito della spesa sul cliente, la banca che ha emesso la carta riconosce tuttavia a quella proprietaria dello sportello una commissione, che ammonta a 49 centesimi di euro per ogni prelievo.

Ma la tendenza – scrive Il Sole 24 Ore – è di far pagare al cliente una somma calcolata sulla base dell’importo prelevato.

I NUMERI

Si stima che, attualmente, i prelievi dagli sportelli automatici siano in tutto 500 milioni all’anno; per la maggior parte (350 milioni) vengono effettuati dai clienti della stessa banca proprietaria dell’ATM, ma nel restante numero dei casi (150 milioni) riguardano sportelli diversi dalla banca che ha emesso la carta.

COME CAMBIERANNO LE COMMISSIONI

Nel caso in cui l’autorità antitrust dovesse accogliere la richiesta di Bancomat (qui l’approfondimento di Startmag), sarà la banca proprietaria dell’ATM a decidere il costo dell’operazione di prelievo pressi gli sportelli degli istituti concorrenti.

La modifica delle commissioni sul ritiro di contante non sarà comunque immediata: al contrario, entrerebbe in vigore dopo un periodo di 12-18 mesi, necessario all’adeguamento tecnico dei sistemi informatici delle banche.

CHI SONO GLI AZIONISTI DI BANCOMAT

I principali azionisti di Bancomat sono i gruppi bancari Intesa Sanpaolo (con una quota del 24,2 per cento), UniCredit (18,9 per cento), Banco BPM (7,6 per cento), Monte dei Paschi di Siena (7,5 per cento) e BNL (5 per cento).

GLI SCAZZI TRA BANCHE

Lo sviluppo AGCM-Bancomat è accolto positivamente dai grandi gruppi bancari, che possono contare su una rete capillare di ATM in tutta Italia; preoccupate, invece, sono le banche online (per la loro natura non “fisica”, appunto) e quelle locali e di piccole-medie dimensioni, come Fineco, che ha poche filiali o concentrate in precise porzioni di territorio.

Notevole, in questo senso, è stata la decisione del gruppo olandese ING (noto per il Conto Arancio), che lo scorso aprile ha comunicato ai clienti italiani la chiusura dei propri ATM come parte di un piano di distacco dal contante (e dai relativi costi) per concentrarsi maggiormente sui canali digitali.

LA PROPOSTA DI BANCOMAT PER IL TETTO MASSIMO

Lo scorso luglio Bancomat ha sottoposto all’Agcm una nuova versione della sua proposta di modifica del sistema dei prelievi che consiste nell’imposizione di un tetto massimo di 1,50 euro alla commissione applicata sui prelievi dagli sportelli automatici. Ma tale tetto massimo (o cap) potrebbe cambiare nel tempo, visto che ogni anno sarà esaminato da Bancomat e dall’autorità antitrust; attualmente, invece, la commissione interbancaria viene stabilita ogni due anni.

COSA DICE IL VERTICE DI BANCOMAT

Alessandro Zollo, amministratore delegato di Bancomat, ha detto oggi al Sole 24 Ore che “in Italia il numero di sportelli ATM sta progressivamente diminuendo” e che i costi di manutenzione e aggiornamento tecnologico “sono in aumento”.

Nel motivare la decisione di richiedere all’antitrust la modifica della modalità di remunerazione dei prelievi, ha spiegato che “c’è un tema di equità concorrenziale. Oggi c’è uno squilibrio tra il costo che viene sostenuto dalla banca che eroga il servizio [di prelievo contanti], che è di 90 centesimi per transazione, e chi ne usa le potenzialità: un onere che non è compensato dalla commissione interbancaria di 49 centesimi che versata dall’istituto del titolare della carta”.

Riguardo all’eventuale allineamento delle banche sul cap di 1,50 alla commissione per il ritiro di contanti, Zollo pensa che “non è detto. Secondo i nostri calcoli, con questo sistema i prelievi costeranno di meno. In altri paesi il prezzo medio con il sistema di remunerazione che vogliamo introdurre si è abbassato. Ogni istituto potrà scegliere la sua tariffa e questa dovrà essere uguale per tutta la sua rete ATM lungo la Penisola. E sarà un costo che il consumatore conoscerà prima di prelevare”.

Su quest’ultimo punto, l’amministratore delegato di Bancomat precisa che “il 67 per cento delle persone oggi non è a conoscenza di quanto gli costi prelevare. E di quel 33 per cento che dichiara di conoscerlo, in realtà Il 65 per cento ha una idea errata”.

Inoltre, aggiunge, “con il nuovo sistema” di commissioni “sarà possibile garantire un’adeguata remunerazione anche agli esercenti che potranno elargire il contante tramite POS”.

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