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Vi svelo le ipocrisie europee su Pil, banche e Npl. Parla Bagnai (Lega)

Che cosa ha detto l'economista della Lega, presidente della commissione Finanze del Senato, Alberto Bagnai, nel corso di un seminario su "Europa e banche"

 

Un progetto europeo ipocrita che schiaccia l’Italia con regole irrazionali, un Paese che invece “ha dimostrato e sta dimostrando che ce la può fare”. E’ un Alberto Bagnai come di consueto diretto e senza peli sulla lingua quello che qualche giorno fa ha partecipato al seminario organizzato dalla Fondazione Farefuturo su “L’Europa e le banche” durante il quale il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso ha presentato due proposte di legge, una sui crediti deteriorati e una sulle case messe all’asta.

L’IPOCRISIA EUROPEA

Il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama ha esordito: l’Ue è “viziata da una profonda ipocrisia” di cui l’Italia “dovrebbe cominciare a liberarsi”. “C’è un fatto che io ricordo spesso quando incontro persone in audizione – racconta l’economista della Lega -: voi potete pensare di essere grandi e importanti quanto volete ma prima o poi l’Europa arriverà anche da voi e questo sta succedendo. Le persone che in pubblico ci fanno la lezioncina sull’Italia populista come l’Argentina, poi in privato vengono a chiederci di essere protette. E noi lo facciamo, pensando che l’Italia è la casa di tutti gli italiani, anche degli arroganti”.

L’IPOCRISIA EUROPEA NEL SISTEMA BANCARIO

Per l’economista “nel sistema bancario l’ipocrisia di fondo è quella di voler evitare problemi di azzardo morale evitando l’intervento dello Stato. Si cercano soluzioni di mercato che sono fondamentalmente le fusioni, ovvero si prendono una banca sana e una banca malata e si fondono” con il risultato “di fare una banca più malata che sana”. Si tratta di “un film visto più volte” con il conseguente “paradosso che per perseguire soluzioni di mercato si ingigantiscono i problemi di moral hazard“.

UN MODELLO DI SVILUPPO SBAGLIATO

C’è poi un’altra ipocrisia di fondo che tarpa le ali dell’Italia. “Il rallentamento economico francese e quello tedesco hanno dimensioni maggiori e sono iniziati prima di quello italiano” ma pare che il problema siamo solo noi, è il ragionamento di Bagnai: “Ci stanno tirando giù perché il modello di sviluppo imposto dall’Ue è ipocrita, esalta il mercato unico, che sarebbe un’ottima risorsa se il ritmo nel resto del mondo rallentasse”. Inoltre, da Bruxelles viene proposto “un modello tutto basato sulle esportazioni e sulla domanda estera e ancora una volta per rafforzarci ci fragilizziamo”. La logica del progetto europeo, invece, “era quella di puntare sulla domanda interna”.

L’ITALIA PUO’ FARCELA

Il senatore leghista, peraltro, non trattiene la sua “radicale insofferenza per ciò che parte da una pregiudiziale sfiducia e da un pregiudizio negativo nei riguardi degli italiani. L’economia italiana – afferma – ha dimostrato e sta dimostrando che ce la può fare”. Bagnai si oppone anche a quella che per lui è una ricostruzione distorta dei salvataggi delle banche da parte dello Stato. Troppo spesso ammette di aver sentito “le favolette secondo cui non abbiamo salvato le banche in tempo: abbiamo colpe ma in un quadro normativo che consentiva l’intervento dello Stato chi ne aveva bisogno si è salvato. Perché farlo se non stavano saltando per aria? Poi sono cambiate le regole, si è messa l’enfasi sul problema del rischio di credito ed è partito l’attacco” ma “il sistema si è difeso”.

Poi un’altra stoccata alla Germania, con tanto di citazione dal film “L’armata Brancaleone”: “I feticisti delle regole sono quelli che a ogni svolta del ciclo economico le cambiano perché hanno la forza di imporre questo cambiamento. Il problema è perché non abbiamo la forza di resistere a questa slealtà?”.

LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL SISTEMA BANCARIO E FINANZIARIO

Bagnai si riserva una riflessione sulla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario della scorsa legislatura e che sta per ripartire. I lavori “della durata di un anno – lo dico con serenità e rispetto per le posizioni altrui – non avrebbero neanche scalfito la punta dell’iceberg e lo dimostra la sentenza Tercas che apre scenari la cui analisi di per sé prende un anno”. Ora “una parte di verità deve essere detta, il che non significa fare processi”. Quindi se la prende con i media: “Trovo increscioso il modo in cui hanno rappresentato i compiti della commissione d’inchiesta” dimenticando che la legge istitutiva è pubblica e che la gente può consultarla e farsi liberamente un’opinione.

IL PROBLEMA DEI CREDITI DETERIORATI E LA DIRETTIVA UE

Il presidente della commissione Finanze del Senato passa poi alla questione dei Non performing loans menzionando la direttiva del Parlamento e del Consiglio europei 135 final relativa ai gestori di crediti, agli acquirenti di crediti e al recupero delle garanzie reali. “In commissione portiamo in votazione la risoluzione sulla proposta di direttiva 135 final con cui si propone di fluidificare il mercato secondario dei crediti deteriorati e di creare un meccanismo di escussione extragiudiziale delle garanzie reali per tutti i paesi Ue”. Il tema del meccanismo extragiudiziale, spiega, “è stato escluso, non si è trovato un accordo politico, per fortuna, ed era ovvio perché si metteva il dito negli ordinamenti giudiziari”. Per quanto riguarda invece la parte della creazione del mercato relativo agli acquirenti del credito e ai gestori del credito sembrava ci fosse un accordo blindatissimo e invece non c’è stato”.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

Ora, dice Bagnai, “potremo dire la nostra come Parlamento nazionale e diremo che la proposta di direttiva, con enfasi sullo smaltimento accelerato degli Npl, è cosa di cui l’Italia non ha bisogno e ha dimostrato di non averne bisogno”. Il riferimento, chiaro, lo fornisce la Banca d’Italia: “Nel 2017 – ricorda – le sofferenze cedute a un prezzo medio pari al 17% dell’esposizione lorda di bilancio hanno avuto un tasso di recupero del 26% contro un 44% di recupero delle sofferenze cedute con procedura ordinaria”. Il che dimostra che “se la banca è capitalista paziente riesce a recuperare molto più valore in un mercato costruito per essere un mercato del compratore”. Ed ecco “l’ipocrisia europea in terza versione: prima distorco il mercato con regole che obbligano le persone a vendere e poi lo creo così nasce già distorto”. Del resto, prosegue Bagnai, “la principale obiezione che un liberale ha verso il progetto europeo è che è illiberale perché si propone un monopolio gigantesco della giurisdizione politica e perché non riesce a creare un mercato senza distorcerlo con un apparato regolamentare bizantino”.

LE PROPOSTE DI LEGGE DI FRATELLI D’ITALIA

Sul fronte dei provvedimenti proposti dal partito di Giorgia Meloni, che “vanno contro l’escussione extra giudiziale e contro la creazione del mercato”, il senatore del Carroccio si dice attento a valutarne tutte le criticità. “L’impianto generale nella sua filosofia di fondo è condivisibile – continua -. Dopo aver subito un cataclisma si richiedono misure eccezionali riportando in bonis famiglie e imprese che hanno fallito”. Del resto “essere liberali significa anche questo, accettare il fallimento”.

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