Ancora shopping per Amco, l’ex Sga nata nel 1997 come bad bank del Banco di Napoli, specializzata nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati. L’ultima notizia è l’accordo siglato con Intesa Sanpaolo per l’acquisto di circa 1,4 miliardi di euro di Npl. Non sono state poche però le compere fatte negli ultimi anni tanto che la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria 2020 della controllata del Tesoro ha sottolineato come sia “rilevante il portafoglio di crediti deteriorati di Monte dei Paschi di Siena acquisito da Amco spa nel 2020: l’acquisizione e il suo perfezionamento hanno contraddistinto, per l’anno in esame, la gestione operativa della società di intermediazione finanziaria, interamente partecipata dal Mef e attiva sul mercato dei crediti deteriorati”. Inoltre, ha rilevato la magistratura contabile, c’è un profilo di “obiettiva criticità e rischio” proprio nell’operazione tra parti correlate con cui Rocca Salimbeni ha ceduto alla spa 8,1 miliardi di crediti deteriorati.
L’ACCORDO CON INTESA SANPAOLO
Tornando all’intesa siglata con il gruppo guidato da Carlo Messina, in una nota Amco evidenzia che l’operazione verrà perfezionata entro fine 2022 e ha ad oggetto crediti derivanti da contratti di leasing, principalmente verso clientela corporate, con sottostante di natura per lo più immobiliare. Con questa operazione la società “conferma la volontà di rafforzare la propria presenza nel comparto leasing, supportando le banche nei loro processi di derisking con l’obiettivo di instaurare relazioni di lungo periodo”. Con Intesa Sanpaolo Amco ha pure sottoscritto un contratto per l’acquisto di un portafoglio di utp (unlikely to pay, inadempienze probabili) del valore lordo di 120 milioni di euro, riferiti a un solo debitore (single name).
GLI ACQUISTI DEGLI ULTIMI ANNI
Come dicevamo, solo negli ultimi due anni Amco ha partecipato a operazioni piuttosto importanti.
Tornando a Siena bisogna ricordare che nel 2021 l’ex Sga ha perso 422 milioni dopo svalutazioni per 529 milioni su portafoglio crediti di Mps e che nell’autunno 2020 aveva acquistato dal Monte sofferenze e inadempienze probabili del valore lordo di oltre 8 miliardi, già svalutati a 4,1 miliardi.
A giugno 2020 Amco ha sottoscritto con Popolare di Bari un contratto di cessione per un portafoglio di crediti deteriorati dal valore lordo di bilancio (Gross Book Value) di circa 2 miliardi, composto per circa il 60% da posizioni classificate come unlikely to pay (UTP) e per la parte rimanente da sofferenze. Il prezzo complessivo dell’operazione, come si evince da una nota della stessa Amco, è stato di circa 500 milioni.
Due mesi dopo ha invece acquistato dal Credito Valtellinese un portafoglio di crediti deteriorati dal valore lordo di bilancio (Gross Book Value) di circa 270 milioni di euro, prevalentemente verso clientela corporate, composto per circa il 60% da posizioni classificate come sofferenze e per circa il 40% come Utp.
A novembre 2020 Amco ha poi emesso una binding offer a favore di Banco Bpm per l’acquisto di un portafoglio di crediti deteriorati di titolarità della banca dal valore lordo di bilancio di oltre 600 milioni, soprattutto verso clientela corporate classificate Utp.
S&P CONFERMA RATING
Intanto proprio nei giorni scorsi l’agenzia S&P Global ha confermando il rating a lungo termine di Amco “BBB” con Outlook Positivo mentre il rating a breve termine rimane “A-2”. Nella nota in cui ne dà notizia, la sottolinea che il rating è allineato a quello attribuito alla Repubblica Italiana (BBB/Positivo). Nel suo studio S&P scrive che “AMCO tende a gestire gli Utp in modo paziente per evitare gli effetti negativi che le liquidazioni forzate potrebbero produrre sull’economia reale”.