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Perché Allianz, Ubs e Amundi fanno piangere Exxon, Total e non solo

Amundi, Ubs e Allianz hanno approvato una risoluzione pro-clima durante le assemblee dei soci di Exxon, Total, Shell e non solo. Tutti i dettagli Le tre principali società europee di gestione degli investimenti – la francese Amundi, la svizzera Ubs e la tedesca Allianz – hanno votato a favore di una risoluzione per il clima…

Le tre principali società europee di gestione degli investimenti – la francese Amundi, la svizzera Ubs e la tedesca Allianz – hanno votato a favore di una risoluzione per il clima durante le assemblee dei soci di cinque grandi compagnie petrolifere.

COSA PREVEDE LA RISOLUZIONE VOTATA DA AMUNDI, UBS E ALLIANZ

La risoluzione votata da Amundi, Ubs e Allianz prevede che i consigli di amministrazione delle compagnie allineino i loro obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 3 entro il 2030 ai target dell’accordo di Parigi sul clima. In sostanza, le cosiddette “Big Oil” dovranno stilare dei piani di decarbonizzazione coerenti con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi Celsius rispetto all’epoca pre-industriale.

Le emissioni Scope 3 sono una tipologia di emissioni indirette legate all’utilizzo del prodotto venduto da un’azienda: nel caso delle società petrolifere, le emissioni Scope 3 possono riguardare il consumo dei carburanti per auto, per esempio.

Le Scope 1 sono le emissioni dirette, cioè generate direttamente dall’azienda e sotto il suo pieno controllo. Le Scope 2 sono invece le emissioni indirette legate all’energia utilizzata (ad esempio per l’illuminazione e il riscaldamento degli edifici).

LE COMPAGNIE PETROLIFERE COINVOLTE

Le cinque società petrolifere interessate dal voto di Amundi, Ubs e Allianz sono Bp (britannica), Shell (britannica), Chevron (statunitense), TotalEnergies (francese) ed ExxonMobil (statunitense).

Nello specifico, Amundi ha votato a favore della risoluzione sulle emissioni alle assemblee di tutte e cinque le compagnie petrolifere. Ubs non si è espressa a favore del documento solo all’assemblea di Bp. Mentre Allianz ha votato la risoluzione solo alle assemblee di ExxonMobil e Chevron, ma non a quelle di Bp, Shell e Total.

La distinzione di Allianz è probabilmente dovuta al fatto che le società petrolifere europee hanno generalmente definito dei piani di riduzione delle emissioni più ambiziosi rispetto alle concorrenti americane. Di recente, peraltro, ExxonMobil e Chevron hanno raggiunto degli accordi per l’acquisizione di aziende oil & gas dal valore di 58 e 53 miliardi di dollari, rispettivamente.

CHI LODA IL VOTO DEGLI ASSET MANAGER

Follow This, un gruppo di pressione che vuole stimolare la decarbonizzazione dell’industria petrolifera, ha lodato le decisioni di Allianz, Amundi e Ubs. Il fondatore Mark van Baal ha dichiarato che “gli investitori sono la chiave per affrontare la crisi climatica attraverso il loro potere di voto da azionisti delle Big Oil”.

“Questi investitori”, ha proseguito van Baal, riferendosi ai tre asset manager europei, “sono determinati a raggiungere [gli obiettivi dell’accordo di] Parigi perché prevedono che non saranno in grado di ottenere un ragionevole ritorno sul capitale se la crisi climatica si aggraverà”.

Al contrario, altri nove investitori delle cinque compagnie petrolifere – tra cui Legal and General, una società britannica  di servizi finanziari – sono stati criticati per aver respinto la risoluzione climatica. A detta di Follow This, questi azionisti “bloccano l’azione per il clima e permettono a Big Oil di continuare a causare il collasso climatico”.

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