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Riforma Fiscale

Allegria! Nuove tasse con la manovra. I dettagli

I 4 miliardi circa che mancavano al governo per far quadrare i conti arriveranno quasi tutti da nuove tasse con la manovra. Ecco i dettagli e il commento di Signorini (Il Giornale)

I 4 miliardi circa che mancavano al governo per far quadrare i conti arriveranno quasi tutti da nuove tasse. Fuori dal decreto fiscale, che vale 3,2 miliardi di entrate in più, ci sono infatti almeno 4,3 miliardi di nuove imposte con le quali il governo conta di finanziare il costo della manovra. E a pagare saranno banche, imprese inquinanti, consumatori.

IL COMMENTO DI SIGNORINI DEL GIORNALE

Ha commentato via Facebook Antonio Signorini, giornalista del Giornale esperto di economia, lavoro e conti pubblici: “Il governo aveva detto di volere recuperare 7 miliardi di euro dall’evasione. Il Dpb dice che saranno meno della metà e che il resto saranno nuove tasse. 4 miliardi circa che si aggiungono a quelle “green” sulle imprese inquinanti e imballaggi. Perlomeno rispetto al primo testo di Costa non aumenta l’Iva su gas ed elettricità. Il tutto per fare una manovra comunque in deficit. In sintesi, un’altra legge di bilancio da declino”.

I DETTAGLI DAL DOCUMENTO PROGRAMMATICO

Nel documento programmatico di bilancio approvato all’alba sono conteggiati ben 15 miliardi di coperture. Nel dettaglio “le azioni di revisione e rimodulazione della spesa pubblica a livello centrale consentiranno di reperire 2,7 miliardi; la rimodulazione selettiva delle agevolazioni fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente, nonché l’aumento della tassazione sugli imballaggi di plastica per promuovere la sostenibilità dell’ambiente determina maggiori risorse per oltre 2 miliardi di euro”.

I NUMERI DEL DECRETO FISCALE

Nel decreto fiscale, prosegue il Documento, “vengono messe in campo un insieme di misure per il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali che assicureranno complessivamente maggiori entrate per quasi 3,2 miliardi. Oltre 4,3 miliardi di euro verranno reperiti da un pacchetto di ulteriori misure fiscali, tra le quali un intervento per limitare gli abusi della cosiddetta flat tax per le partite Iva, il ‘blocco’ per il periodo d’imposta 2019 della deducibilità delle poste di avviamento pregresse che andrà a colpire le banche, nonché l’aumento del prelievo sulle vincite dei fortunati al gioco”.

LA PROTESTA DI CONFINDUSTRIA SUGLI IMBALLAGGI

Confindustria esprime forte contrarietà in merito all’introduzione di una tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal documento programmatico di bilancio 2020: “La misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese. Le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica per un ammontare di 450 milioni di euro all’anno, dei quali 350 vengono versati ai Comuni per garantire la raccolta differenziata. L’introduzione di una “tassa sulla plastica” equivarrebbe, quindi, a una sorta di doppia imposizione e – come tale – sarebbe ingiustificata sia sotto il profilo ambientale che economico e sociale. Il tributo, peraltro, colpirebbe anche i prodotti di imballaggio contenenti materiale riciclato, andando a penalizzare gli enormi sforzi che le imprese stanno compiendo per la completa transizione verso l’economia circolare, sottraendo inoltre importanti risorse per gli investimenti in sostenibilità ambientale. La misura rischia, infine, di compromettere il buon funzionamento del Sistema dei consorzi per la gestione e il riciclo degli imballaggi, che da più di vent’anni ha consentito al nostro Paese di essere leader nell’economia circolare e di raggiungere tutti gli obiettivi europei per il riciclo”, si legge in una nota della confederazione degli industriali.

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