Caro direttore,
dai, dammi atto almeno una volta: a poche ore, direi a pochi minuti, dall’annuncio dell’Ops di Unicredit sul Banco Bpm, e vedendo la reazione astiosa della Lega contro la mossa del gruppo capeggiato da Orcel, ti ho scodellato un’indiscrezione raccolta qui a Milano e che ora fa capolino tra le righe negli approfondimenti della grande stampa sull’attivismo sotto traccia dei francesi di Credit Agricole che sono nell’azionariato di Banco Bpm (di cui sono il maggior socio con il 9%). L’atarassia di Orcel verso la quota detenuta da Banco Bpm in Mps avrebbe come corollario l’interesse del Credit Agricole a rilevare quella quota di Unicredit nel Monte dei Paschi di Siena. Con tanti saluti al terzo polo bancario tutto italiano che nel governo si sta vagheggiando dopo l’entrata nell’azionariato di Mps del Banco Bpm, di Caltagirone e di Delfin della famiglia Del Vecchio.
Ma siccome, visto il risiko in corso, i giornaloni di carta che pure devono sfornare più pezzi al giorno come voi giornalini web sul tema per stare al passo degli eventi, ecco che sulle mire vere, presunte, accreditate o ipotizzate dei francesi del Credit Agricole fioccano congetture e scenari.
Così se ieri ho leggiucchiato qua e là che il colosso francese Credit Agricole era pronto a salire fino a poco meno del 20% in Banco Bpm, dando la stura all’Ops di Unicredit che puntava da anni all’istituto ora guidato da Giuseppe Castagna, oggi sui giornali gli scenari si arricchiscono di altri elementi, sovente contraddittori. Comunque, contrordine: Credit Agricole ora snobba Banco Bpm e intende vendere la quota a Unicredit approfittando dell’Ops del gruppo guidato da Orcel.
Non solo, attenzione attenzione: il Credit Agricole controlla Amundi, società di risparmio gestito che ha un accordo di distribuzione con Unicredit.
Quindi, come fa oggi notare un quotidiano, “Agricole è potenziale concorrente di Unicredit sul fronte Banco Bpm – dove è evidente l’interesse di Unicredit anche a prendere Anima, anch’essa fabbrica di prodotti finanziari – ma partner su quello del risparmio gestito”.
E quindi? “Alla luce di questi rapporti, così come della possibilità che l’operazione porti l’Antitrust a ordinare la cessione di sportelli bancari che potrebbero arrivare fino a 200 ed essere acquistati proprio dall’Agricole, che in Italia ha già Cariparma e Friuladria, la banca francese potrebbe anche valutare conveniente aderire all’offerta di Unicredit e rientrare in campo con una dote di sportelli e clienti da gestire direttamente. E sul piatto potrebbe esserci il credito al consumo di Agos Ducato, al 60% di Agricole e al 40% di Banco Bpm”.
Poffarbacco quante belle e ricche e succulenti indiscrezioni.
Eppure mi pare che i medesimi giornali così informati retroscenisticamente sono i medesimi che erano già in edicola lunedì mattina – mentre era già ufficiale l’Ops di Unicredit di Banco Bpm e comunicata al mercato – con questo scenario fosco e ingargugliato per Unicredit: “L’operazione Banco Bpm-Mps ha poi conseguenze importanti per Unicredit, oggi impegnata in Germania alla conquista di Commerzbank. Il suo grande capo, Andrea Orcel, forse si aspettava che Milleri e Caltagirone, con cui era in buoni rapporti, lo chiamassero per svolgere quel ruolo di pivot bancario ricoperto invece dal Banco, ma così non è stato anche per la freddezza di Palazzo Chigi nei suoi confronti. Il risultato è che per Orcel molte opzioni si sono chiuse: il Monte, che aveva rifiutato nel 2021, il Banco Bpm la cui acquisizione aveva più volte analizzato ma mai intrapreso per motivi di prezzo e il gruppo Bper-Sondrio per la ferrea opposizione del dominus Carlo Cimbri”.
Direttore, non esagerate troppo con indiscrezioni e scenari voi giornalisti: analizzate invece di commentare e predire il futuro, non vorrete mica seguire le orme di Mago Otelma.
A presto e salutoni come dici tu.
Francis Walsingham