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Azerbaigian

Azerbaijan, oil and gas sono la spina dorsale del sistema economico

Profilo di un paese, l'Azerbaijan, da sempre legato alla produzione di oil&gas. A Baku è stato costruito il primo pozzo di petrolio del mondo. Oggi il paese sta puntando molto sul gas, ma deve puntare anche sui settori non oil.

Situato sul versante est del Caucaso, affacciato sul Mar Caspio, l’Azerbaijan è un Paese chiave di quest’area. Un Paese che ha già nel suo nome – “azer” vuol dire fuoco, fiamma; nome legato al culto del fuoco – la cifra del suo destino: essere uno dei luoghi più importanti al mondo per la produzione di idrocarburi.

Secondo gli storici, l’Azerbaijan è una delle culle più antiche della civiltà, come testimoniano numerosi ritrovamenti archeologici risalenti a circa 1,8 milioni di anni fa. Situato lungo la Via della Seta, è stato crocevia delle più grandi religioni monoteiste; in Azerbaijan nacque Zarathustra, il fondatore e profeta del zoroastrismo.

L’Azerbaijan attualmente fa parte della cosiddetta Csi, Comunità degli Stati Indipendenti, fondata nel 1991 da Russia, Ucraina e Bielorussia. Dal 2001 è anche membro anche del Consiglio europeo. La classe dirigente del Paese guarda con molta attenzione al modello economico e di vita dell’Europa.

All’indomani del dissolvimento dell’Unione Sovietica, nel 1991, l’Azerbaijan è sprofondato per quattro anni nel caos più totale, causa l’instabilità politica, la guerra con l’Armenia (per la contesa regione di Nagorno-Karabah, che anche oggi continua ad essere motivo di tensioni tra i due popoli) e la rottura dei rapporti economici con alcuni Stati dell’area ex sovietica.

Dal 1995 in poi, Baku ha conosciuto un periodo di crescita economica che ha indotto gli osservatori economici a parlare di “modello azero”. Le privatizzazioni avviate e realizzate hanno portato il settore privato a contribuire per ben il 74% alla ricchezza nazionale. Se si pensa che nel 1991 il settore privato contribuiva per solo il 15% al Pil (dato più alto negli anni Novanta), il balzo è stato davvero notevole.

Nel 2005 il Pil di Baku cresceva a livelli vertiginosi, grazie soprattutto allo sfruttamento degli idrocarburi, petrolio in testa. Nel 2013 il Pil dell’Azerbaijan è cresciuto del 5,7%, e le stime relative al 2014 parlano di una crescita che si attesterebbe attorno al 4%. Il Fondo Monetario Internazionale, come anche gli altri organismi internazionali, guardano con molto interesse alla crescita del settore non-oil, che nel 2013 ha fatto un balzo di quasi il 10% rispetto al settore oil, che è invece diminuito dell’1,3%.

E sul settore non-oil si è soffermato, a partire dal 2013, il governo azero con il rapporto strategico “Azerbaijan 2020. The vision of the future”, che contiene le linee principali dello sviluppo economico fino al 2020: la diversificazione dell’economia, il consolidamento non solo del settore degli idrocarburi, l’implementazione delle infrastrutture e delle reti nel settore telecomunicazioni, la crescita delle rinnovabili.

Ma l’obiettivo principale sarà soprattutto creare un contesto favorevole all’impresa privata e lavorare sulla tutela dell’ambiente.

Questo articolo è stato pubblicato su www.abo.net nella sezione Oil Book

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