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Qualche domanda sul TAP e qualche domanda ai NO TAP

Tap o No Tap? Questo è il dilemma. Intanto sulle coste salentine gli ambientalisti protestano, e non solo. Il gasdotto che collegherà il Mar Caspio all'Italia deve fare i conti con un "NO" ad un progetto infrastrutturale importante.

Nel Salento si balla in spiaggia a ritmo di NO TAP, il gasdotto Trans Adriatic Pipeline che dal Mar Caspio, dal giacimento di Sha Deniz in Azerbajan, porterà gas naturale all’Italia, passando da Turchia, Grecia, Albania. Si tratta di un gasdotto lungo 870 km, come informa il sito di Tap, e che dovrebbe approdare alle coste pugliesi della Marina di Melendugno, località San Foca.

Le opposizioni locali, in questi mesi, stanno facendo sentire la propria voce, stanno esponendo le proprie opinioni e stanno letteralmente sbancando sui giornali locali. Le opinioni, si sa, sono tutte legittime, vanno rispettate e alcune volte vanno anche capite.

Tap servirà nella mente degli ideatori a diversificare le nostre fonti di approvvigionamento di gas estero, non potendo contare su una grande produzione nazionale. Come abbiamo dimostrato nella nostra infografica animata sulle nuove vie del Gas.

 

La preoccupazione che un tubo, perché questo è un gasdotto, interrato, possa compromettere l’ambiente, è una preoccupazione legittima. Che poi quel tubo debba arrivare per forza a San Foca, si può discutere. Ma ora è tutto il Salento che, sembra, nelle parole degli ambientalisti più agguerriti, non volere quest’opera infrastrutturale che porterebbe a regime in Italia dai 10 ai 20 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno.

Ora, è bene fermarsi un attimo e riflettere su alcune cose.

1) E’ possibile cercare un altro punto di destinazione, per l’arrivo del Tap in Italia, in Puglia, o nel Sud?

2) Gli ambientalisti che non vogliono il Tap sono consapevoli che esiste in Italia una rete di gasdotti regionali, secondo quanto scrive il Vice Presidente della Regione Puglia, Antonio Maniglio, di circa 22 mila kilometri?

3) Con questa mentalità, nel passato non si sarebbero realizzate opere come gli acquedotti, la rete elettrica, i cavi sottomarini. Terna per esempio, per venire al presente, è impegnata nella costruzione di due cavi sottomarini tra Sorgente (Me) e Rizziconi (RC) che collegheranno la Sicilia con la terraferma; oppure sempre Terna è impegnata nella costruzione di un cavo sottomarino tra l’Isola di Capri e Castellamare di Stabia. Per lo stesso principio dei NO TAP in Italia si dovrebbe bloccare tutto.

4) Senza ironia: ogni mattina un ambientalista si alza, si lava con l’acqua calda grazie al metano, si prepara un caffè grazie al metano e in inverno riscalda la sua casa con il metano (nella maggior parte dei casi).

 

Dire solo e sempre “NO” non basta, perché, volendo assumersi le conseguenze delle proprie scelte, dovremmo tornare tutti all’epoca dell’asinello o del mulo. Perché appunto usare l’auto inquina, e non poco. Stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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