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Beni culturali, se la rivoluzione è solo all’inizio

Musei, tariffe, orari, aperture, nuove tecnologie, nuovi modi di fruire delle opere d'arte, più consapevolezza, più studio del nostro passato, sono solo alcuni ingredienti per riavviare la macchina dei nostri beni culturali e farla diventare motore di sviluppo e di crescita economica.

La più grande ricchezza dell’Italia, sia on shore che off shore, non sono il petrolio e il gas, ma la cultura e il patrimonio naturale di cui la nostra penisola dispone. Questa non è la solita frase fatta, ma l’inizio di una consapevolezza che comincia a fare breccia nelle istituzioni, nell’opinione pubblica, nel mondo dell’associazionismo (il primo a muoversi in questa direzione), nelle aziende che investono in marketing e che da oggi avranno nei beni culturali un alleato in più.

Andiamo per ordine. Lo avevamo scritto, in occasione della notte dei musei, qualche settimana fa: i musei devono essere aperti di più al pubblico, devono trovare target nuovi, devono allearsi di più con la tecnologia (solo una minima parte dei musei ha un’applicazione per smartphone o tablet, si calcola appena il 5%). I beni culturali oggi possono essere restaurati anche dai privati che dispongono di un art bonus (sotto forma di credito di imposta). L’ulitmo in ordine di tempo è il restauro della Domus aurea di Nerone a Roma: si prospettano 4 anni di lavori e un investimento di circa 31 milioni di euro, che al momento non ci sono ma che potrebbero venire da un investimento sia dello Stato che dei privati. Intanto, la Domus aurea ha un blog grazie al quale tutti possono seguire i lavori dei 66 tecnici impegnati in questa gigantesca opera di restauro.

Il modello Tod’s-Colosseo ha di buono in sè non solo l’intervento a favore dell’anfiteatro Flavio, che tutto il mondo ci invidia, ma anche il fatto di essere un paradigma per le opere e i beni culturali, di portata mondiale, che si potranno mettere a nuovo con l’intervento dei privati. Pensiamo all’area archeologica di Pompei ed Ercolano, per la quale qualche anno fa si era prospettato un intervento di una cordata straniera (francese o americana) per il restauro, sul quale ora si è mossa l’Unione europea con uno stanziamento di oltre 100 milioni di euro.

La rivoluzione che toccherà ai musei invece dall’1 luglio cambierà le tariffe: entreranno gratis i ragazzi fino a 18 anni, riduzioni per i ragazzi fino a 25 anni e sarà annullata la gratuità per gli over 65. Prima domenica del mese apertura gratis per tutti i musei; ogni anno organizzazione di due notti al museo al prezzo di un solo euro; tutti i venerdi apertura dei grandi musei italiani fino alle ore 22 (in questa categoria ci sono Uffizi, Pompei e Musei Vaticani).

Un altro tassello sul quale bisogna insistere è porre rimedio ad una vergogna (sì, la definiamo VERGOGNA!) che è quella di aver eliminato l’insegnamento della storia dell’arte. I nostri ragazzi devono studiare la storia dell’arte, solo così potremo sperare di iniziare e riprendere una vera rivoluzione dei beni culturali. 

 

 

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