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Coopculture Colosseo

Chi fa affari (illeciti?) con i biglietti del Colosseo

Le pratiche commerciali di CoopCulture per la vendita di biglietti per l'ingresso nel Parco archeologico del Colosseo sotto la lente dell'Autorità Antitrust. Tutti i dettagli

Visitare i monumenti del centro di Roma, a iniziare dal Colosseo, sta diventando sempre più difficile e i biglietti per le principali attrazioni sempre più introvabili. La ragione non si trova, solo, nella ripresa del turismo dopo le restrizioni dovute alla pandemia da Covid 19 ma anche in presunte attività illecite nella vendita dei ticket d’ingresso. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole vederci chiaro e ha avviato un’istruttoria nei confronti di Società Cooperativa Culture (CoopCulture), Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator. Al centro dell’indagine c’è il servizio di vendita dei biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo, che comprende le aree dell’Anfiteatro Flavio-Colosseo, del Palatino, del Foro Romano e della Domus Aurea.

BIGLIETTI DEL PARCO ARCHEOLOGICO DEL COLOSSEO: LE PRATICHE COMMERCIALI DI COOPCULTURE SOTTO LA LENTE DELL’AGCM

L’AGMC, nel bollettino settimanale dell’11 settembre, scrive che “da informazioni acquisite” le società Cooperativa Culture (CoopCulture), Musement, GetYourGuide, Tiqets e Viator “nell’ambito dell’offerta di servizi di vendita dei biglietti di ingresso al Parco Archeologico del Colosseo, avrebbero posto in essere, a partire almeno dal novembre 2022, pratiche commerciali suscettibili di violare la normativa in materia di tutela dei consumatori”.

I FATTI NEL BOLLETTINO DELL’AGCM

L’indagine dell’AGCM parte da notizie di stampa secondo le quali dopo il 2022 e il superamento della fase pandemica, la reperibilità̀ dei biglietti per la visita del Parco archeologico del Colosseo e dei Fori romani è divenuta sempre più difficile. Le ragioni? Da un lato “non era stata riaperta fino al maggio 2023 alcuna biglietteria fisica presso gli ingressi dei siti”, dall’altro “i biglietti emessi dal rivenditore ufficiale, CoopCulture, tramite la piattaforma online, si esauriscono entro pochi minuti dalla messa in rete, poiché́ non sarebbero stati adottati meccanismi atti a limitare procedure di accaparramento da parte dei sistemi automatici di acquisto dei biglietti”.

I BIGLIETTI PER ACCEDERE AL COLOSSEO NON DISPONIBILI SUL SITO DEL VENDITORE UFFICIALE COOPCULTURE

I biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo non sarebbero mai disponibili sul sito del venditore ufficiale, CoopCulture, ma solo sulle piattaforme di altri operatori come GetYourGuide, Viator, Tiqets, Musement i quali li acquisterebbero grazie all’impiego di sistemi automatici di acquisto dei biglietti (i “bot”), per poi rivenderli a prezzo maggiorato sui propri canali. Ma non finisce qui perché i turisti che si rivolgono a questi canali secondati per l’acquisto dei biglietti spesso devono acquistare servizi abbinati come la guida turistica. “C’è una cosa che forse non è chiara a tutti e viene sottovalutata -chiarisce in prima battuta Letizia Casuccio, direttore generale di Coopculture all’AdnKronos – Il Colosseo è un monumento ad ingresso limitati, per questioni di sicurezza. Possono entrare contemporaneamente 3000 persone, e la domanda in alcuni momenti sicuramente supera anche il doppio dell’offerta possibile. Spesso non si conosce questo limite, e invece è importante saperlo”.

LA PROROGA DELLA CONCESSIONE A COOPCULTURE PER IL COLOSSEO E NON SOLO

Dal 1997 il servizio di biglietteria del Parco archeologico del Colosseo è gestito da CoopCulture, che ne aveva ottenuto la concessione in base alla legge Ronchey (Legge n. 433/1992) per quattro anni. La concessione è stata poi prorogata una prima volta nel 2001, come previsto nel contratto originale, e poi, in deroga, ancora nel 2005. Da allora CoopCulture è sempre rimasta al suo posto perché dal 2010 le proroghe sono diventate annuali “in quanto le tre gare indette nel 2010, 2017 e 2019 sono state ritirate o annullate per effetto di pronunce giurisdizionali”.

CNS SI AGGIUDICA LA GARA BANDITA DA CONSIP MA COOPCULTURE RESTA AL SUO POSTO

Le cose sono cambiate nel 2022 quando Consip ha bandito una gara a procedura aperta per l’affidamento in appalto del servizio di biglietteria. La decisione è arrivata in seguito all’approvazione di un protocollo di azione di vigilanza collaborativa tra l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), il Ministero della Cultura e Consip. Lo scorso 26 aprile 2023 il CNS (Consorzio Nazionale dei Servizi) si è aggiudicato la gara ma non ha ancora avviato la propria attività̀ a causa dei ricorsi presentati dalle altre società̀ partecipanti al bando di gara, tra queste anche CoopCulture che, di fatto, non ha mai smesso di gestire la vendita dei biglietti del Parco archeologico del Colosseo.

LE CONTROMOSSE DI COOPCULTURE

La società CoopCulture, a partire dallo scorso 30 maggio 2023, ha adottato le alcune misure per contrastare il fenomeno del secondary ticketing (il mercato secondario dei biglietti):

  • “riapertura di una biglietteria fisica nei pressi dell’ingresso al Parco Archeologico del Colosseo;
  • l’obbligo di acquisto nominativo per gli acquisti online;
  • l’introduzione di un sistema di blocco dei robot tramite recaptcha semplice (consistente nell’apposizione di un contrassegno -cosiddetto flag– sulla scritta “non sono un robot”, senza, quindi, necessità di identificare immagini o stringhe alfa-numeriche)”.

Ma, stando al bollettino dell’AGCM, “CoopCulture non sembra invece aver introdotto alcun limite al numero di biglietti acquistabili da ciascun acquirente”, tanto che anche “all’inizio di luglio 2023, permaneva la difficoltà/impossibilità di acquistare i biglietti per il Parco Archeologico del Colosseo sul sito ufficiale al prezzo base di 16 euro, in quanto su tale sito la disponibilità̀ di biglietti si esauriva pochi minuti dopo l’emissione, mentre i biglietti continuavano a essere disponibili sui siti di altri operatori, a prezzi pari a più̀ del doppio del prezzo originale”.

LE POSSIBILI PRATICHE COMMERCIALI ILLECITE

Le indagini dell’AGCM sono dunque proseguite e hanno individuato possibili profili di pratiche commerciali illecite. In primo luogo “CoopCulture, in qualità̀ di rivenditore ufficiale, appare non aver predisposto sistemi idonei a evitare l’accaparramento dei biglietti messi in vendita da parte di rivenditori alternativi, con il conseguente esaurimento dei biglietti sul proprio sito immediatamente dopo l’emissione”. In secondo luogo “aver consentito il sistematico accaparramento di tali biglietti da parte di operatori alternativi, con conseguente maggiorazione di prezzo degli stessi, appare integrare una condotta contraria agli ordinari doveri di diligenza professionale di cui all’art. 20 del Codice del Consumo”. Infine “GetYourGuide, Viator, Tiqets e Musement sembrerebbero aver sistematicamente effettuato acquisti massivi dei biglietti in questione attraverso l’utilizzo di sistemi automatici, per poi rivenderli a prezzi significativamente maggiorati, in violazione dell’art. 23, comma 1, bb-bis) del Codice del Consumo, nonché degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo”.

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