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Licenziamenti Videogiochi

Tutte le turbolenze lavorative nel mondo dei videogiochi

Il mondo dell'intrattenimento domestico traballa. Diversi protagonisti indiscussi del mondo dei videogiochi hanno dato via a numerosi licenziamenti. E c'è Ubisoft che pare scivolare verso la crisi

Anche il mondo dei videogiochi licenzia. Non è esattamente una novità, dato che negli ultimi anni abbiamo assistito ai maxi tagli in EA e Activision e, purtroppo, anche a diversi fallimenti di spicco. Ma in quest’ultimo periodo sembrano aumentare le turbolenze per l’intero settore, con diverse software house costrette a perdere peso per ottimizzare le spese.

NUMEROSI LICENZIAMENTI NEL MONDO DEI VIDEOGIOCHI

Il caso più eclatante riguarda ovviamente la cura dimagrante che si è autoimposta Microsoft: 10mila licenziamenti, che hanno riguardato anche la divisione gaming, tra cui 343 Industries e la software house acquisita appena 2 anni fa Bethesda Game Studios. Insomma, se la scure dei tagli si è abbattuta anche sugli studi responsabili di titoli di prim’ordine, capaci di vendere milioni di copie, come Halo, Starfield, The Elder Scrolls (Skyrim, Oblivion…) e Fallout, la situazione dalle parti di Redmond deve essere particolarmente pesante.

LA MAIL AI DIPENDENTI DI HALO

Lo prova anche una mail che Pierre Hintze, Head of Production for Halo Infinite, ha indirizzato allo studio, spiegando che l’azienda “ha preso la difficile decisione di ristrutturare alcuni elementi del nostro team, il che significa che determinati ruoli verranno eliminati”. Spostato di ruolo anche il noto Joe Staten, creative director che è entrato a far parte di 343 Industries nel 2020 per contribuire al completamento dello sviluppo di Halo Infinite, la riorganizzazione interna prevede il trasferimento nella divisione publishing di Xbox.

Ma Microsoft, sebbene per numeri costituisca il caso più eclatante, non è la sola software house del mondo dei videogiochii che sta inoltrando ai propri dipendenti mail per avvisarli dei licenziamenti in arrivo: nelle ultime ore vi avevamo parlato anche di quanto sta accadendo tra il team USA di Motorsport Games e alcuni dipendenti russi che non ci stanno a essere messi alla porta, arrivando a minacciare i vertici di pubblicare i codici sorgenti dei videogame sviluppati, e poi c’è Unity, gruppo che sviluppa il suo omonimo motore grafico su cui si basano moltissimi videogiochi, sul punto di dare il ben servito a 287 tra i suoi 8mila dipendenti.

Il CEO John Riscitiello ha affermato al Wall Street Journal che alcuni dei licenziamenti sono stati provocati da tendenze economiche sfavorevoli che hanno colpito l’intero comparto dei videogiochi, altri sono stati decisi in risposta alla recente fusione con IronSource avvenuta nel novembre 2022, che ha richiesto di snellire l’organico. “Abbiamo rivalutato i nostri obiettivi, strategie, traguardi e priorità alla luce delle attuali condizioni economiche”, ha precisato. “Pur rimanendo concentrati sulla stessa visione, abbiamo deciso che dobbiamo essere più selettivi nei nostri investimenti per uscirne più forti come azienda”.

Riccitiello ha dichiarato che la società “si stava occupando in modo molto specifico di sovrapposizioni [del personale] e una manciata di progetti sono stati scartati”. Soppressa così la divisione Sports and Live Entertainment, una branca di Unity che stava sperimentando la tecnologia per guardare le partite sportive dal vivo e registrate da qualsiasi angolazione. Riccitiello in merito ha laconicamente commentato che “non è ancora un buon momento” per portare questa tecnologia sul mercato.

CHE SUCCEDE IN UBISOFT?

Non si parla (ancora) di licenziamenti ma di sciopero in vista per Ubisoft, il colosso francese che ha saputo imporsi nel mercato globale, fino ad attirare le attenzioni della cinese Tencent. Il sindacato che rappresenta i lavorati della sede parigina, Solidaires Informatique, ha fatto sapere che i dipendenti sono pronti a incrociare le braccia il 27 gennaio 2023 in protesta contro le parole del Ceo Yves Guillemot a commento della crisi della compagnia, definite catastrofiche. Da bravi francesi, insomma, preferiscono ricorrere allo sciopero preventivo, prima che si inizi a parlare di tagli.

E in effetti la software house d’Oltralpe potrebbe prendere contromisure molto forti considerato che due dei suoi blockbuster appena pubblicati (tra cui Mario + Rabbids: Sparks of Hope, in collaborazione con Nintendo e sviluppato dal team milanese guidato da Davide Soliani) non hanno soddisfatto le esigenze di cassa della compagnia: “Nonostante le valutazioni eccellenti e l’accoglienza dei giocatori, nonché un ambizioso piano di marketing, siamo rimasti sorpresi dalla performance sotto le aspettative di Mario + Rabbids: Sparks of Hope nelle ultime settimane del 2022 e all’inizio di gennaio”, ha detto Ubisoft.

Il publisher francese ha detto che ha davanti “grandi sfide” dovute alla contrazione della spesa dei consumatori e ha generalmente descritto le vendite durante le festività natalizie come “marcatamente e sorprendentemente più basse del previsto”. Titoli come Mario + Rabbids: Sparks of Hope e Just Dance 2023 avrebbero sofferto le difficoltà economiche del momento date dalla situazione geopolitica: la necessità di risparmiare, è la tesi dei francesi, ha portato i gamer ad acquistare solo titoli di spicco.

“Quando c’è più pressione, le persone scelgono i marchi più grandi e non quelli piccoli”, ha affermato l’Ad Yves Guillemot. “Quello che abbiamo osservato è che c’è stata una certa contrazione nella spesa complessiva dei consumatori a causa dell’ambiente economico e dell’aumento dell’inflazione. Ciò ha portato i più grandi mega-marchi e servizi live a conquistare una quota maggiore del mercato, lasciando meno spesa dei consumatori disponibile per altri prodotti. Questa è la chiara conclusione a cui siamo giunti. Abbiamo visto che ci sono altri giochi di alta qualità che hanno avuto prestazioni inferiori”.

Ubisoft, che da tempo è alla ricerca di partner per una acquisizione o una fusione, finora senza successo (le poche holding con la forza di affrontare una simile operazione avrebbero rifiutato di acquistare il publisher transalpino a causa delle sue enormi dimensioni, dato che ha sedi dislocate in ogni parte del mondo), sta mettendo una spending review dai contorni tuttora indefiniti.

Si sa solo che ai tre titoli cancellati nei mesi scorsi prima perfino del loro annuncio, Ubisoft ha deciso di aggiungere pure Ghost Recon Frontline, Splinter Cell VR e altri due giochi non definiti. Ulteriormente rimandato Skull & Bones: non uscirà a marzo bensì all’inizio del prossimo anno fiscale (1 aprile 2023/31 marzo 2024), probabilmente col duplice obiettivo di rinviare le spese di marketing e pubblicazione al prossimo esercizio e di trovare la finestra temporale più adatta.

Le immense dimensioni di Ubisoft e i numerosi studi aperti ai quattro angoli del globo avrebbero poi fatto esplodere le spese se si pensa alle voci secondo le quali l’editore avesse in sviluppo una dozzina di battle royale, ora quasi totalmente cancellati. Dato che il genere si è subito inflazionato, i dipendenti scioperano per sottolineare le scelte strategiche sbagliate compiute dalla dirigenza che avrebbero portato Ubisoft alla crisi attuale.

 

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