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Repubblica Airbnb

Perché alberga la guerra fra Corriere della sera e Repubblica su Airbnb

Repubblica prosegue nel coccolare Airbnb mentre il Corriere della Sera sembra intenzionato a fare le pulci alle piattaforme che incentivano la "turistificazione" delle città

Il “momento clou” dell’Italian Tech Week, la tre giorni di Repubblica dedicata alla tecnologia e alle starrtup, è stato, lo scrivono persino sul quotidiano capitolino, quando Brian Chesky, Co-founder & CEO Airbnb, è salito sul palco per dialogare con John Elkann, Chairman di Stellantis e Ferrari e CEO Exor, che a sua volta controlla Gedi, l’editore della testata fondata da Eugenio Scalfari.

REPUBBLICA DÀ ALLOGGIO AD AIRBNB

Perché, dopo l’intervista all’ad statunitense dell’app oggi al centro delle polemiche sugli affitti brevi e sulla gentrificazione un po’ in tutto il mondo pubblicata sul giornale la scorsa settimana, Repubblica gli ha concesso pure il centro del palco alle OGR di Torino. “Io ho studiato per diventare un designer industriale – ha detto -, non avrei mai pensato di lavorare nel mondo tech. Da designer però mi resi conto che la tecnologia da sola non bastava: l’approccio è diverso, il designer parte dal bisogno dell’utente, quale è il problema che dobbiamo risolvere?”.

“Il percorso di Chesky -riportano post evento su Repubblica – è davvero un caso interessante, e in parte un’anomalia. Come ha sottolineato Elkann, che ha una formazione da ingegnere, il ceo di Airbnb è tra i pochi a guidare un gruppo tech senza essere un tecnologo. Come fare a mettere a sistema l’anima tecnologica e quella del design, il calcolo e l’emozione? La risposta arriva anche dalla cronaca battente: l’avanzata delle intelligenze artificiali come ChatGpt (e i tanti modelli che si stanno sviluppando) può favorire proprio l’unione tra tecnologia e pensiero, tra hard skills e studi umanistici, abbassando le barriere d’accesso.”

Il quotidiano romano ovviamente dà ampio spazio a ciò che ha detto Elkann: “Man mano che l’intelligenza artificiale diventa parte della nostra vita – ha detto il proprietario di Gedi – il lato umano avrà sempre più valore. La tecnologia dovrà per forza sapere ascoltare le emozioni che muovono i consumi e le decisioni di esseri umani e aziende”. Anzi, ha aggiunto Elkann, “le emozioni sono importanti, anche se non ne parliamo abbastanza. Credo che le giovani generazioni debbano pensare, con queste nuove tecnologie, a cosa non è mai stato fatto”.

“La visione del ceo di Exor – riporta Repubblica – è condivisa da Chesky: ovviamente ogni impresa prende decisioni sulla base di numeri e fenomeni misurabili. Ma se finora alcuni aspetti della vita erano difficili da misurare con i sensori, proprio con l’intelligenza artificiale – ha detto il fondatore di Airbnb – “abbiamo bisogno di più intuizione e emozione”.

E, ancora: “oggi Stellantis – ha detto Elkann – è un’azienda giovane che ha radici in secoli di vita”. Con il fondo Lingotto, nato da poco, è stato importante individuare fin da subito “un set di valori” per immaginare il percorso futuro.” Insomma, non vengono toccate né la sentenza di New York per non indispettire l’ospite venuto da lontano né le diete italiane di Stellantis, per non offendere il padrone di casa. Anche per questo alla festa di Repubblica i giornalisti sono tutti in platea, nessuno sul palco a fare le domande che ci si aspetterebbe.

IL CORRIERE SFRATTA LE PIATTAFORME

Di tutt’altro avviso continua a essere la redazione di via Solferino che, dopo aver dato ampio spazio a Filippo Celata, professore dell’università la Sapienza e autore dello studio “Overtourism and online short-term rental platforms in Italian cities” per illustrare le conseguenze negative degli affitti brevi («Abbiamo concluso che il 70-90% dello spopolamento delle aree centrali di città come Roma e Venezia dipende proprio dalla conversione degli appartamenti residenziali in locazioni per gli affitti brevi»), torna sull’argomento per raccontare la difficile coabitazione tra i fiorentini e i turisti mordi e fuggi ospitati tramite piattaforme web.

Questo attraverso le 97 storie – ma sarebbe meglio definirle lagnanze – raccolte dallo sportello “Questo condominio non è un albergo” di Sunia e Progetto Firenze. Il pezzo fin dal catenaccio enfatizza le conseguenze: “Spese su fino al 30%, turisti in oltre il 50% dei palazzi”. Tra le testimoniante raccolte si legge: “I turisti sembrano padroni del condominio. Trovo spesso nell’androne del palazzo cataste di lenzuola sporche in attesa di essere lavate, sulle scale si trovano monopattini e biciclette nonostante ci sia il divieto di introdurli, a volte sento musica e schiamazzi fino a tarda notte, devo dormire con le finestre chiuse perché alcuni condizionatori degli appartamenti per turisti sono obsoleti e fanno rumore”.

” I problemi denunciati dai residenti – si legge sul Corriere – sono sempre gli stessi: rumori a tutte le ore, bivacchi negli spazi comuni, biancheria sporca in attesa di ritiro, via vai di estranei, senso di insicurezza, rifiuti abbandonati, abuso dei servizi come il sovraccarico degli ascensori, più frequenti lavori di manutenzione, aumento degli interventi di spurgo, aumento dei costi condominiale dal 10 al 30%. Non ultimo – prosegue sempre il quotidiano -come detto dal signor Bartoli, il cambiamento del tessuto sociale del quartiere, permeato dall’eccesso di turisti che contribuiscono al cambiamento dell’offerta degli esercenti, sempre più improntati a soddisfare chi viene dall’estero per visitare la città. In molti dei palazzi dai quali sono arrivate le segnalazioni, oltre il 50% degli appartamenti è destinato ai turisti.”

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