Ai colossi cinesi dell’e-commerce Temu e Shein restano una decina di giorni per rispondere alla Commissione europea circa le misure da loro adottate in merito al rispetto del Digital services act (Dsa), la legge sui servizi digitali che obbliga le grandi aziende del settore tech a impegnarsi di più per contrastare la diffusione di beni e contenuti illegali e dannosi.
Il chiarimento richiesto arriva a seguito delle denunce presentate da varie associazioni dei consumatori.
SU COSA CHIEDE CHIARIMENTI BRUXELLES
La Commissione europea, riferisce Reuters, ha dichiarato di aver inviato una richiesta di informazioni a Temu e Shein chiedendo “come consentono agli utenti di notificare loro i prodotti illegali e come gestiscono le loro interfacce online per evitare che gli utenti siano ingannati o manipolati attraverso i cosiddetti dark pattern”. Questi cosiddetti “modelli oscuri” vengono infatti progettati per indurre gli utenti a fare acquisti indesiderati o a optare per determinate impostazioni di acquisto a loro insaputa.
Bruxelles ha inoltre richiesto maggiori dettagli su come le due aziende proteggono i minori, sulla trasparenza degli algoritmi, sulla tracciabilità dei commercianti e sulla compliance by design, ovvero l’applicazione di un approccio sistematico per integrare i requisiti regolamentari/normativi in attività e processi sia manuali che automatizzati.
Sia Temu che Shein dovranno fornire le informazioni richieste entro il 12 luglio 2024. Dopodiché l’esecutivo deciderà se aprire un procedimento formale e imporre sanzioni.
LA DENUNCIA DEI CONSUMATORI
“Questa azione esecutiva – si legge in un comunicato – si basa anche su un reclamo presentato alla Commissione dalle organizzazioni dei consumatori”.
Come afferma infatti l’Ufficio europeo delle Unioni dei consumatori (Beuc), “Temu propone prodotti fortemente scontati e punta molto sulla gamification e sulla pubblicità intensiva per attirare i consumatori. Tuttavia, il marketplace solleva anche serie preoccupazioni. È sospettato di aver violato diverse leggi dell’Ue volte a proteggere i consumatori”.
In particolare, la denuncia mostra come Temu non rispetti diversi obblighi previsti dal Digital Services Act: “Temu – spiega il Beuc – non garantisce ai suoi utenti un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile come richiesto dalla legge. Tra le altre cose, abbiamo forti preoccupazioni che i consumatori cadano preda di tecniche di manipolazione, che Temu non riesca a garantire la tracciabilità dei commercianti che operano sulla sua piattaforma o che il suo funzionamento complessivo rimanga opaco, tutti elementi che violano la legge sui servizi digitali”.
Le violazioni del Dsa possono comportare multe fino al 6% del fatturato globale di un’azienda.
Oltre al Beuc che ha presentato un reclamo alla Commissione europea, 17 Paesi Ue, tra cui Francia, Italia e Paesi Bassi, hanno fatto lo stesso con le autorità nazionali competenti.
I GIGANTI CINESI ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA
Temu e Shein, che hanno garantito la loro volontà di collaborare con la Commissione Ue, hanno una notevole base di utenti europei. Stando infatti ai dati riportati da France24, Shein ha dichiarato di avere circa 108 milioni di utenti attivi mensili nei 27 Paesi dell’Ue e Temu, che è arrivata in Europa solo l’anno scorso, ne conta in media circa 75 milioni mensili.
Entrambe le piattaforme si sono aggiunte di recente agli altri marketplace AliExpress, Amazon e Zalando, che hanno più di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’Unione europea, in un elenco di 24 “piattaforme online molto grandi” che devono rispettare regole di sicurezza più severe ai sensi del Dsa.