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Videogame Brexit

La Brexit stacca la spina ai videogame?

Non è un’isola felice, nemmeno per i giocatori. Brexit e problemi geopolitici frenano l’acquisto di videogame. E poi è finita la “sbornia da lockdown”… Uno dei principali mercati europei del comparto videoludico è in sofferenza. Secondo l’approfondimento della testata di settore GamesIndustry, il settore dei videogame nel Regno Unito ha registrato incassi pari a 7,05…

Uno dei principali mercati europei del comparto videoludico è in sofferenza. Secondo l’approfondimento della testata di settore GamesIndustry, il settore dei videogame nel Regno Unito ha registrato incassi pari a 7,05 miliardi di sterline, vale a dire circa 8,07 miliardi di euro, con un importante calo del 5,6% su base annuale.

Rispetto al 2021, nel Regno Unito gli incassi hardware sono scesi del 19%, per un totale di 2,16 miliardi di sterline. Nello specifico i ricavi generati dalla vendita di console sono calati del 27% su base annuale, il segmento PC del 14%, gli accessori del 15% e visori VR del 6,6%.

Tra le cause non solo i problemi ben documentati dei componenti della catena di approvvigionamento che hanno riguardato tutto il mondo e tutti i componenti, ma anche quelli più marcatamente legati alle conseguenze della Brexit, con meno merci in arrivo e più dazi che in qualche modo si riflettono anche nel mercato dei videogame. “La Brexit è ancora protagonista del quadro [economico], poiché continua a frenare le esportazioni”, ha affermato Gabriella Dickens, senior Uk economist di Pantheon Macroeconomics. Che il Regno Unito dopo il bye bye a Bruxelles stia attraversando forti turbolenze non è una novità.

Il 2023 per i sudditi di Sua Maestà è iniziato all’insegna degli scioperi. Ricordiamo che lunedì 6 febbraio più di 40mila infermieri e paramedici sono scesi in piazza paralizzando la rete ospedaliera della Gran Bretagna. A gennaio l’85% delle scuole del regno era rimasto chiuso per la protesta degli degli insegnanti. Il periodo delle feste di Natale era stato reso infernale dai fermi del personale aeroportuale, dei controllori di volo, degli addetti di terra delle compagnie. Non c’è insomma settore o comparto che non sia sceso in strada per manifestare la propria rabbia.

Rinfocola il malumore Bloomber Economics secondo cui la Brexist sta costando 100 miliardi di sterline all’anno. Gli economisti Ana Andrade e Dan Hanson hanno stimato una contrazione dell’economia britannica del 4% rispetto al volume che avrebbe avuto in quanto membro dell’Unione Europea. “Il Regno Unito ha commesso un atto di autolesionismo economico quando ha votato per lasciare la Ue nel 2016? Fino a questo momento le evidenze suggeriscono di sì”, hanno scritto gli economisti in una nota. “L’abbandono del mercato unico potrebbe aver avuto un impatto sull’economia britannica più veloce di quanto ci aspettassimo”.

Nel Regno Unito gli investimenti sono al 9% del Pil, mentre la media dei G7 è del 13 per cento. Jonathan Haskel, membro del comitato di politica monetaria della Bank of England, ha dichiarato che solo il calo della produttività dovuto al rallentamento degli investimenti è costato l’1,3% del Pil, con un impatto di 1.000 sterline per ogni famiglia britannica.

Cresce poi il deficit commerciale, che con l’Unione Europea ha raggiunto il livello record nell’ultimo trimestre del 2022 di 32,9 miliardi di sterline: si tratta del divario tra import ed export di merci più ampio dall’inizio delle rilevazioni nel 1997. Secondo i dati dell’Office for National Statistics le importazioni dall’Ue, le esportazioni si sono fermate a 49,2 miliardi di sterline. Ciò potrebbe riflettere l’impatto delle barriere doganali introdotte dopo l’abbandono dell’Unione.

Per quanto riguarda i videogame, la Brexit si è innestata in realtà su altri problemi di portata mondiale, che gli analisti che hanno curato il report individuano nella guerra tra Russia e Ucraina e nelle conseguenze economiche: recessione, inflazione, aumento dei costi energetici/alimentari/della vita.

I ricavi del segmento software sono comunque cresciuti dello 0,4% nel 2022 per un totale di 4,57 miliardi di sterline. In particolare su mobile si è registrato un aumento del 11%, le vendite digitali per PC del 2,2%, mentre quelle fisiche e digitali per console sono diminuite rispettivamente del 4,7% e del 4,3%.

“Il segmento digitale del mercato delle console del Regno Unito è stato influenzato da un ulteriore spostamento verso i livelli di coinvolgimento pre-pandemia, con un conseguente minor numero di download di titoli software legacy e una riduzione della spesa per i DLC”, ha affermato Matt Bailey, analista di Omdia. E in effetti, allargando lo zoom si può notare quanto le vendite degli ultimi anni fossero state adulterate dall’effetto lockdown. Siamo infatti a un +17% se confrontato agli anni precedenti alla pandemia da Covid-19, che ovviamente ha favorito parecchio il settore dell’intrattenimento domestico.

E poi c’è la crisi dei chip. “La mancanza di fornitura di hardware, in particolare per PS5, ha anche impedito a molti aspiranti possessori di console di nona generazione di spostare la propria spesa verso contenuti digitali di valore superiore. E, sebbene i servizi in abbonamento per console rimangano un’area chiave di crescita, non stanno ancora generando i ricavi necessari per compensare i cali in altre aree della spesa nel mercato digitale”.

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