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Just Eat Primo Maggio

Just Eat al concerto del Primo maggio. La rete le suona e le canta a Cgil, Cisl e Uil

Concerto Primo Maggio: ridda di polemiche e sfottò social per la sponsorizzazione di Just Eat. Il logo della piattaforma è andato di traverso a parecchi militanti. Ecco che è successo in rete...

 

È stato un Primo maggio a dir poco tribolato quello appena trascorso per i sindacati, presi non solo sul fronte esterno dalle polemiche col governo per il contenuto del decreto Lavoro, ma anche da un curioso fronte interno, nato dalla sponsorizzazione del Concertone da parte di Just Eat.

 

Inutile dire che, visti i trascorsi, le vicissitudini dei rider e il fatto che il marchio rappresenti quella gig economy osteggiata proprio dai sindacati per la mancanza di tutele, la notizia abbia fatto storcere il naso a molti, tanto che le polemiche, rimbalzando qua e là sui principali social, hanno avuto una eco tale da prevalere sulla musica degli artisti presenti sul palco.

 

Ne ha scritto pure l’Huffington Post, tirando in ballo pure l’armocromia di Elly Schlein e le mille contraddizioni della sinistra.

Ma soprattutto ne hanno scritto tanti, tantissimi militanti (anche qualche ex rider, pare), molti dei quali hanno rispolverato vecchie foto che dovrebbero mettere a nudo l’imbarazzo delle sigle sindacali.

just eat primo maggio

Del resto, anche se in Italia la piattaforma si sta muovendo per la messa in regola dei propri rider, soltanto nelle ultime settimane nel Regno Unito ha annunciato che i fattorini impiegati dal servizio britannico “Scoober” sono stati avvisati che non saranno assunti con contratti a tempo pieno: al loro posto pedaleranno lavoratori freelance. Anche altri 170 dipendenti del reparto operativo dell’azienda saranno soppressi. E naturalmente ora si teme l’effetto contagio negli altri Paesi europei.

In realtà il modello Scoober viene applicato a macchia di leopardo. In Irlanda e Slovacchia l’azienda utilizza il modello gig.  In Francia, Just Eat utilizza corrieri dipendenti “Scoober” a Parigi, ma non in altre città.

 

Nel resto dell’Unione Europea l’azienda assume i propri corrieri. Proprio in Gran Bretagna, oltre il 90% delle consegne viene effettuata da lavoratori autonomi. Ulteriori disparità tra lavoratori della medesima azienda che certo dovrebbero imbarazzare le sigle sindacali…

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