Skip to content

Google Cookie

Perché Google ha iniziato a dire addio ai Cookie su Chrome?

Google ha disabilitato i cookie per 30 milioni di utenti Chrome. È il primo passo nel piano del colosso della ricerca di rimuovere completamente gli strumenti di tracciamento online dal browser web. Ma gli inserzionisti non sono ancora pronti.

Addio ai cookie per Google.

Quando stiamo navigando in rete e su alcuni siti compare della pubblicità correlata a un acquisto già effettuato o a un altro sito già visitato, ecco tutto questo è merito dei cookie. Quest’ultimi, piccoli file archiviati sul tuo dispositivo, possono essere utilizzati per registrare vari tipi di dati sugli utenti, tra cui: cosa fai sul sito, in che parte del mondo ti trovi, quale dispositivo stai utilizzando e dove andrai online dopo.

Ora, anni dopo aver introdotto per la prima volta il suo progetto Privacy Sandbox, Google sta distribuendo un nuovo strumento che per impostazione predefinita limita i cookie di terze parti all’1% degli utenti Chrome a livello globale.

Chrome possiede più della metà della quota di mercato mondiale dei browser e, secondo Gizmodo, ciò significa che Google ha ucciso cookie per 30 milioni di utenti.

Google descrive le modifiche come un test, con piani per un’implementazione completa per eliminare i cookie entro la fine dell’anno.

I cambiamenti, tra i più grandi nella storia del settore della pubblicità online da 600 miliardi di dollari all’anno, sono incentrati sull’uso dei cookie, una tecnologia che registra l’attività degli utenti di Internet sui siti Web in modo che gli inserzionisti possano indirizzarli con annunci pertinenti, rileva il Wall Street Journal.

Inserzionisti, editori e altri attori dell’ecosistema dei media digitali sono stati inizialmente informati che Google stava pianificando di eliminare i cookie da Chrome a gennaio 2020. Ma gli inserzionisti non sono ancora pronti.

L’INIZIO DELLA FINE DEI COOKIE PER GOOGLE SU CHROME

Il colosso di Mountain View sta apportando cambiamenti radicali al modo in cui le aziende monitorano gli utenti online, mosse che sono in atto da anni.

Una nuova funzionalità del browser Chrome disabilita i cookie di terze parti: dal 4 gennaio è disponibile per l’1% degli utenti globali, circa 30 milioni di persone. Google afferma che agli utenti scelti a caso verrà chiesto se desiderano “navigare con maggiore privacy”.

LA STRATEGIA DEL COLOSSO DI MOUNTAIN VIEW

“Stiamo adottando un approccio responsabile per eliminare gradualmente i cookie di terze parti in Chrome” ha spiegato Anthony Chavez, vicepresidente di Google, in un post sul blog.

“Se un sito non funziona senza cookie di terze parti e Chrome rileva che stai riscontrando problemi… ti proporremo un’opzione per riattivare temporaneamente i cookie di terze parti per quel sito web” ha proseguito. Il gigante tecnologico afferma che sta lavorando per rendere Internet più privato.

L’INIZIATIVA PRIVACY SANDBOX

Google ha progettato l’iniziativa Privacy Sandbox, proprio come suggerisce il nome, per essere un’alternativa ai cookie che consentirà agli inserzionisti di pubblicare annunci pubblicitari per gli utenti proteggendone allo stesso tempo la privacy. Assegna gli utenti a gruppi in base ai loro interessi, in base alle loro recenti attività di navigazione, e gli inserzionisti possono utilizzare tali informazioni per abbinarli ad annunci pertinenti. Il sistema dovrebbe essere meno invasivo dei cookie: tutti i dati e l’elaborazione avvengono sul dispositivo stesso e Google afferma che memorizzerà gli interessi degli utenti per tre settimane, spiega Engadget.

Tuttavia, la testata ricorda che questo progetto ha attirato l’attenzione delle autorità di regolamentazione riguardo alle preoccupazioni che renderà l’azienda ancora più potente di quanto non sia già. Chrome di Google è il browser Internet più popolare al mondo, con circa il 60% degli utenti Internet che lo utilizza, evidenzia ancora Gizmodo. Quindi se Google si libererà di questa tecnologia ucciderà sostanzialmente i cookie per sempre.

Rivali come Safari di Apple e Mozilla Firefox – che generano molto meno traffico Internet – includono già opzioni per bloccare i cookie di terze parti.

E GLI INSERZIONISTI?

L’annuncio ha scosso l’ecosistema pubblicitario, con gli operatori del settore preoccupati che le nuove tecnologie cosiddette Privacy Sandbox non si dimostreranno sostituti adeguati e che la mossa potrebbe consolidare ulteriormente il dominio di Google nel mercato della pubblicità online. Google ha già dovuto posticipare due volte la scadenza originaria per l’eliminazione dei cookie, ricorda Business Insider.

Difatti alcuni inserzionisti continuano a sostenere che ne soffriranno. Dal punto di vista di molti siti web, i cookie sono una parte vitale della vendita della pubblicità da cui dipendono.

“La soluzione di Google, Chrome Privacy Sandbox, che funziona solo su un browser Chrome, probabilmente non avvantaggia nessun altro oltre a Google”, ha affermato Phil Duffield, vicepresidente britannico presso The Trade Desk, che gestisce una piattaforma per consentire alle aziende di acquistare annunci pubblicitari online, ripreso dalla Bbc. “Proteggere la privacy dei consumatori online non deve significare rendere più difficile per gli editori ottenere entrate” ha rimarcato Duffield.

“Il 2024 è iniziato con un brusco risveglio per i marketers. A partire dal 4 gennaio, Google procederà a disabilitare i cookie di terze parti. Questa non dovrebbe essere una novità per il settore; tuttavia quasi la metà dei responsabili marketing conosce poco o nulla delle soluzioni cookieless e ID-less attualmente disponibili”  ha commentato a Startmag Francesca Lerario, Managing Director Southern Europe di Ogury, adtech anglo-francese con un modello di pubblicità basato sull’esplicito consenso degli utenti alla raccolta dati.

“I pubblicitari non possono però più permettersi di rimandare questo problema e il tempo stringe con il nuovo anno alle porte — ha concluso Lerario —
È quindi necessario non temere il futuro, ma cogliere l’opportunità di esplorare soluzioni scalabili che consentano di targetizzare accuratamente il pubblico senza fare affidamento sugli identificatori. Solo così, con l’anno nuovo, i responsabili marketing potranno essere pronti”.

Torna su