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Amazon Gaming Licenziamenti

Amazon, game over per 180 dipendenti nella divisione gaming

La scure dei licenziamenti torna ad abbattersi nella divisione gaming di Amazon, finora mai decollata per davvero, confermando che il 2023 sarà ricordato come uno degli anni più difficili per l'industria videoludica

È davvero difficile contare i licenziamenti all’interno dell’industria videoludica in questo 2023, vero e proprio annus horribilis per i lavoratori del settore, ora che la pandemia è finita e la gente è tornata a spendere per hobby all’aria aperta, ma soprattutto che l’ondata inflazionistica ha spinto gli utenti – in particolar modo i più giovani – a risparmiare mentre l’avanzata delle intelligenze artificiali ha fatto il resto, soppiantando sviluppatori, artisti, disegnatori e musicisti all’interno delle software house.

VIDEOGIOCHI, I LICENZIAMENTI NEL 2023

C’è chi parla di seimila posti di lavoro in meno in neanche nove mesi. Poi basta allargare lo zoom e buttare l’occhio ai diecimila licenziamenti in Microsoft, che hanno riguardato anche la divisione gaming, tra cui 343 Industries e la software house acquisita appena 2 anni fa Bethesda Game Studios, per comprendere come il malessere esondi dai confini del comparto di riferimento. Sempre la dieta avviata i Microsoft ricorda poi che anche i colossi piangono.

TUTTI I LICENZIAMENTI NEL GAMING DI AMAZON

E infatti pure Amazon torna a tagliare. “Torna” perché era già accaduto lo scorso aprile, con più di 100 persone dello staff lasciate a casa. Adesso i licenziamenti della divisione gaming di Amazon riguardano 180 unità. Chiude così Crown Channel, un canale Twitch sostenuto dal colosso dell’ecommerce, come viene pure colpito il team Game Growth, studio che ha l’obiettivo di rifocalizzare gli sforzi legati a Prime Gaming.

Un colpo per una unità che pareva avere le potenzialità per cambiare gli assetti sul mercato, guardata con timore dagli attori sulla scena da decenni, mentre finora non ha combinato granché. Ma ha bisogno di tempo e di investimenti, non di risparmi e licenziamenti.

Del resto anche Netflix continua a faticare nel settore videoludico se si considera che, dei 247,15 milioni di abbonati, meno dell’1% gioca quotidianamente con i circa 80 titoli titoli inclusi nel servizio in abbonamento.

Non si tratta di dati ufficiali ma di un report diffuso dalla società di analisi di mercato Apptopia ripresi da CNBC, che ha anche affermato che a settembre una media prevista di 2,2 milioni di utenti giocava a uno o più titoli al giorno. Si stima inoltre che i giochi di Netflix siano stati scaricati 70,5 milioni di volte in tutto il mondo.

COSA DICE IL COLOSSO DELL’ECOMMERCE

Il vice presidente di Amazon Games, Christoph Hartmann, ha inviato una comunicazione ai dipendenti, poi ripresa da The Verge: “Abbiamo ascoltato i nostri clienti – si legge – e sappiamo che offrire giochi gratuiti ogni mese è ciò che desiderano di più, quindi stiamo perfezionando il nostro benefit di Prime per concentrarci maggiormente su questo aspetto”. Un messaggio benaugurante, ma intanto Amazon procede coi licenziamenti nella divisione gaming.

“So che si tratta di una notizia difficile e che l’impatto sarà percepito da tutti”, ha aggiunto Hartmann. “Non è mai bello dire addio ai colleghi. Non si tratta di una decisione presa in fretta dal team di leadership, ma del risultato di ampie riflessioni e di un’analisi del nostro futuro. Siamo orgogliosi del lavoro svolto dai team, che si sono spinti in nuove aree con i contenuti settimanali di Crown Channel e hanno trovato altri modi per aiutare gli editori a raggiungere un nuovo pubblico con Game Growth. Ma dopo un’ulteriore valutazione delle nostre attività, è apparso chiaro che dobbiamo concentrare le nostre risorse e i nostri sforzi per offrire grandi giochi ai giocatori, ora e in futuro”.

LA DIETA SONY NON SI FERMA (NONOSTANTE L’OTTIMA TRIMESTRALE)

E non è la sola. Negli ultimi giorni un report pubblicato da Sports Illustrated’s GLHF ha rivelato che ci sono stati licenziamenti in casa Media Molecule, il team di sviluppo di giochi come Dreams e LittleBigPlanet che dovrebbe dimagrire di una ventina di unità sui 130 attuali.

Restando nei dintorni di PlayStation, lo scorso 30 ottobre è emersa la notizia del licenziamento di 100 dipendenti in Bungie (responsabile della serie Destiny) sul totale dei 1200 che compongono lo studio: addio a creativi storici come Michael Salvatori, colpito dai tagli che stanno ristrutturando l’intera Sony Interactive Entertainment. Un numero inferiore di licenziamenti sta interessando Naughty Dog, lo studio first-party di Sony, costretto pure a mettere in pausa a tempo indeterminato il progetto dello spin-off multiplayer di The Last of Us.

Mimimi Games ha annunciato che Shadow Gambit: The Cursed Crew, accolto proprio quest’anno da recensioni molto favorevoli, sarà l’ultimo gioco dello studio, che in futuro non si cimenterà in nuovi progetti e ridurrà il suo staff. Infine, sembra che Unity sia pronta ad altri tagli al personale, dopo aver già licenziato 900 persone nell’ultimo periodo. Questo solo per riportare i tagli di cui si ha avuto notizia nelle passate settimane. E il 31 dicembre è ancora parecchio lontano.

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