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Romania

La Romania flirta con le telecamere di sorveglianza cinesi

La Romania ha acquistato telecamere di sorveglianza di Hikvision per una cittadina che ospita il sistema di difesa Aegis della Nato. Tutti i dettagli.

L’acquisto di attrezzature di sorveglianza prodotte in Cina da parte delle forze armate rumene, registrato il 16 gennaio, ha sollevato questioni di sicurezza nazionale di ampia portata. Un’inchiesta condotta da RFE/RL, emittente finanziata dagli Usa, ha messo in luce che per meno di 1.000 dollari, un funzionario del Ministero della Difesa della Romania ha acquistato un commutatore a otto porte e due telecamere di sorveglianza per una base militare nel tranquillo villaggio meridionale di Deveselu, che ospita il sistema di difesa missilistica terrestre Aegis Ashore della NATO.

Le telecamere, fabbricate da Hikvision, società cinese parzialmente posseduta dallo stato e con presunti collegamenti all’esercito cinese, sono state segnalate per le loro vulnerabilità di sicurezza e inserite in liste nere negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

COSA SAPPIAMO DEGLI APPARECCHI CINESI (NON SOLO HIKVISION) IN ROMANIA

Nonostante l’assenza di prove di interruzioni causate da questi dispositivi a Deveselu, un’indagine ha rivelato che apparecchi di sorveglianza di Hikvision e Dahua, un’altra compagnia sotto parziale controllo statale cinese, sono diffusamente utilizzati in almeno 28 installazioni militari in Romania, così come in numerose altre istituzioni pubbliche chiave per la sicurezza nazionale.

A differenza di altri paesi membri della NATO come gli Stati Uniti e il Regno Unito, in Romania non vi sono divieti sull’utilizzo delle apparecchiature Hikvision o Dahua. Il Ministero della Difesa e altre agenzie di sicurezza nazionale che impiegano queste tecnologie hanno comunicato a RFE/RL che tali sistemi operano su circuiti chiusi privi di connessioni internet, seguendo rigidi protocolli di sicurezza.

I RISCHI PER LA SICUREZZA NAZIONALE

Tuttavia, specialisti del settore sostengono che l’impiego di tali dispositivi in Romania solleva criticità sulla sicurezza delle informazioni sensibili e sulla potenziale esposizione a rischi. Vulnerabilità nel software potrebbero consentire accessi e controlli a distanza, intercettazioni e attacchi di hacker, mettendo in pericolo la rete. Questi rischi, benché non esclusivi di Hikvision e Dahua, sono aggravati dai dubbi sulla gestione dei dati da parte delle aziende, i loro legami con il governo cinese e un crescente elenco di falle di sicurezza.

COSA DICE HIKVISION

Sebbene l’Unione Europea non abbia imposto restrizioni verso Hikvision e Dahua, e il Parlamento Europeo abbia eliminato le loro apparecchiature dai suoi edifici, le aziende negano che i loro rapporti con lo stato cinese le rendano un pericolo per la sicurezza. Hikvision, in particolare, ha affermato di aggiornare costantemente i propri sistemi per correggere eventuali vulnerabilità e di non avere accesso alle telecamere una volta vendute ai clienti, assicurando un’attenta gestione delle minacce alla sicurezza.

COSA PREVEDE LA LEGGE IN ROMANIA

Nonostante ciò, in Romania non vi è ancora una legge che vieti espressamente l’acquisto di tali dispositivi, anche se alcuni politici, come Catalin Tenita, argomentano che le basi legali per un divieto esisterebbero già ma non sono state applicate. Il Ministero della Difesa rumeno sostiene che, data la mancanza di connessione a Internet di queste apparecchiature, esse non sarebbero suscettibili di infiltrazioni esterne, garantendo la sicurezza attraverso reti interne protette e procedure di approvazione stringenti.In conclusione, la presenza di apparecchiature di sorveglianza cinesi in siti militari cruciali in Romania pone interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture critiche, richiamando l’attenzione sulla necessità di bilanciare i benefici tecnologici con le potenziali minacce alla sicurezza nazionale e internazionale.

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