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Ciarlatani e predicatori

Il Bloc Notes di Michele Magno

Dopo aver descritto nei “Teatri di Napoli” la concorrenza che nel Seicento si facevano ciarlatani e gesuiti per intrattenere la plebe, Benedetto Croce – citando un episodio riferito dal vescovo protestante Burnet – aggiunge: “Anzi una tradizione vuole che fu proprio al Largo di Castello che quel tale predicatore, abbandonato dai suoi uditori per un Pulcinella, esclamò, mostrando il crocefisso, le famose parole: Qui, qui, ché questo è il vero Pulcinella”.

Beninteso, quando le delegazioni del M5S e della Lega si incontrano per discutere di riforma delle pensioni e di reddito di cittadinanza, non ci sono né ciarlatani né predicatori, ma solo serissimi parlamentari e dirigenti politici. A pensarci bene, tuttavia, il rischio che Luigi Di Maio e Matteo Salvini possano calcare la stessa scena immortalata nell’aneddoto del grande filosofo è forte. Una scena, cioè, in cui la ricerca di difficili complicità si consuma nel gelo di una irriducibile rivalità.

In ogni caso, le giravolte del governo Conte sulla “manovra del popolo” per evitare la procedura d’infrazione minacciata da Bruxelles confermano un’antica verità, ovvero che al tempo del Carnevale – della diversità fatta festa in cui ogni follia è lecita – segue sempre il tempo dell’espiazione e della catarsi: quello della Quaresima e della settimana santa.

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