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sitael space factory

Quello che non dice Sitael sulle Space Factory

Sitael ha realizzato due Space Factory in Italia, a Mola di Bari e a Pisa. Il progetto è parte del Partenariato Pubblico Privato “Space Factory 4.0” con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con fondi del Pnrr. Peccato che i vertici di Sitael non parlino di soldi statali ricevuti e della coccolosa (eccessiva?) benevolenza dell'Asi...

Avviate due Space Factory in Italia dalla pugliese Sitael grazie ai fondi del Pnrr, ma quanti fondi?

“Siamo unici in Italia ad aver realizzato due Space Factory. Una a Mola di Bari e una a Pisa che si occupa in particolare della propulsione elettrica dei satelliti che è strategica perché permette ai satelliti di spostarsi nelle orbite”, ha spiegato Chiara Pertosa, ceo dell’azienda del gruppo pugliese Angel Investments (la holding guidata da Vito Pertosa), in una recente intervista al quotidiano Il Tempo.

Lo stabilimento di Mola di Bari di Sitael è una delle quattro Space Factory co-finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) grazie ai fondi del Pnrr, per creare una rete di fabbriche per la produzione di satelliti di nuova generazione.

Due anni fa proprio Sitael, insieme a Cesi, Thales Alenia Space Italia, Argotec e Cira si aggiudicarono i contratti per la realizzazione della Space Factory del Pnrr “un asset strategico per il nostro Paese nell’ambito dei processi realizzativi per piccoli satelliti, rafforzando e potenziando le competenze della filiera industriale nazionale del settore in forte crescita” secondo l’Asi. Il contratto prevedeva un investimento complessivo pari a circa 65 milioni di euro.

Ad oggi mancano però dettagli sulla distribuzione dei fondi tra pubblico e privato e la quota di co-finanziamento dell’azienda pugliese.

LE RISORSE PUBBLICHE PER LA SPACE FACTORY DI MOLA DI BARI

Uno dei punti più delicati riguarda l’utilizzo dei fondi pubblici per la Space Factory di Mola di Bari.

Per la Holding Angel si tratta di un investimento che negli anni supera i 40 milioni di euro, una parte dei quali co-finanziati dall’Asi con fondi del Pnrr, dal Mimit e dalla Regione Puglia. Sitael non ha però dettagliato quanto denaro arrivi da ciascun canale (Pnrr, Asi, Regione, Stato); quale sia la quota effettivamente messa da Sitael come co-finanziamento privato e quali vincoli accompagnino quei fondi (obiettivi da raggiungere, scadenze da rispettare, milestone tecniche da certificare).

LE SFIDE

Inoltre, Sitael presenta il progetto come un esempio di sinergia pubblico-privata, ma la dipendenza dai contratti governativi rischia di trasformarsi in un boomerang. Basta un cambio di priorità politica o un taglio ai budget per mettere in discussione la sostenibilità dell’intera operazione.

Per esempio il programma PLATiNO, finanziato dall’Asi e dal governo Italiano con un investimento di oltre 100 milioni di euro e punta di diamante della fabbrica, ha accumulato rinvii significativi: dal lancio previsto inizialmente per il 2020, posticipato poi nel 2021, si è arrivati al 2025.  Le cause precise non sono state chiarite e non è dato sapere quali misure Sitael abbia adottato per evitare ulteriori slittamenti.

Inizialmente il lancio del primo satellite PLT 1 era previsto nella seconda metà del 2020, posticipato poi nel 2021, si attendeva il 2023. Il programma dunque ha scontato dei ritardi.

Un anno fa, in occasione dello Iac 2024 a Milano, Startmag aveva incontrato Chiara Pertosa, ceo di Sitael. Interrogata sui motivi del ritardo del progetto Platino, Pertosa aveva sottolineato: “È un progetto molto complesso dal punto di vista tecnologico, sono 5-6 sviluppi insieme realizzati da aziende diverse che hanno anche interessi diversi. Tuttavia la piattaforma è un prodotto molto performante, molto richiesto sul mercato. Quindi siamo molto soddisfatti”.

L’iniziativa di Sitael costituisce senza dubbio un passo avanti per il settore spaziale italiano, sebbene permangano alcune incertezze sulla trasparenza della base economica.

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