L’ostica competizione delle auto a guida autonoma, che soltanto lo scorso anno ha visto uscire di strada Cruise, il player su cui aveva scommesso il colosso americano General Motors, vede sprintare di colpo un nuovo robotaxi: Nuro.
CHI SALE A BORDO DELLE AUTO A GUIDA AUTONOMA DI NURO
Nuro, che aveva già tessuto nelle scorse settimane partnership di tutto rispetto sia con il marchio americano dell’auto elettrica di lusso Lucid (sostenuto dal saudita Public Investment Fund) sia con l’ormai ex startup Uber, con l’ultimo aumento di capitale da oltre 200 milioni di dollari ha accolto a bordo anche Icehouse Ventures, Kindred Ventures e Pledge Ventures. Il nuovo capitale ha proiettato l’azienda verso un valore di 6 miliardi di dollari.
L’INTERESSE DI NVIDIA
Tra i nomi noti anche ai profani spicca Nvidia, che da tempo coltiva l’interesse per il comparto dei robotaxi. Come ricorda Quartz l’azienda hi-tech ha messo a punto un software per i veicoli a guida autonoma – chiamato Nvidia Drive – che si appoggia alle sue Gpu e che può essere utilizzato sia per la guida completamente autonoma sia per quella assistita. Nel 2022, inoltre, l’azienda aveva annunciato un chip pensato per le necessità del settore automotive, Drive Thor, che sta presentando proprio in quest’ultimo periodo a diversi colossi automobilistici cinesi, da Byd in giù.
LA ROADMAP DAL 2016 A OGGI
Tornando a Nuro, nell’elenco degli investitori figurano anche clienti assistiti da T. Rowe Price Associates, Fidelity, Tiger Global Management, Greylock Partners e XN. Fondata nel 2016 da Jiajun Zhu e Dave Ferguson, è riuscita a mettere in strada le sue auto a guida autonoma in California e in Texas solo nel 2022.
L’accelerazione almeno a livello di immagine però la si ha avuta solo negli ultimi mesi, con l’annuncio di una partnership con Lucid e Uber per il lancio di un servizio globale di robotaxi di nuova generazione. In tutto, Nuro finora ha raccolto oltre 2,3 miliardi e perciò sembra essere destinata a competere direttamente coi grandi della categoria: Tesla e Waymo.
LA CORSA ACCIDENTATA DELLE AUTO A GUIDA AUTONOMA
Sono però tante le startup che intendevano sviluppare tecnologie per auto a guida autonoma a essersi schiantate negli ultimi anni, nonostante foraggiamenti miliardari da parte di investitori d’eccellenza. Oltre a Cruise, finita col motore in panne nell’autunno del 2024, zavorrata da uno scandalo legato a un sinistro, tra i casi eclatanti si ricorda quello di Argo IA fondata nel 2016 da Bryan Salesky e Peter Randers nella quale Ford aveva investito 1 miliardo di dollari mentre i tedeschi di Volkswagen oltre 2,6 miliardi.
LA CINA FRENA, L’AMERICA ACCELERA?
Gli investimenti nel comparto negli ultimi due lustri sono stati a dir poco stellari, mentre i risultati per quanto promettenti si sono rivelati molto deludenti, come ben sa Elon Musk, che ancora non è riuscito a dare ai propri utenti l’auto completamente autonoma promessa anni fa, con diverse class action fiorite proprio lamentando tali ritardi.
Molto, del resto, dipende anche dai legislatori, comprensibilmente restii a trasformare le città in enormi circuiti per test che possano causare sinistri potenzialmente mortali. La Cina sta rivedendo in senso restrittivo le proprie regole, mentre negli Usa gli analisti attendono da Donald Trump norme di segno opposto che, ripetono come un mantra dalla Silicon Valley “non soffochino la corsa dell’innovazione”. Tuttavia la regolamentazione in senso stretto è competenza dei singoli stati americani.