Il nostro Paese si lascia alle spalle un fine settimana da ‘bollino nero’. E una volta tanto l’inflazionata espressione giornalistica non si riferisce né alle temperature estive, che pure non sono state certo benevole, né al congestionamento delle autostrade nel primo weekend estivo del 2025 ma all’ultimo (il primo si verificò lo scorso 20 ottobre) e non meglio specificato problema tecnico occorso al Centro di controllo d’area di Milano Linate dalla durata di oltre un’ora e mezza che si è ripercosso sugli aeroporti e il relativo traffico aereo di Milano, Bergamo, Genova e Torino, causando la cancellazione di 320 voli. Un incidente destinato a diventare, visto anche il rimpallo delle responsabilità, l’ennesimo “chiodo” capace di mandare in tilt le infrastrutture strategiche che il ministro competente, il vicepremier Matteo Salvini, dovrà chiarire a livello politico. Ma andiamo con ordine sul caso dei radar Enav.
COSA SI SA SUL GUASTO RADAR
Come si vedrà, sono ancora poche le certezze su quanto accaduto. Una di queste riguarda l’ora di inizio dei problemi: le 20.18 di sabato 28 giugno. È a quell’ora che al Centro di controllo d’area di Milano Linate — la sala di Enav, l’ex Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo ora società controllata dallo Stato e quotata in Borsa, che gestisce il traffico aereo di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta — sorgono i primi problemi al sistema di trasmissione dei dati. Inizialmente fonti di stampa parlano di un attacco hacker o a un mal funzionamento dovuto all’ondata di calore che ha colpito il Paese, ma le ipotesi vengono velocemente scartate.
COS’E’ UN CENTRO DI CONTROLLO
Il Centro di controllo è una sala radar che fornisce i servizi del traffico aereo ai voli controllati nello spazio di propria responsabilità. Lo spazio aereo italiano è gestito dai quattro Centri di controllo d’area gestiti dall’Enav: il rallentamento nella trasmissione dati che ha causato lo stop del sistema si è verificato in quello di Milano, situato presso l’aeroporto di Linate. Gli altri si trovano nello scalo di Padova (comune di Abano Terme), Roma-Ciampino e Brindisi-Casale.
COSA DICONO DALL’ENAC
Spiegherà l’indomani il presidente dell’Enac, ovvero l’Ente nazionale per l’aviazione civile (autorità di controllo del settore), Pierluigi Di Palma, all’Ansa: “Ieri abbiamo lavorato per ripristinare il sistema in raccordo con Enav a garanzia della tutela dei passeggeri, ora parte l’indagine per capire le origini dell’avaria ed attuare le azioni atte a scongiurare il ripetersi del problema”. Aggiungendo che l’Enac “ha un ruolo di vigilanza su Enav”.
LA VERSIONE DI ENAV
L’Enav da parte sua comunica che “presso il Centro di Controllo d’Area di Milano, responsabile della gestione del traffico aereo nell’area nord-occidentale del Paese” si sarebbe “verificato un rallentamento al sistema di trasmissione dati” e che “per garantire i più elevati standard di sicurezza operativa” era stato “deciso di sospendere temporaneamente le partenze e gli arrivi negli aeroporti interessati”.
Gli aerei in partenza e in arrivo su Milano Malpensa, Linate, Bergamo, Torino e Genova dunque, per circa due ore, non hanno potuto proseguire con i loro piani di volo. “Causa avaria al sistema radar di Linate, che ha coinvolto gli aeroporti del nord-ovest, tutti i voli in partenza e in arrivo sono sospesi in attesa della risoluzione del problema tecnico. Seguiranno aggiornamenti”, aveva fatto sapere l’aeroporto di Bergamo.
Tutto ciò mentre i voli in arrivo negli aeroporti regolati dal centro radar di Milano venivano dirottati su altri scali. Per un totale di 320 voli coinvolti a vario titolo. Molti velivoli, anche ad allarme rientrato, non sono comunque partiti perché l’equipaggio aveva sforato le ore di turno massime previste dalla normativa europea. La situazione per l’Enav sarebbe in linea di massima tornata alla normalità dopo un’ora e mezza, quando cioè è stato possibile far ripartire i primi voli.
IL VALZER SULLE RESPONSABILITA’
“Il problema ha riguardato la connettività che consente l’afflusso dei dati radar alla sala operativa e che è garantita da un fornitore esterno di telecomunicazioni, ovvero Tim”, l’affondo di Enav che non manca di sottolineare che “l’avaria ha interessato sia il collegamento principale sia quello di riserva della rete operativa Enet che collega in modo ridondato tutti i siti Enav”.
“Enav – continua la nota – ha attivato immediatamente il proprio sistema di emergenza basato su connettività satellitare. Questo sistema, pur offrendo prestazioni ridotte, è stato fondamentale per garantire la gestione sicura dei voli già presenti nello spazio aereo italiano al momento dell’evento”. Nel rispetto degli standard di sicurezza internazionali, il sistema ridotto non consente la gestione continuativa del traffico aereo, ricorda Enav.
“Per tale motivo – spiega – dalle ore 20:20 alle ore 22:20 è stato applicato un rateo zero, ovvero un’interruzione temporanea dei nuovi decolli e degli ingressi nello spazio aereo del nord-ovest dell’Italia”. Il progressivo ripristino delle connessioni “ha consentito il graduale ritorno alla normale operatività, con una capacità del traffico riportata al 50% già dalle 22:20. Il completo ripristino del servizio è avvenuto entro le ore 23:45”.
“Parlare di vulnerabilità del sistema di controllo è da irresponsabili”, è il duro commento dell’amministratore delegato della società, Pasqualino Monti (nella foto) evidentemente ancora scosso dalle turbolenze simili già patite lo scorso ottobre.
L’ALTRO BLACK-OUT RADAR CHE AVEVA MESSO IN GINOCCHIO GLI AEROPORTI DEL NORD
Il precedente più recente si era verificato il 20 ottobre dell’anno scorso. In quel caso il guasto fu causato – spiegò l’Enav – da un problema al software di gestione del traffico e il blocco totale della circolazione per quanto importante fu di circa 40 minuti contro i 90 della sera del 28 giugno.
LA REPLICA DI TIM
Non si fa attendere la replica di Tim, chiamata direttamente in causa dall’Enav: “La trasmissione dei dati viene garantita da sistemi ridondanti per cui, ove non funzioni un canale, se ne attiva un altro di backup”. Il gruppo sibila che proprio l’Enav nei suoi numerosi dispacci “conferma di essere stato costantemente operativo per monitorare la situazione e garantire i livelli di affidabilità richiesti dal sistema sia per la componente di propria responsabilità contrattuale sia a supporto di Enav”.
Quindi la chiosa altrettanto dura: “Il funzionamento del radar dipende da diversi sistemi riferibili a differenti operatori e sulla base delle informazioni in nostro possesso, Tim si considera estranea ai fatti”. Infine la società di telecomunicazioni chiosa aggiungendo che “le analisi in corso stabiliranno la catena di responsabilità anche nell’ottica che l’accaduto non possa reiterarsi”.
DECOLLA L’ESPOSTO DEL CODACONS
“Quanto accaduto nelle scorse ore rappresenta un episodio gravissimo che ha messo in ginocchio il settore del trasporto aereo, coinvolgendo migliaia e migliaia di passeggeri – la denuncia del Codacons, associazione a difesa del consumatore -. Un disservizio ancor più grave perché si verifica nel periodo estivo, quando cioè aumentano le partenze degli italiani per vacanze e viaggi di piacere”.
E SALVINI?
Sparisce dai radar – e dai social – Matteo Salvini che lascia al ministero il compito di vergare una nota assai scarna nella quale si fa sapere che il ministro comunque è sul pezzo (“Ha seguito con attenzione l’evolversi della situazione ed è costantemente in contatto con tutti i soggetti coinvolti a partire da Enav”) mentre sui propri canali personali fa capolino solo per pubblicare diversi post sulla sicurezza più attinenti al dicastero dell’Interno che non al suo perimetro governativo, anche se è vicepresidente del Consiglio. Gli unici interventi riguardanti le sue funzioni hanno a oggetto la riapertura del tunnel del Tenda che collega Italia e Francia. Per il leader della Lega una “Promessa mantenuta” anche se, annotano i quotidiani del Nord Ovest, anche in questo caso le polemiche non sono mancate. Nulla, però, rispetto al codazzo velenoso che rischia di avere questo ennesimo black-out radar.