C’è di mezzo il solito Autopilot, già al centro di altre cause intentate singolarmente dagli utenti del marchio texano convinti che non abbia rispettato le altisonanti promesse di Elon Musk, ma anche molto di più nel voluminoso fascicolo che la Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes, ovvero l’Antitrust francese, ha predisposto nei riguardi di Tesla.
IN FRANCIA L’ENTE SULLA CONCORRENZA FA LE PULCI A TESLA
L’autorità deputata a sorvegliare i mercati a beneficio dei consumatori e delle imprese della Francia sostiene che durante l’indagine avviata tra il 2023 e il 2024 siano emerse molteplici condotte su cui Tesla è chiamata a intervenire per evitare la comminazioni di sanzioni pecuniarie rilevanti. Tace – ed è una notizia – al momento l’account del patron del Gruppo, solitamente molto attivo sul – suo – profilo X quando c’è da contrattaccare le autorità che fanno le pulci a Tesla.
OH, LÀ LÀ
Spicca, come si anticipava, l’ipotesi di “pratiche commerciali ingannevoli” per quanto riguarda “la capacità di guida completamente autonoma dei veicoli Tesla”, condotta che si estende secondo la Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes alla “disponibilità di determinati optional” e alle “offerte di permuta dei veicoli”. Il nodo principale insomma resta ancora una volta l’Autopilot che, secondo i roboanti annunci di Musk, avrebbe reso le sue vetture completamente autonome nel giro di pochi anni.
Da parte sua l’uomo più ricco del mondo, soltanto l’11 giugno scorso era tornato a tuonare contro i legislatori del Vecchio continente a suo dire eccessivamente lenti nel dare l’ok al proprio sistema tecnologico Autopilot che, sempre secondo il numero 1 di Tesla, “diminuisce di quattro volte il numero di feriti”. Insomma, qui la disputa rischia di essere duplice: da un lato c’è chi accusa Tesla di non essere riuscita a mantenere le promesse iniziali, dall’altro l’azienda statunitense sostiene che le norme europee di mettano le ganasce alle sue vetture automatiche.
GLI ALTRI RILIEVI CHE LA FRANCIA MUOVE A TESLA
Ma le presunte pratiche commerciali ingannevoli rilevate dall’Autorità vanno ben oltre: in Francia infatti Tesla avrebbe anche predisposto “contratti di vendita senza data, scadenza o luogo di consegna del veicolo e senza menzione del pagamento a credito”, avrebbe richiesto ai consumatori il pagamento “prima della fine del periodo di recesso previsto dalla legge quando finanziano l’acquisto con un prestito assegnato” e non avrebbe rilasciato alcuna “ricevuta valida come quietanza in caso di pagamento parziale in contanti”.
Ci sarebbero stati inoltre casi di “mancato rimborso degli ordini per i quali i consumatori hanno esercitato il diritto di recesso entro i termini previsti” e la Casa texana sarebbe stata particolarmente avara circa “le informazioni preventive sulle modalità di consegna e in particolare sul luogo di consegna”. La Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes ha dato quattro mesi di tempo alla Casa americana per cessare queste pratiche e mettersi in regola con le norme nazionali a tutela dei consumatori, “in caso di mancato adempimento entro tale termine – viene sottolineato nel comunicato – data la particolare gravità della condotta, l’ingiunzione volta a far cessare la pratica commerciale ingannevole relativa all’opzione di guida completamente autonoma per alcuni veicoli Tesla è soggetta a una sanzione di 50 mila euro al giorno” fino a quando il costruttore statunitense non avrà adempiuto.