H&M, il secondo più grande rivenditore di moda quotato al mondo, ha registrato profitti leggermente superiori alle attese nel secondo trimestre, lanciando al settore un segnale incoraggiante, ma che non può non tenere conto della cautela dei consumatori e dei maggiori costi di produzione, compresi i dazi statunitensi sulle importazioni cinesi.
VENDITE IN CALO MA AZIONI IN RISALITA
Il colosso svedese ha registrato un secondo trimestre superiore alle aspettative in termini di profitto. Nonostante un leggero calo delle vendite complessive rispetto alle previsioni, l’utile operativo di circa 5,91 miliardi di dollari ha superato le stime degli analisti (5,88 miliardi), portando il margine di profitto operativo all’11,9%, in notevole miglioramento rispetto all’8,2% dell’anno precedente.
Questo dato, riferisce Reuters, ha spinto le azioni di H&M a guadagnare il 7,5% nelle prime contrattazioni a Stoccolma, il maggiore rialzo intraday da aprile, dimostrando che gli investitori stanno riponendo maggiore fiducia nella capacità del marchio di generare redditività piuttosto che nella sola crescita dei volumi di vendita. Su questo, l’azienda ha dichiarato di aspettarsi che le vendite di giugno, misurate in valute locali, aumentino del 3%, che rappresenterebbe un miglioramento dopo un calo del 6% nello stesso periodo dell’anno precedente.
Anche Inditex, proprietario di Zara, all’inizio di giugno ha riportato vendite deludenti, a indicare che i consumatori stanno riducendo le spese per l’abbigliamento, mentre i dazi creano rischi per la crescita economica globale.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
I risultati complessivi di H&M sono stati superiori alle “aspettative pessimistiche”, secondo gli analisti di Jefferies, i quali hanno aggiunto che il margine lordo, che ha leggermente battuto le stime nel trimestre, “sarà un punto chiave di attenzione per il futuro”.
Anche per l’analista di Alphavalue Jie Zhang, “la consegna di un margine leggermente migliore del previsto invia un segnale positivo al mercato”. Tuttavia, H&M ha segnalato maggiori sconti nel terzo trimestre.
Spengono in parte l’entusiasmo gli analisti di JPMorgan, i quali hanno messo in guardia gli investitori dal trarre conclusioni dai dati più forti sulle vendite attuali a giugno, poiché il dato è confrontato con le cifre “molto deboli” dell’anno scorso.
LE INCERTEZZE DEL MERCATO
Nonostante infatti il quadro positivo sul fronte dei profitti, H&M continua a navigare in un contesto economico globale incerto e volatile. I dazi statunitensi sulle importazioni cinesi rappresentano una “situazione molto turbolenta”, secondo l’amministratore delegato Daniel Erver, che ha evidenziato come i concorrenti abbiano già aumentato i prezzi negli Stati Uniti.
H&M, tuttavia, si sta concentrando sul mantenimento di prezzi competitivi, consapevole della maggiore sensibilità al prezzo dei consumatori data l’incertezza sull’economia globale. L’azienda, inoltre, sta “monitorando” gli sviluppi del commercio globale e sta adattando la sua catena di approvvigionamento per mitigare l’esposizione. Già alla fine del 2024 aveva iniziato a spostare la produzione dalla Cina.
LA STRATEGIA DI ESPANSIONE GLOBALE
Parallelamente alla gestione delle sfide macroeconomiche, H&M sta rivedendo la propria strategia di espansione globale. Pur riducendo il numero complessivo di negozi a livello mondiale, l’azienda punta a nuove opportunità in mercati emergenti con una classe media in crescita. Sono infatti in programma le prime aperture di negozi in Brasile nella seconda metà dell’anno, così come in El Salvador e Venezuela, con l’obiettivo di entrare anche in Paraguay il prossimo anno.
Erver si è detto fiducioso che il margine lordo dell’azienda migliorerà ulteriormente nella seconda metà dell’anno, grazie all’inversione di tendenze sfavorevoli come i movimenti avversi delle valute e gli elevati costi di trasporto: “Alcune misure hanno un impatto più rapido di altre, ma la direzione è chiara”.