La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ricevuto due lettere in difesa del Green Deal. Una proviene da 180 associazioni non governative e l’altra da più di 60 aziende. Entrambe chiedono a una sola voce di non annacquare o ritardare gli impegni per l’ambiente e per il clima sottoscritti durante il suo primo mandato.
Ecco chi si è schierato a favore di nuove politiche ambientali europee.
I NOMI DELLE AZIENDE PRO GREEN DEAL
La lettera delle aziende che chiede a von der Leyen di continuare sulla scia di quanto intrapreso nei suoi ultimi cinque anni di mandato è stata firmata da aziende di vari settori. Tra loro spiccano nomi noti quali H&M, Ikea, Nestlè, Decathlon e Patagonia.
Di seguito la lista completa:
- Accor (catena alberghiera);
- Akuo (fornitore di energia pulita);
- Amarenko (azienda di energia solare);
- Anthensis (consulente ambientale);
- Be Impact (piattaforma per imprenditori belgi);
- Bel Brands (azienda alimentare);
- Belvas (azienda alimentare);
- Bundesverband Nachhaltige Wirtschaft (associazione nazionale tedesca di imprese);
- dieNikolai (azienda di cosmetici bio);
- CamelBak (azienda di di attrezzature per esterni e fornitore di equipaggiamenti protettivi per le forze armate statunitensi);
- Cdc Biodiversité (azienda di servizi ambientali);
- Cer Sustainable Business Network (rete di imprese sostenibili);
- Climate Group (organizzazione no-profit);
- Compagnie Fruitière (azienda agroalimentare),
- Corbion (azienda alimentare);
- Corporate Leaders Group Europe (gruppo che riunisce leader di diversi settori);
- Decathlon (azienda di articoli sportivi);
- Ecoacsa (azienda specializzata in analisi di mercato e consulenza strategica);
- Ecocem (azienda di materiali da costruzione);
- Ecopreneur.eu (organizzazione no-profit);
- Ecosia (motore di ricerca che destina il 100% dei profitti ad azioni per il clima);
- Ecotone (azienda alimentare bio);
- Ekobanken (banca etica);
- European Fishing Tackle & Trade Association (associazione europea degli attrezzi da pesca e del commercio);
- European Landscape Contractors Association (associazione di categoria);
- EXKi (catena di ristoranti con cibi vegetariani e vegani);
- Bühnen Fit;
- Glacier (servizi ambientali);
- H&M (azienda di abbigliamento);
- Iberdrola (fornitore di energie rinnovabili);
- Icebug (azienda di calzature);
- Ikea (azienda di mobili e arredamento);
- Janus France (servizi di artigianato);
- Johnson Matthey (azienda chimica);
- La Belle Forêt (servizi ambientali);
- Maison Dandoy (catena di pasticcerie);
- Mission économie de la biodiversité;
- Nestlè (multinazionale alimentare);
- Oatly (azienda alimentare per alternative ai prodotti lattiero-caseari);
- Okotec (azienda di sviluppo software);
- Ortner (azienda di produzione di macchinari);
- Patagonia (azienda tessile e di abbigliamento);
- Siat Group (azienda agroindustriale);
- SIG (azienda per il confezionamento di prodotti liquidi alimentari);
- Sofidel (cartiera);
- S&L;
- Stroming;
- Sysco France (grossista alimentare);
- Tony’s Chocolonely (azienda alimentare);
- Tornator (azienda per la gestione sostenibile delle foreste);
- Triodos Bank (banca etica);
- VBV Vorsorgekasse (fondo pensione);
- Vildriket (parco zoologico);
- We Mean Business Coalition (gruppo no-profit);
- Werner & Mertz (azienda di detersivi e detergenti);
- Wildya (azienda di formazione);
- Wooden Valley (azienda no-profit per la formazione);
- World Green Infrastructure Network (azienda di servizi ambientali).
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO PESA SULLE AZIENDE
I firmatari scrivono che “le norme Ue su natura, biodiversità e clima non sono il problema, ma una parte vitale della soluzione” e sottolineano che gli eventi meteo estremi sull’Europa stanno diventando più frequenti e violenti a causa dei cambiamenti climatici, con un importante impatto economico sulle aziende.
“Tra il 1980 e il 2022 – si legge nella lettera -, gli eventi estremi legati al clima e alle condizioni meteorologiche hanno causato perdite economiche di beni stimate a 650 miliardi di euro negli Stati membri dell’Ue, di cui 59,4 miliardi di euro nel 2021 e 52,3 miliardi di euro solo nel 2022. Inoltre, più del 75% dei prestiti bancari alle imprese della zona euro sono concessi ad aziende con una forte dipendenza da almeno un servizio ecosistemico”.
IN DIFESA DEL GREEN DEAL
Secondo le imprese, negli ultimi cinque anni, il Green Deal “ha compiuto progressi significativi”. In particolare, affermano, “ha migliorato con successo la protezione dell’ambiente, ma ha anche favorito una transizione verde per l’economia, migliorato la trasparenza e creato un quadro normativo che può portare a nuove opportunità, a un vantaggio competitivo globale, a settori commerciali più resistenti e a condizioni di parità”.
“La deregolamentazione – prosegue l’appello -, attraverso l’abbassamento degli standard ambientali o sociali, il rinnegamento degli impegni internazionali o la riduzione dell’ambizione climatica dell’Ue, minaccia il quadro giuridico stabile e prevedibile da cui dipendiamo”.