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John Elkann si trastulla con la Ferrari acquatica

Ferrari diventa una barca a vela, un monoscafo futuristico che giocherà con regole sue, tanto da non poter prendere parte all'America's Cup. Il varo è previsto per il 2026 e nel team anche il navigatore Giovanni Soldini

Il presidente è lo stesso, John Elkann, ma le aziende, benché afferenti al medesimo mercato, sono diverse e soprattutto separate. Una decisione mal digerita all’epoca del matrimonio tra l’italiana Fca e la francese Psa dal ministro dell’Economia francese di quel periodo, Bruno Le Maire, che dall’alto della propria quota di controllo nel nuovo gruppo aveva più volte spinto perché nel pacchetto della fusione rientrasse anche il Cavallino, salvo poi sbottare: “Ho capito gli amici italiani vogliono tenersi per loro la Ferrari: ha modelli magnifici”.

E così mentre Stellantis annaspa tra i flutti di un mercato che le è divenuto via via sempre più ostile e temporalesco, Ferrari, che stima per il 2025 di raggiungere un fatturato superiore a 7 miliardi di euro, con una crescita del 5% e un ebitda del 2,68 miliardi, si lancia proprio in mare aperto, con quella che sembra “più una navicella spaziale che una barca”, per usare proprio le parole di John Elkann.

IL PROGETTO HYPERSAIL DI FERRARI

Il progetto si chiamerà Hypersail e, benché presentato in pompa magna, della barca al momento non c’è alcuna traccia. Solo video e animazioni d’impatto sul sito ufficiale, comunque povero di informazioni rilievo e, per noi profani della vela, anche sguarnito di semplici immagini che, andando oltre la silhouette con effetto “vedo-non vedo” (quasi a voler rendere tutto un po’ sexy) possano permettere di comprendere meglio, ictu oculi, alcune frasi volutamente contorte del comunicato stampa (“La tecnologia Ferrari più avanzata si fonde con l’innovazione nautica nel primo monoscafo full-foil al mondo in grado di garantire completa autonomia energetica. Hypersail segna l’inizio di una nuova era nella navigazione oceanica in cui la sintesi armoniosa di prestazioni e autosufficienza stabilisce nuovi standard per l’innovazione marittima, senza alcun compromesso”).

Le frasi sono, appunto, mirabolanti: “Stiamo dando vita a una barca unica che volerà sugli oceani e che rappresenta anche un’opportunità di innovazione per il mondo della nautica e per il mondo automotive”. Ma nei fatti c’è solo altro materiale a favore di chi sostiene da tempo di un progressivo allontanamento della famiglia Agnelli – Elkann dal mondo delle quattro ruote.

Tra i pochi dettagli resi, oltre all’altezza dell’albero (pari a 40 metri) spicca che sarà il primo monoscafo al mondo di 100 piedi con foil sulla chiglia e tre punti di appoggio. Vista frontalmente negli schizzi che lasciano fin troppo spazio all’immaginazione, infatti, pare quasi più un drone che una imbarcazione. “Una sfida anche tecnologica e questa barca è pensata per essere al di fuori delle regole, ecco perché non parteciperà all’America’s Cup, che è invece un mondo troppo regolato”, ha spiegato Elkann.

CHI TROVIAMO A BORDO DELLA BARCA A VELA FERRARI

La “ciurma” dell’Hypersail al momento si compone di figure sicuramente navigate: il frontman dell’operazione è senz’altro Giovanni Soldini, velista noto per le sue regate in solitaria per i sette mari. “Giovanni ci ha sempre riportato con i piedi per terra”, ha detto Elkann, “ma con sano realismo dovrà essere su questa barca, che non è solo prestazionale, ma anche affidabile e bella”.

Figurano poi Marco Guglielmi Ribigini, team leader nonché ingegnere meccanico da lungo tempo in Ferrari, e il collega Matteo Lanzavecchia nel ruolo di Cto all’interno del nuovo team Ferrari Hypersail. Quanto al cantiere di produzione, vige il più stretto riserbo: sarà italiano e ci mancherebbe altro. Molti indizi portano a Pisa.

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