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Che cosa ha detto Meloni al vertice Nato

Tutti i temi affrontati dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel punto stampa al summit Nato.

Vertice Nato, il punto stampa del presidente Meloni (fonte: presidenza del Consiglio)

Buonasera a voi. Dunque, si conclude un Vertice importante tanto, chiaramente, per gli impegni assunti, quanto per il contesto molto complesso sul quale si svolge. Penso che la cosa più importante sia la compattezza dell’Alleanza e la volontà di quell’Alleanza di rafforzarsi, che nel contesto nel quale ci troviamo è un elemento molto importante.

Ovviamente salutiamo con soddisfazione l’avvio di un cessate il fuoco nella crisi tra Israele e Iran. È un tema sul quale bisogna continuare a lavorare, come sapete il nostro obiettivo è arrivare a delle negoziazioni, un accordo sul nucleare iraniano tra Iran e Stati Uniti. Ne ho parlato ieri col Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, al quale ho detto – e l’ho ribadito oggi nel mio intervento nell’Assemblea plenaria – che serve la stessa determinazione per raggiungere altri due importanti cessate il fuoco: uno in Ucraina, dove la Russia sembra non voler fare passi in avanti – tutt’altro -, e a Gaza dove, come ho detto più volte, la situazione è insostenibile.

Dopodiché, dicevo, un Vertice importante anche per gli impegni che vengono assunti: sono impegni significativi, sono impegni sostenibili – lo voglio ribadire – per l’Italia: spese necessarie per rafforzare ovviamente la nostra difesa, per rafforzare la nostra sicurezza in un contesto che lo necessita, ma in una dimensione che ci consente di assumere questi impegni sapendo già che non distoglieremo neanche un euro dalle altre priorità del governo a difesa e a tutela degli italiani.

Quindi parliamo di un incremento delle spese in difesa dell’1,5% in 10 anni, quindi non distante dall’impegno che l’Italia già assunse nel 2014 quando era all’1% delle spese di difesa in rapporto al prodotto interno lordo e si impegnò con un impegno che è stato ribadito da tutti i governi che mi hanno preceduto ad aumentarlo dell’1%. A questo si aggiunge un 1,5% di spese sulla sicurezza. Sono risorse che noi dobbiamo spendere e spendiamo comunque su materie molto più ampie della questione di difesa. Io detto tante volte, voi lo sapete, che la questione della sicurezza oggi è un dominio particolarmente ampio che riguarda la questione della difesa dei confini, che riguarda la migrazione irregolare, che riguarda le infrastrutture critiche, che riguarda la mobilità militare, le infrastrutture nel senso più generale ma anche l’intelligenza artificiale, la ricerca, l’innovazione tecnologica e quindi sono risorse che servono a mantenere questa Nazione forte come è sempre stata.

Dopodiché, noi abbiamo ovviamente portato al Vertice alcune questioni che sono molto importanti per l’Italia, particolarmente l’attenzione sul fianco sud dell’Alleanza dove io ho cercato di spiegare ai colleghi anche quali sono le minacce: vediamo una Russia che oggi si proietta sempre di più nel Mediterraneo dopo aver perso la sua proiezione navale che era data dalla sua influenza in Siria e ci sono molte minacce ibride, molti attori ostili che lavorano sul fianco sud dell’Alleanza. È una delle questioni che chiaramente ci stanno più a cuore, così come io penso, e l’ho detto agli alleati, che quando noi rivedremo i nostri capability targets, cioè gli obiettivi di capacità che si dà all’Alleanza, servirà una riflessione molto seria. Il mondo sta cambiando e cambia anche la difesa. Quello che noi abbiamo visto in Ucraina – lo spiegavo ieri in Aula – dove alcuni dei più grandi risultati che il coraggio degli ucraini ha ottenuto è stato portato a casa con droni che costano poche migliaia di euro e che distruggono strumenti tecnologici che costano molto di più, noi capiamo che si va verso un mondo nel quale anche, per esempio, un satellite può essere più strategico di un carro armato. Ed è una discussione che va fatta perché il tema non è solo quanto investiamo, è su cosa investiamo e verso quale mondo stiamo andando.
L’ultimo messaggio che ho per voi e del quale sono contenta è che il Vertice conferma il sostegno pieno all’Ucraina da parte di tutti gli alleati. Noi avremo tra poco anche una riunione col Presidente Zelensky che è qui e penso che anche questo sia un messaggio molto importante. Mi pare di aver più detto tutto.

DOMANDE

Come mai non c’è il riferimento all’aggressione russa nel testo?

Io penso che il fatto che nel testo ci sia il riferimento al sostegno all’Ucraina che è stato ribadito da tutti gli attori sia per noi quello che fa la differenza, perché vuol dire che continuiamo a sostenere tutti quanti l’Ucraina e mi pare che in questo senso ci sia un impegno da parte di tutti.

Come è stata la reazione di Trump su Gaza?

Penso che tutti quanti si rendano conto sia del fatto che è necessario un cessate il fuoco a Gaza sia del fatto che oggi sia più facile ottenerlo. E questo non solamente per quello che riguarda il Presidente degli Stati Uniti, ma tutti gli attori con i quali io ho parlato in queste settimane, in questi giorni, che sono molti, anche nella Regione, lo stesso primo Ministro israeliano, i leader del G7, i leader europei. Domani ci sarà un’altra importante discussione che coinvolge anche questo nel Consiglio europeo. Non voglio portarmi troppo oltre, ma penso che tutti capiscano che questo è il momento in cui bisogna riuscire ad ottenere il cessate il fuoco a Gaza e quindi l’Italia è impegnatissima per ottenere questo risultato.

Presidente, aumenti sostenibili ha detto, però parliamo comunque di circa 100 miliardi in dieci anni, così è il calcolo tra sicurezza e difesa in senso ampio. Le chiedo se la clausola di salvaguardia sarà attivata dall’Italia, e quindi uno scostamento di bilancio prima o poi si rende necessario, oppure se pensate che l’Italia ne possa fare a meno.

Punto primo, ho sentito molti numeri dati in questi giorni, un po’ dalla stampa, un po’ dal Parlamento, che mi sembrano molto distanti dalla realtà. Dopodiché io ho già risposto a questa domanda, noi abbiamo ovviamente fatto i nostri calcoli. Per il 2026 non riteniamo che ci serva utilizzare la escape clause e poi, chiaramente, per gli anni a venire si valuterà sulla base di quella che è la situazione economica. Però c’è un elemento che voglio anche segnalarvi che secondo me è importante e che soprattutto chi si occupa di economia conosce bene. Chiaramente una parte importante di queste risorse, se noi siamo bravi, viene utilizzata per rafforzare imprese italiane. Quando quella parte di risorse importanti viene utilizzata per rafforzare imprese italiane questo crea una politica economica espansiva che produce risorse; quindi, è un circolo virtuoso se lo sappiamo utilizzare bene. Il grande tema che noi dobbiamo affrontare è la capacità delle nostre aziende di rispondere a un impegno che è sicuramente importante e questa sarà la prossima sfida. Però non va fatto questo ragionamento solamente in termini di costi, va fatto anche in termini di ritorno e di proiezione sull’economia, come sempre quando ci si muove verso una politica espansiva.

Presidente, ma noi come faremmo a produrre proiettili, carro armati, tutte queste cose, perché nel 3,5 c’è questo no? Dove le produrremmo?

C’è molto altro, c’è anche l’innovazione tecnologica, c’è anche l’intelligenza artificiale, c’è un sacco di cose. Poi c’è anche la Difesa in senso stretto certo.

Queste cose le produrremo noi in Italia, faremo delle joint venture con Paesi europei, compreremo negli Stati Uniti?

Le ho già risposto, la mia priorità è farlo in Italia con aziende italiane. Dopodiché, questo non dipende solamente da me, dipende dalla capacità delle nostre aziende di rispondere. Ci sono dei casi nei quali noi abbiamo aziende nelle quali teniamo insieme diversi attori europei, è il caso di MBDA; quindi, ci sono già anche delle aziende di livello europeo. Per me la priorità è spendere a livello nazionale e su questo sono concentrata; dove non si potrà, si spenderà a livello continentale ma sicuramente, se l’obiettivo è quello di rafforzare la colonna europea della NATO e quindi rafforzare la sua capacità di produzione industriale, è su quello che dobbiamo lavorare. Se ci mettiamo semplicemente a comprare all’estero non mi pare che risolviamo grandi problemi.

Presidente l’opposizione diceva che l’Italia deve fare appunto come la Spagna, no? Che non si è capito se ha firmato.

Guardi l’Italia ha fatto come la Spagna perché la Spagna ha firmato esattamente lo stesso documento che abbiamo firmato noi e vi aggiungo anche che non mi pare di aver sentito nell’intervento di nessuno questa mattina in Assemblea dei toni polemici o dei distinguo. Tutti quanti hanno detto evviva, bene, bravi! Quindi comunico ufficialmente che noi abbiamo fatto come la Spagna o la Spagna ha fatto come noi, non lo so, ma in 32 abbiamo fatto esattamente la stessa cosa.

Presidente mi scusi, con il Presidente Trump è riuscito a parlare ieri sera anche del tema dazi?

Ongoing, nel senso la discussione che continua ad andare avanti. Anche qui, io continuo a segnalare – l’ho fatto anche nell’intervento di stamattina, l’ho fatto col Presidente – che la maggiore integrazione, forza, della nostra Alleanza Atlantica e una maggiore integrazione tra le nostre economie sono due facce della stessa medaglia, sono due cose che devono camminare insieme. Quindi io sono abbastanza ottimista sul fatto che si riuscirà, poi non sta a me come lei sa, non entro nel merito della trattativa, non lo posso fare, non lo possono fare gli Stati Nazionali, però dalle interlocuzioni che vedo e che sono sempre più frequenti e per le quali vado fiera perché, insomma, rispetto a come eravamo partiti, il fatto che tra Unione europea e Stati Uniti d’America ormai si abbia una interlocuzione normalissima tra alleati, tra persone, che chiaramente hanno delle questioni che devono risolvere come ce le abbiamo noi anche all’interno degli Stati membri dell’Unione europea, come ce li abbiamo sempre tra Stati Nazionali, penso che sia anche un risultato sul quale l’Italia ha avuto un ruolo determinante e sono di questo molto soddisfatta.

Presidente, se si chiude al 10% i dazi Tajani ha detto che va bene così. Lei è d’accordo?

Io sono abbastanza d’accordo perché non penso che la misura del 10%, quando ne abbiamo parlato con tutte quante le imprese, non era per noi particolarmente impattante. Dopodiché, penso che una decisione al 10% ci consenta anche, per quello che ci riguarda, di continuare a lavorare su delle cose che a noi stanno particolarmente a cuore anche rispetto ad alcune contestazioni che gli Stati Uniti ci muovono.

Il responsabile economico della Lega Bagnai questa mattina ha detto che l’obiettivo del 5% è un target insostenibile economicamente e socialmente. Come si concilia questo con quello che diceva prima e con l’impegno che l’Italia ha preso?

Guardi, come si concilia con quello che tutti quanti abbiamo votato ieri, nel senso che mi pare che siamo tutti d’accordo, perché io vengo qui con una risoluzione votata da tutta la maggioranza. Ho spiegato, varie volte, ma l’ho spiegato: è una decisione che noi abbiamo preso con cognizione di causa, facendo le nostre valutazioni col Ministro dell’Economia. Io sono convinta che sia sostenibile, sono convinta che sia sostenibile per l’ampiezza delle spese, per il fatto che noi parliamo di un impegno a 10 anni, per il fatto che parliamo di un impegno che il 29 si deve in ogni caso ridiscutere, per il fatto che non ci sono incrementi obbligati annuali per gli Stati membri e questo consente anche di fare le scelte in base all’andamento della situazione in quel particolare momento, quindi c’è una flessibilità totale. Noi abbiamo chiesto che su molte di queste spese fosse a totale discrezione degli Stati nazionali di decidere cosa considerano una minaccia, perché guardi le minacce che affronta una Nazione che si affaccia sul Mediterraneo come l’Italia e quelle che affronta un Paese baltico sono distanti anni luce. Allora, o ci fidiamo l’uno dell’altro e ognuno fa il suo pezzo di lavoro in questo quadro totale, nel quale chiaramente quando io difendo la mia sicurezza sto difendendo anche la tua e viceversa; oppure se pensiamo che possiamo imporre a tutti un unico standard, facciamo una cosa che non è utile per nessuno. È una cosa che abbiamo ottenuto. Quindi io, guardi, sono una persona molto responsabile, ok? E a differenza di altri, non mi prendo impegni a scarico e che poi qualcuno deve pagare. Prendo degli impegni che so che questa Nazione può seriamente sottoscrivere, mantenere, per il suo interesse. Perché un’altra cosa che voglio dire è che non è che noi facciamo queste scelte perché dobbiamo soddisfare o compiacere qualcuno, le facciamo per l’esatto contrario. Le facciamo perché servono a noi, le facciamo perché servono alla nostra autonomia, le facciamo perché servono alla nostra sovranità, le facciamo perché servono alla nostra capacità di mantenere questa Nazione una Nazione forte, che è quello che io voglio. E penso che questo e quello che stiamo facendo sia una condizione fondamentale per mantenere forte questa Nazione.

Presidente, in Parlamento lei ha detto che bisogna rafforzare la colonna europea della difesa, ma non deve diventare una duplicazione della NATO; quindi, possiamo tradurre un no all’esercito comune, come dice Salvini?

Guardi, io l’ho sempre detto, noi dobbiamo decidere dove stiamo. Noi facciamo parte della NATO, la NATO è il sistema di difesa occidentale, la NATO è basata su eserciti nazionali che cooperano. Quindi se noi costruissimo una difesa a un altro livello vorrebbe dire o uscire dalla NATO o immaginare che anche la NATO debba avere un esercito della NATO, che non esiste, oppure siamo nel sistema NATO, la colonna europea della NATO, e lavoriamo per far cooperare molto meglio, questo sì, a livello europeo, la nostra difesa, le nostre aziende, che è il lavoro che stiamo facendo. Per questo io dico attenzione alle sovrapposizioni: se noi parlassimo di una difesa europea ne parleremmo in una misura svincolata dal contesto NATO, quindi sarebbe una duplicazione, ma una duplicazione non ha senso e non ce la possiamo permettere. Quello che noi dobbiamo fare è rafforzare il sistema NATO con una colonna europea della NATO, che secondo me deve stare allo stesso livello di quella americana se vogliamo difendere adeguatamente i nostri interessi, e questo comporta anche una maggiore cooperazione a livello europeo.

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