La GBU-57, come spiega l’US Air Force, è progettata per “raggiungere e distruggere le armi di distruzione di massa dei nemici collocate in strutture ben protette” e detona le 2 tonnellate di esplosivo della sua testata una volta in profondità, al massimo 60 metri. Forse non sufficienti per raggiungere il bunker si Fodrow, posto forse a 80 o 90 metri di profondità. Per questa ragione sarebbero stati impiegati più ordigni.
LE IMMAGINI SATELLITARI
Un’analisi delle immagini satellitari condotta dalla CNN ha rilevato che gli attacchi aerei contro l’impianto nucleare iraniano di Fordow sembrano avere lasciato sul terreno almeno sei grandi crateri, indicando l’uso di bombe ‘bunker buster’.
Le immagini catturate dalla compagnia satellitare Maxar hanno mostrato sei crateri da impatto visibili e distinti in due punti. I crateri sono visibili lungo una cresta che sovrasta il complesso sotterraneo. Le immagini satellitari hanno anche mostrato significativi cambiamenti nel colore del versante montuoso che ospita il sito, indicando che una vasta area era ricoperta da uno strato di cenere grigia in seguito agli attacchi. Non è chiara l’entità dei danni alla struttura sotterranea.
I DUBBI SULL’EFFICACIA DELL’ATTACCO AMERICANO
I dubbi non mancano. Una fonte iraniana di alto livello ha riferito all’agenzia Reuters che la maggior parte dell’uranio altamente arricchito presente nel sito iraniano di Fordow era stata trasferita in una località segreta prima dell’attacco statunitense della scorsa notte. “La maggior parte del materiale è stata rimossa in anticipo e trasferita in un sito non rivelato” ha detto la fonte, senza fornire ulteriori dettagli sul luogo o sulla quantità di materiale coinvolto.
“Nessuno saprà per giorni” se Teheran abbia spostato parte del suo materiale nucleare prima degli attacchi americani sui siti iraniani. ha ammesso oggi pomeriggio (ora italiana) il segretario di Stato americano Marco Rubio in un’intervista a CBS News.
Immagini satellitari rivelano che gli accessi in superficie al sito di Fordow erano stati riempiti di terra per attutire l’impatto e l’effetto degli ordigni. Le immagini, scattate dalla società specializzata statunitense Planet Labs, sembrano mostrare anche danni alla montagna stessa, con i tunnel d’accesso che appaiono bloccati, il che significherebbe che sarebbe necessario scavare per entrarvi. In precedenza l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Tasnim, citando le autorità locali, aveva riferito che l’impianto di Fordow ha subito solo danni parziali a seguito dell’attacco e la situazione nell’area è tornata alla normalità.
I CONTATTI TRA STATI UNITI E IRAN
Hassan Abedini, vicedirettore politico della TV iraniana di stato (Islamic Republic of Iran Broadcasting – IRIB), ha detto che “l’Iran ha evacuato da tempo i suoi tre siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan, in previsione di un eventuale attacco esterno che potrebbe causare una fuga di radiazioni o minacciare la sicurezza dei civili”.
Secondo CBS News, il giorno prima dell’attacco gli Stati Uniti avrebbero contattato diplomaticamente l’Iran per assicurare che gli attacchi non avrebbero mirato ad un cambio di regime ma solo a colpire i siti atomici. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui l’Iran non ha ammesso vittime negli attacchi americani ammettendo solo alcuni feriti che, secondo il portavoce del ministero della Sanità di Teheran, Hossein Kermanpour, “non presentano segni di contaminazione radioattiva”.
In tarda mattinata il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha confermato che Teheran continua a ricevere messaggi dagli Stati Uniti attraverso canali indiretti. “Stiamo ancora ricevendo messaggi dagli americani tramite vari canali – tramite l’Oman, ma ci sono anche altri che trasmettono i messaggi degli Stati Uniti,” ha dichiarato Araghchi durante una conferenza stampa. Il capo della diplomazia iraniana ha aggiunto che, “se sarà necessario, trasmetteremo la nostra risposta attraverso quei mediatori”.
LA VERSIONE DELL’IRAN
L’Iran ha minimizzato le conseguenze degli attacchi americani ai propri impianti nucleari. Mohammad Manan Raisi, un parlamentare di Qom, vicino a Fordow, ha dichiarato all’agenzia di stampa semiufficiale Fars che l’impianto non ha subito gravi danni. L’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran ha affermato che non c’erano segni di contaminazione dopo gli attacchi e che non c’era alcun pericolo per i residenti nelle vicinanze.
La tv statale di Teheran ha affermato che l’Iran aveva evacuato i tre siti nucleari qualche tempo fa, le riserve di uranio arricchito sono state trasferite e non sono rimasti materiali che, se presi di mira, potrebbero causare radiazioni.
“Contrariamente a quanto affermato dal presidente Donald Trump” il sito nucleare di Fordow “non ha subito gravi danni” ha detto Raisi. Anche il vicegovernatore di Qom, Morteza Heidari, ha affermato che solo una parte del sito di Fordow è stata attaccata, poiché il sistema di difesa aerea è stato attivato nell’area circostante.
Anche l’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in una prima valutazione ha fatto sapere che “nessun aumento dei livelli di radiazioni è stato segnalato” dopo l’attacco” come conferma anche la Commissione di regolamentazione nucleare e radiologica dell’Arabia Saudita per la quale ‘non sono stati rilevati effetti radioattivi sull’ambiente del Regno e degli Stati arabi del Golfo a seguito dell’attacco militare americano alle strutture nucleari iraniane”,
COSA HA DETTO GROSSI (AIEA)
In serata (ora italiana) il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha riferito che l’impianto nucleare di Natanz è stato “completamente distrutto” in seguito agli attacchi aerei condotti dagli Stati Uniti e da Israele. Alla CNN Grossi ha detto che le strutture sotterranee del sito “hanno sofferto molto” a causa dei blackout elettrici provocati dalle incursioni. Grossi ha inoltre riferito che il sito nucleare di Isfahan ha subito “danni molto significativi”.
Per quanto riguarda l’impianto di Fordow, ha precisato che non è ancora possibile determinare con certezza l’entità dei danni: “Ci sono chiare indicazioni di impatti, ma per quanto riguarda il grado di danneggiamento del sottosuolo, non possiamo pronunciarci“, ha spiegato il numero uno dell’AIEA. “Non si può escludere che ci siano danni significativi”.
L’Agenzia dell’Energia Atomica dell’Iran ha reso noto che continuerà le sue attività nel settore nonostante gli attacchi statunitensi ai siti strategici. “L’Organizzazione iraniana per l’energia atomica assicura alla grande nazione iraniana che, nonostante le malvagie trame dei suoi nemici” – si legge in una nota rilanciata dai media statali – “non lascerà che lo sviluppo di questa industria nazionale, che è il risultato del sangue dei martiri nucleari, venga fermato”.
L’IRAN HA TRASFERITO ALTROVE L’URANIO ARRICCHITO?
Curioso non vi via alcun segnale di aumento delle radiazioni dopo attacchi che secondo Trump hanno distrutto tre centri nucleari di cui due dedicati all’arricchimento dell’uranio.
Possibile quindi che l’uranio arricchito sia stato trasferito precedentemente all’attacco e che l’Iran fosse informato dei raid imminenti. Probabile che in questa operazione siano stati coinvolti i russi che hanno propri tecnici nella centrale iraniana di Busher e hanno avuto sempre piena consapevolezza del programma nucleare iraniano.
LE DICHIARAZIONI DI PUTIN, NETANYAHU, HERZOG E PEZESHKIAN
Mosca ha condannato fermamente gli attacchi statunitensi denunciando il bombardamento “irresponsabile”. “La decisione irresponsabile di effettuare attacchi missilistici e con bombe sul territorio di uno Stato sovrano, indipendentemente dalle argomentazioni addotte, viola palesemente il diritto internazionale”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo. “Preoccupa in modo particolare il danno causato al regime globale di non proliferazione, basato sul Trattato di non Proliferazione delle armi nucleari (TNP) , a seguito degli attacchi contro strutture nucleari iraniane. I bombardamenti contro l’Iran hanno inflitto un grave colpo all’autorità del TNP e al sistema di verifica e monitoraggio dell’AIEA che su di esso si basa”.
Dopo Trump, anche il premier israeliano ha celebrato i raid statunitensi come risolutivi. Benjamin Netanyahu ha parlato di un attacco “coraggioso” e senza sconti che imprime una “svolta storica”.
In un video postato sui social e trasmesso sulle Tv il primo ha ringraziato il presidente statunitense. “Il 13 giugno il capo del governo israeliano ha lanciato il suo Paese in una guerra contro la Repubblica islamica per eliminare la doppia minaccia esistenziale che il programma nucleare iraniano e i suoi missili balistici rappresentano per Israele“. In questa offensiva, prosegue il premier, “Israele ha fatto cose davvero straordinarie”, ma “questa notte, con l’azione di contro le strutture nucleari iraniane, l’America ha dimostrato davvero di essere ineguagliabile, ha fatto ciò che nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto fare. La storia ricorderà che il presidente Trump ha agito per annientare il più pericoloso regime del mondo, con le armi più pericolose del mondo” imprimendo una “svolta storica che può aiutare a condurre il Medio Oriente e oltre verso un futuro di prosperità e pace. Il presidente Trump e io lo diciamo spesso: la pace si raggiunge attraverso la forza” ha concluso Netanyahu.
Toni enfatici e celebrativi di una sconfitta dell’Iran e di un annientamento del suo programma atomico tutti ancora da confermare.
Più cauto il presidente israeliano Isaac Herzog, che ha dichiarato alla BBC di non sapere se le capacità nucleari dell’Iran siano state completamente distrutte. Tuttavia, ha affermato: “Per me è abbastanza chiaro che il programma nucleare iraniano è stato colpito sostanzialmente“.
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato nel pomeriggio che l’intervento militare degli Stati Uniti nel conflitto è la prova che Washington è il vero motore dell’offensiva israeliana contro l’Iran e le forze americane si sono unite allo scontro solo dopo “aver constatato l’impotenza di Israele”. Lo riporta Haaretz, citando i media iraniani. Il presidente ha aggiunto che “la nazione iraniana ha più volte dimostrato di non risparmiare sforzi per difendere le acque e il suolo di questa terra”, riaffermando così la determinazione di Teheran a proteggere la propria sovranità di fronte alle aggressioni esterne.
(Estratto da Analisi Difesa, qui la versione integrale)