Se fosse stata una sfilata reale, lungo una via reale di una città reale, l’impatto sarebbe stato maggiore: perché a giudicare dai loghi rimasti nelle solite, austere, colorazioni di sempre nonostante giugno sia considerato il mese dell’orgoglio omosessuale e quant’altro, le grandi compagnie che un tempo facevano a gara per solidarizzare e sfilare con la comunità LGBTQ+ (e le infinite declinazioni: LGBTQQ, 2SLGBTQ, LGBTQIA, ecc, ecc…) si sono invece ritirate alla chetichella, avvertendo che il vento è cambiato.
TRUMP HA SPEZZATO L’ARCOBALENO?
Nel corso degli ultimi anni, erano state le più disparate le multinazionali, di ogni ambito e settore, che avevano aderito all’iniziativa di tingere sul far dell’estate i propri loghi coi mille colori dell’arcobaleno. Attenzione, non è dato sapere se, all’interno delle stesse, vengano comunque portate avanti iniziative lodevoli nel nome dell’inclusione. Qui infatti si vuole solo sottolineare come, ictu oculi, nel giro degli ultimi mesi sia cambiata la comunicazione social dei brand, statunitensi e non solo, all’improvviso molto più attenti attenti a schierarsi in battaglie identitarie che potrebbero presentare pericolosi risvolti politici o altrettanto insidiosi inciampi sul fronte delle vendite.
LE AZIENDE AMERICANE SONO TUTTE MONOCROMATICHE?
Nel 2018 Bank of America trasformò persino la bandiera americana che richiama nel proprio marchio in quella arcobaleno. Usanza portata vanti fino al 2023. Ma non quest’anno. Restando negli Usa Ibm, attiva nel settore dell’elettronica, aveva spiegato fin dal 2017 in un post su X con tanto di bandierine e animazioni le ragioni dietro quell’esplosione cromatica. Siamo invece ormai al solstizio d’estate, eppure quest’anno il logo dell’importante azienda informatica di Armonk è rimasto azzurro. Come si può notare proprio dalla sua pagina X. Idem per la pagina Facebook: per rinvenire l’arcobaleno occorre scartabellare fino al giugno del 2018. Potrebbe comunque essere necessario pazientare ancora qualche giorno: Coca-Cola del resto nel 2015 attese il 26 giugno prima di pubblicare una trafila di bottiglie colorate. Nel 2022 fu decisamente più puntuale.
FACEBOOK AMMAINA LA BANDIERA ARCOBALENO
L’ultima volta che s’è visto un arcobaleno dalla vetta del monte di Paramount, il colosso dell’intrattenimento televisivo, è stato nel giugno di due anni fa. Confinato nell’hangar anche la versione variopinta di American Airlines che, proprio come Hp, aveva via via portato a bordo dei propri velivoli un maggior numero di colori rispetto ai primi esperimenti in tal senso, così da non essere seconda a nessuno quando si parla di inclusività. Le capriole di Mark Zuckerberg nel nome del trumpismo sono note a tutti e passano per dolorosi ed eclatanti tagli ai programmi aziendali Dei: non sorprende perciò se per rinvenire l’ultimo logo colorato ci si debba dotare della pazienza degli archeologi e scavare nella pagina social fino al giugno 2022.
LOGHI SOBRI PURE IN EUROPA
Nemmeno Volkswagen UK nel 2021 perdette tempo: logo iridescente già in bella mostra dal 2 giugno. Quest’anno? L’account X è stato abbandonato, quello Facebook è dei soliti colori mentre resiste la pagina Instagram. Meglio che niente. Nessun logo variopinto nemmeno per Bmw che lo sperimentò nel 2023. La britannica Unilever ha fatto largo uso di colori, ma solo in passato.
APPLE VENDE MERCHANDISING ARCOBALENO
Tornando al settore dell’elettronica, Hp il primo giugno del 2021 pubblicò la versione pride del proprio logo su Facebook. Nel 2024 sensibile alle istanze delle nuove categorie che nel frattempo s’erano aggregate al “codice fiscale” della comunità Pride esordì con ancora più colori. E nel 2025? Niente. Ormai sbiaditi pure i post su X del 2023. Rimasto “nero” (bianco su campo nero) persino il logo di Vogue, la nota rivista incentrata sull’alta moda: l’ultimo cambio per il Pride risale all’8 giugno 2023. Nerissima pure la mela di Apple, che però ha lanciato merchandising ad hoc per giugno tra cui spicca il cinturino Sport Pride Edition proposto a 49 euro.
CHI RESISTE SULL’ARCOBALENO
C’è però chi resiste: Microsoft pur lasciando invariato il logo che è già multicolor di suo, ha utilizzato su Facebook una copertina apposita. Mentre Mercedes-Benz ha sottoposto il simbolo della Stella a tre punte al maquillage di rito fin dal primo giugno. L’impressione, però, è che al netto di chi ancora porta avanti la causa, nel mondo delle multinazionali l’entusiasmo per le rivendicazioni della variopinta comunità LGBTQ+ sia sbiadito in modo notevole tanto da diventare, da valore da ostentare fin nei propri brand, messaggio ingombrante lato marketing. E’ possibile che molte delle aziende nominate continuino a spalleggiare la causa, di certo non vogliono farlo sapere fin dal logo.