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Mirafiori Stellantis

La falsa partenza di Antonio Filosa: Stellantis scarica 610 lavoratori a Mirafiori

Per Fiom "Cambia l'ad, non il trend". A pochi giorni dall'investitura ufficiale del nuovo Ceo, Antonio Filosa, le fabbriche italiane continuano a perdere pezzi, con Mirafiori che lascerà a casa 610 lavoratori in un programma di incentivi all'esodo

Chi si augurava che il mandato del nuovo Ceo di Stellantis, Antonio Filosa, fosse inaugurato all’insegna della rottura con il passato dovrà ricredersi. E se è vero che l’avvio della nuova era si avrà ufficialmente solo il prossimo 23 giugno, con l’investitura ufficiale, è altrettanto vero che l’ultima mossa dell’azienda aumenta lo sconforto soprattutto sullo stato di salute delle aziende italiane del Gruppo. Fiom-Cgil, mai così ai ferri corti con la dirigenza dopo il naufragio, lo scorso 6 giugno, delle trattative relative al rinnovo del biennio economico del Ccsl, annunciano che l’azienda ha comunicato loro l’avvio dell’ennesima procedura di licenziamento collettivo, con incentivo all’esodo, per 610 lavoratori tra Mirafiori e l’area torinese.

MIRAFIORI TRA TAGLI E CASSA INTEGRAZIONE PERENNE

A farne le spese saranno dunque soprattutto i lavoratori della fabbrica simbolo dell’ex Fiat da troppo tempo, accusano i rappresentanti dei lavoratori, senza un piano industriale e da ancora più tempo incagliata nelle secche della cassa integrazione.

Lo scorso dicembre Stellantis aveva comunicato che dal 7 gennaio al 14 febbraio si sarebbero fermati i 254 dipendenti del reparto Preassembly and Logistic mentre le ‘vacanze di Natale’ nei settori Carrozzeria 500 Bev (1.005 addetti) e Carrozzeria Maserati (794 dipendenti) si sarebbero protratte fino al 2 agosto. Tutto questo mentre Repubblica di Gedi controllata da Exor (che controlla a sua volta Stellantis) enfatizzava le parole del responsabile europeo di Stellantis Jean Philippe Imparato: “A Mirafiori arriva la 500 ibrida, dico no alla cassa integrazione a vita”.

IL NUOVO PIANO DI ESUBERI

Più nel dettaglio, gli esuberi previsti – che seguono quelli del 2024 di cui si ricordano i 500 a Melfi, i 200 a Termoli, i 300 a Pomigliano d’Arco e i 50 a Pratola Serra – saranno così suddivisi: 250 alle Carrozzerie, 19 alle Presse, 31 alle Costruzione Stampi, 53 alla PCMA di San Benigno, 9 alla ex Tea di Grugliasco, 212 agli Enti Centrali, 20 al Services e 16 al Centro Ricerche Fiat di Orbassano.

LE ENNESIME RASSICURAZIONI DI STELLANTIS

Parallelamente, un portavoce di Stellantis Italia, commentando quanto comunicato dalla Fiom Cgil sugli incentivi all’esodo per 610 lavoratori, ha provato a rassicurare: “Il programma di uscite volontarie in Italia è finalizzato a supportare il prepensionamento o diverse opportunità di carriera. Tuttavia, a Mirafiori, a partire da agosto, avremo bisogno di una forza lavoro stabile, adeguatamente formata e focalizzata, per supportare il lancio del modello ibrido”.

FILOSA DOVRA’ FARE UN MIRACOLO

Ma se davvero Stellantis intende, come la nomina di un top manager italiano lascerebbe supporre (peraltro il successore di Carlos Tavares si è subito recato a Mirafiori per ascoltare i dipendenti), ridare centralità alle aziende del Gruppo localizzate nel nostro Paese più che un cambio di Ceo servirà un miracolo. Soltanto a Mirafiori la produzione del primo trimestre 2025 è stata inferiore del 22,2% rispetto all’annus horribilis precedente in cui il polo torinese ha toccato il preoccupante record -69,8% rispetto a quanto sfornato nel 2023.

E la situazione non è migliore negli altri stabilimenti dislocati lungo la Penisola. Per questo nonostante i proclami e le premesse i sindacati parlano ormai con rassegnazione di programmi di esubero inevitabili attorno alle 2mila unità che riguarderanno tutti i poli produttivi italiani entro la fine di quest’anno. Insomma, anche dopo il 23 giugno, epifania ufficiale di Filosa, la politica industriale di Stellantis continuerà a essere caratterizzata da dolorosi tagli al personale.

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