Caro direttore,
gli anni passano anche per me, si fanno vivi i primi acciacchi e, soprattutto, noto di non essere più informato come un tempo.
Vedi, ho appena scoperto solo ora di aver perso un convegno niente male organizzato all’Unitelma Sapienza di Roma dalla Spes, scuola di politiche economiche e sociali “Carlo Azeglio Ciampi” e dalla Fondazione Aises, con tanto di loghi della Rai e Comin come media partner. Il nome era tutto un programma: “Come funziona la propaganda di guerra”. Il relatore pure: Marco Travaglio (ohibò, logo della Rai e lectio di Travaglio?). Tutto ciò presentato da Valerio De Luca, direttore di Spes Academy e presidente e fondatore di Aises. Di lui ti avevo già ampiamente parlato in un’altra letterina. Che ti consiglio di recuperare per rinfrescarti la memoria in merito a chi siede nel board della prestigiosissima scuola intitolata a Carlo Azeglio Ciampi.
Ma Valerio De Luca ha fondato e dirige pure l’Accademia per l’Innovazione, lo Sviluppo Economico e la Sicurezza (Aises), “una Fondazione – leggo sul loro sito – che ha la missione di porre al centro ‘la sfida educativa’ come questione culturale di interesse nazionale, in forte sinergia con università, istituzioni, aziende, media e organizzazioni internazionali, con l’obiettivo di rilanciare la creatività, la competitività e il potenziale unico dell’Italia in Europa e nel mondo”.
Anche il board dell’Aises non scherza. Ti dico solo che il vice di De Luca, Luigi Fiorentino, Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, sul sito dell’Irpa, l’Istituto ricerche pubblica amministrazione, ha un cursus honorum che non finisce più. Mi limito a dirti che “È stato Capo di Gabinetto del Ministro dell’istruzione. È stato Capo di Gabinetto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E’ stato Capo di Gabinetto del Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, dal 2 luglio 2018 al 12 settembre 2019. E’ stato nominato Consigliere di Stato con DPR del 24 maggio 2018, registrato alla Corte dei Conti il 1 giugno 2018 al n.1172, dove ha rinunciato a prendere servizio. E’ stato Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 dicembre 2016. E’ stato Vice Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 agosto 2015”. Ma potrei continuare.
Siedono anche l’avvocato Giuseppina Rubinetti, Capo segreteria del Ministro della Giustizia, la storica dell’arte Andreina Draghi (non le si farebbe onore a definirla, come leggo su molte testate, semplicemente ‘sorella di Mario Draghi’ pertanto qui il suo cv) mentre qui i membri del Comitato scientifico. Insomma, il parterre è d’eccezione.
Le finalità dell’Aises del resto sono a uso e consumo della classe dirigente: “Per affrontare le sfide della transizione – proclamano sul loro sito -, non c’è cambiamento istituzionale, rivoluzione digitale e crescita economica senza l’educazione alla democrazia, allo sviluppo economico sostenibile e alla sicurezza, che ne valorizzi i molteplici aspetti secondo una visione olistica e strategica.” L’Accademia “intende promuovere un approccio olistico nella formazione delle persone e nella ricerca interdisciplinare, dove il ‘sapere come fare’ (know how) si integra con il ‘sapere perché’ (know why) di ogni azione, informazione e risultato”.

Insomma, direttore, se un evento è patrocinato dalla Spes Carlo A. Ciampi e dalla Fondazione Aises, con Valerio De Luca che tiene i piedi in entrambe (un uomo davvero super partes: nella home page dell’Accademia per l’Innovazione, lo Sviluppo Economico e la Sicurezza, compare sia in compagnia di Ursula von der Leyen sia del compianto Papa Francesco e proprio sul suo LinkedIn De Luca aveva postato una foto in occasione dei funerali del Pontefice che qualcuno maligna non risalire a quei tristi giorni…) deve essere qualcosa di altamente scientifico, aulico, misurato. O no?

A quanto pare no.
Perdona infatti la lunga digressione un po’ cattedratica, sicuramente noiosa (sto invecchiando, appunto), su cosa siano Aises e Spes. Ma non avevo finito di leggerti il “chi c’era e chi non c’era” come dite qua su Start alla lectio di Travaglio.
Vedi, se riprendo la locandina, l’evento è stato chiuso da Andrea Gilli, docente di Studi Strategici all’Università di St. Andrews.
E proprio Gilli a margine della lectio magistralis sulle fake news in tempi di guerra di Travaglio, su X si sfoga: “Ero venuto per ascoltare una lezione magistrale di Marco Travaglio sulla disinformazione, ho invece assistito ad una magistrale disinformazione” (a memoria). “Mi ha accusato di essere un disinformatore; “disinformatore lo dice a sua sorella”, ha poi aggiunto. Alla mia proposta seria e genuina di servire da Ombudsman per i lettori del Fatto Quotidiano non ha invece purtroppo risposto: ero serio, volevo contribuire a dimostrare la serietà del suo quotidiano. È andato via parecchio arrabbiato. Neppure mi ha salutato Peccato, non pensavo facesse fatica ad avere un minimo di confronto. Ma è giovane e sono sicuro migliorerà su queste spigolositá della sua personalità”.
Poi il docente inoltra il video dell’incontro durato oltre 2 ore, aggiungendo: ” consiglio” la velocità “2X per l’intervento soporifero di MT”, con un’ultima bordata indirizzata ovviamente a Marco Travaglio.
Intendiamoci, direttore, Travaglio è un giornalista intelligente e in gamba. Però la sua posizione sulla guerra in Ucraina è nota. Mi chiedo che c’azzecchi perciò con Spes e Aises. Anzi, se la sua presenza non rischi persino di intaccare l’aura di terzietà dell’Accademia e della Fondazione che, ricordo nuovamente, hanno nei rispettivi board e comitati scientifici la crème de la crème del nostro Paese dell’establishment euro-atlantico: per questo giustamente e opportunamente le iniziative di De Luca sono sempre seguite con attenzione dalla rivista Formiche di Paolo Messa e Utopia. Sorprende insomma che De Luca, che sui siti di entrambe appare un po’ ovunque assieme a von der Leyen, si spenda per organizzare una lectio magistralis di Travaglio sulla disinformazione. Rischia solo di attirarsi le male lingue del web. E infatti c’è chi, puntuale, si lascia andare a tweet di dubbio gusto e dalla ancor più dubbia autenticità… o no?
A che pro, per Valerio De Luca, entrare nell’agone degli urlatori proprio ora che, leggo online, è nato il Comitato Data Governance e AI Compliance (DGAIC), promosso dalla Fondazione Aises – Spes Academy, per guidare l’attuazione dell’AI Act in Italia? Il gruppo – leggo sempre sul web – riunisce istituzioni, imprese e mondo accademico con l’obiettivo di rafforzare la voce italiana nella regolazione dell’intelligenza artificiale”. E il Comitato, inutile dirtelo perché avrai capito l’antifona, “sarà presieduto da Valerio De Luca”. E infatti su X è tutto un fiorire di cinguettii che ora ne mettono in dubbio la terzietà così faticosamente guadagnata in anni e anni di foto qua e là.
Una ondata limacciosa di polemiche che rischia di lambire e lordare inusitatamente e ingiustamente pure l’istituto che porta il nome dell’ex presidente della Repubblica e della fondazione. E no, direttore, prevengo la tua obiezione: non c’è solo chi si limita a sferzare De Luca ripescando dal dimenticatoio foto e ritagli di giornale. C’è pure chi scende nel merito dell’incontro. E se non ti bastasse lo sfogo di Gilli che avrebbe dovuto chiudere i lavori, ecco l’opinione di chi sedeva in platea:
A organizzare l’evento @vadeluca , Direttore SPES Academy e Fondazione AISES ETS. Imbarazzante esibizione non all’altezza di un corso di studi e della Sapienza
— cristiano tinazzi (@tincazzi) June 4, 2025
“Oggi – racconta il giornalista Cristiano Tinazzi, giornalista free lance inviato nei maggiori teatri di guerra, ultimo l’Ucraina – sono stato alla @SapienzaRoma per ascoltare la ‘Lectio Magistralis’ di Marco Travaglio: un concentrato di banalità e fake news. Meno male che @aa_gilli ha risposto colpo su colpo a tutte i fake lanciati da Travaglio a una platea di studenti poco informati. Patetiche le domande fatte su questioni tecniche su disinformazione e intelligenza artificiale a Travaglio che non ne sapeva nulla. Chi ha organizzato quell’evento ha ridotto l’università da tempio del sapere a bar. Si invitano esperti, non tuttologi o giornalisti politici”. Qui pure una breve pillola video.
Patetiche le domande fatte su questioni tecniche su disinformazione e intelligenza artificiale a Travaglio che non ne sapeva nulla. Chi ha organizzato quell’evento ha ridotto l’università da tempio del sapere a bar. Si invitano esperti, non tuttologi o giornalisti politici pic.twitter.com/hMhGorElCy
— cristiano tinazzi (@tincazzi) June 4, 2025
Intendiamoci, direttore, come scrivevo sopra, sono abbastanza vecchio – e liberale – che non mi infervoro più nemmeno davanti alle balle sesquipedali: per me si può essere pro Putin, pro Ursula, pro Zelensky, persino pro Netanyahu. E mi frega nemmeno sapere se uno ha validi argomenti per essere ‘pro’ o se è una posizione ‘per partito preso’. Tuttavia c’è una caratteristica che l’età non mi ha tolto, anzi mi ha accentuato, la curiosità.
Cui prodest?, si interrogavano gli antichi. A chi giova posizionarsi accanto a Marco Travaglio, sponsorizzarne una lectio sapendo che seguirà immancabile un fiume fangoso di polemiche? Pezzi dell’establishment e del deep state vogliono auscultare e compulsare pensieri, umori e malumori del direttore del Fatto quotidiano?
Boh.
Un dubbioso
Francis Walsingham