Nel marzo 2023 gli assidui frequentatori di Facebook e Instagram avevano dovuto fare i conti con un’amarissima novità: niente più canzoni italiane a fare da sfondo ai loro reels e alle loro stories, sparite improvvisamente dopo una brusca interruzione delle trattative per il rinnovo della licenza sull’utilizzo delle stesse (scaduto nel dicembre dell’anno precedente) tra la Siae, che ne tutela i diritti, e le piattaforme afferenti a Menlo Park.
LO STRAPPO POI DI NUOVO IL DIALOGO
Sono seguite dichiarazioni di fuoco, soprattutto da parte dell’italiana Siae, mentre Meta si era semplicemente ritirata dal tavolo delle trattative: condotta che aveva spinto l’Antitrust a intervenire nell’aprile successivo, ipotizzando che il “prendere o lasciare” della società di Mark Zuckerberg potesse essere prova di un abuso di dipendenza economica da parte del gruppo americano, contestando un comportamento lesivo dei principi di buona fede e trasparenza, anche alla luce della mancata disclosure dei dati economici rilevanti per la negoziazione.
NUOVO ROUND TRA SIAE E META
L’intervento dell’Agcm aveva dato vita a un secondo round di trattative, con prove muscolari e due anni di mercanteggiamenti carsici cui ha preso parte anche l’Associazione fonografi italiani. La controparte americana sembrava anche aver inteso che lo switch-off improvviso portasse più guai che benefici, considerato che nella fretta di agire aveva travolto pure le opere di artisti tutelati da altri operatori del settore, come Soundreef. E la vicenda era stata persino portata in Parlamento, alla Commissione cultura.
GLI IMPEGNI ASSUNTI DA META
Ora l’Agcm rende noto (a pagina 7 del bollettino settimanale) che Meta si è impegnata a negoziare in buona fede e con tempistiche definite, anche attraverso la stipula di nuovi accordi provvisori – come è avvenuto proprio in questi mesi – laddove la scadenza della licenza in essere giungesse prima che le parti trovino un nuovo accordo. È prevista inoltre la possibilità di nominare un fiduciario indipendente per risolvere eventuali impasse negoziali, e viene garantita la condivisione di un set informativo minimo per facilitare la definizione della remunerazione.
COSA HA OTTENUTO E COSA HA PERSO LA SIAE
La Siae porta a casa il fatto che le licenze relative ai cosiddetti “Diritti Musicali Italiani” includano anche gli user generated content (ovvero i contenuti creati dagli utenti) mentre non sono state accolte né la richiesta di rendere l’impegno a negoziare un vero e proprio obbligo contrattuale, né un’estensione temporale illimitata delle misure, che resteranno in vigore per un arco temporale di quattro anni.