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Diritto Autore Musica

Perché Meta e Siae non devono stonare

Il mancato accordo tra Meta e Siae è un danno enorme per i creatori di contenuti. Ma non bisogna abbassare la guardia sulle trasformazioni dei social media. Il commento di Mario Marchi.

Facebook e Instagram starebbero per silenziare storie e post che contengono musiche registrate alla SIAE.

È il risultato inevitabile del mancato rinnovo dell’accordo sui diritti d’autore tra Meta e la Società Italiana Autori Editori. Una vicenda in realtà poco chiara, che vede da una parte la SIAE accusare i social di aver preso una decisione unilaterale, e dall’altra Meta che si dice dispiaciuta e fiduciosa per un recupero dell’intesa.

Resta la realtà di un danno enorme al sistema di diffusione che ormai i social rappresentano, sia per la musica in sé che per la promozione – diretta e indiretta – degli artisti. Proviamo a pensare cosa sarebbe accaduto se la crisi si fosse consumata durante il Festival di Sanremo o nei giorni successivi.

Il fatto è che i social sono sempre più piattaforme fondamentali per il potenziale di diffusione, ma costituiscono un ambiente immensamente diverso da quello dei media tradizionali, con perimetri che cambiano repentinamente e strumenti sempre nuovi.

Oggi è giusto che Meta e SIAE trovino un accordo, ma proviamo a immaginare cosa accadrebbe se Facebook e Instagram si proponessero come veicoli esclusivi di composizioni musicali ad hoc, gestendo direttamente i diritti? Insomma, musica che viene prodotta nel social e casomai da lì trova diffusione altrove?

Oppure, immaginiamo cosa accadrà quando applicazioni di intelligenza artificiale per la creazione musicale diverranno di utilizzo massivo, magari inserite nei tools dei social networks?

Il problema di fondo è sempre lo stesso: l’essenza stessa del mondo digitale e il rapporto tra media tradizionali e nuovi, per ora di mutua collaborazione e spartizione di pubblico, ma sempre in un equilibrio delicatissimo condizionato dai numeri. E ben sappiamo chi ne ha di più.

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