Febbre anche molto alta, mal di testa acuto, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle. La dengue, non a caso detta anche febbre spaccaossa, può manifestarsi in tutti questi modi ma può anche essere asintomatica. A Fano si registra un maxi focolaio che per gli esperti è urgente arginare eliminando la zanzara tigre, che in Italia è il vettore della malattia infettiva tropicale.
Fortunatamente non si trasmette da persona a persona ma è fondamentale bloccare la catena del contagio.
COS’È LA DENGUE E COME AVVIENE IL CONTAGIO
La dengue è una malattia infettiva causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4). Viene trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. La catena di trasmissione infatti avviene di solito così: in aeroporto arrivano passeggeri contagiati in Paesi dove il virus è endemico, vengono punti da zanzare tigre “italiane” che a quel punto hanno il sangue infetto. Queste, pungendo altre persone trasmettono la malattia, dando origine ai casi autoctoni.
DOVE È PIÙ DIFFUSA
Stando all’Iss, la dengue è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, tuttavia, la sua diffusione è aumentata in molte regioni tropicali.
Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione.
LA SUA ESPANSIONE
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha fatto sapere che prima del 1970, solo 9 Paesi avevano sperimentato gravi epidemie di dengue, mentre oggi – complici l’aumento delle temperature e le migrazioni delle zanzare – la malattia è endemica in più di 100 Paesi, anche in Europa.
Si tratta, inoltre, della seconda causa di febbre più diagnosticata dopo la malaria tra i viaggiatori di ritorno dai Paesi a basso e medio reddito. Motivo per cui è stata inserita dall’Oms tra le prime dieci emergenze sanitarie a livello globale. L’Organizzazione afferma infatti che in venti anni si è registrato un aumento di dieci volte dei contagi, che sono passati dai 500mila del 2000 agli oltre 5 milioni del 2019. Dopo un rallentamento negli anni della pandemia, lo scorso anno la circolazione della dengue, che è comunque soggetta a intensificazioni ogni 3-4 anni, ha ripreso a crescere.
LA DENGUE IN ITALIA
In Italia, come scriveva Start all’inizio del 2024, si era già registrato un insolito aumento dei casi di importazione, che aveva imposto misure di precauzione specialmente negli aeroporti. Ora, in base all’ultimo bollettino settimanale del ministero della Salute, diffuso giovedì 26 settembre, i casi di dengue confermati in Italia dal 1° gennaio al 24 settembre sono stati 500, di cui 436 associati a viaggi all’estero e 64 autoctoni. Non si registrano decessi.
COSA STA SUCCEDENDO A FANO
Secondo il bollettino diffuso dalla regione Marche, i casi di dengue accertati al 30 settembre nell’area di Fano sono 102, tutti di origine autoctona, ovvero non legati a infezioni avvenute all’estero. Altri 10 sono probabili e si prosegue con le verifiche tra le persone che nei giorni scorsi hanno presentato una sintomatologia compatibile.
La regione riferisce poi che nelle farmacie è in distribuzione il kit con 10 larvicidi, uno spray repellente e una pennetta disinfettante al prezzo calmierato di 15 euro (800 quelli disponibili complessivamente).
Il Comune di Fano afferma di aver effettuato la disinfestazione su tutta l’area urbana, avviato un intervento per eliminare le larve e installato alcune trappole pensate per stimare la popolazione di zanzare in grado di trasmettere il virus. Inoltre è partita una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione residente su come eliminare le zanzare nei giardini e nelle aree private. Si ricorda che è importante eliminare l’acqua stagnante dei vasi e delle ciotole degli animali, oltre al consiglio di indossare maniche e pantaloni lunghi di colore chiaro, utilizzare le zanzariere alle finestre e usare repellenti efficaci.
BASSETTI: ARGINARE I CONTAGI
“Nella zona di Fano si sta verificando quello che sembra proprio essere un focolaio autoctono di dengue ed è evidente che con tutti i casi nel nostro Paese c’era da aspettarselo e l’avevamo anche preventivato – ha dichiarato Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova -. Dopo i focolai del 2023 eccoci di nuovo alle prese con la dengue importata e che poi si diffonde. Ora si deve passare alle vaccinazioni, perché un’eventuale recidiva può diventare importante e poi si deve fare un lavoro certosino di sorveglianza dei contatti dei casi perché altrimenti il focolaio si allargherà ancora di più”.
“Le amministrazioni comunali non possono essere lasciare sole in questo lavoro di disinfestazione contro le zanzare – prosegue – va fatto un ragionamento più ampio con interventi strutturali anti-zanzare. Nel frattempo si deve affrontare questo focolaio arrivato a 102 contagi arginandolo altrimenti rischiamo una espansione sul territorio e oltre. Uno scenario che diventerebbe ancora più difficile da gestire”.
CICCOZZI: ATTENZIONE AL VETTORE DI TRASMISSIONE
Per l’epidemiologo Massimo Ciccozzi l’aspetto più preoccupante è il vettore di trasmissione: “Il clima di settembre e ottobre sta aiutando la persistenza della zanzara tigre sul territorio. A me fa riflettere che questa zanzara, che è un vettore occasione della dengue, a Fano ha portato tanti casi e se siamo di fronte a tutti contagi autoctoni c’è un problema non da poco. I tre fattori, clima mite, mancata disinfestazione e la presenza di tante zanzare tigre, hanno probabilmente permesso questo focolaio di oltre 100 casi. A questo punto dobbiamo porci la domanda che se la zanzara tigre stia diventando un vettore efficace anche di questa malattia infettiva tropicale, la preoccupazione da un punto di vista sanitario potrebbe aumentare”.
BURIONI: ELIMINARE LE ZANZARE È L’UNICA VIA
Situazione già “fuori controllo” per il professore di virologia e microbiologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano Roberto Burioni, il quale sostiene che le infezioni siano già “come minimo il doppio”. L’esperto è netto sulla necessità di eliminare le zanzare tigre: “Dove ci sono uomini non ci devono essere zanzare tigre. Fine del discorso. Se poi per altri motivi si decide di non eradicarle (magari di non provarci neanche) la questione è politica, e bisogna in questo caso essere pronti a pagare il prezzo della diffusione evitabile di queste malattie. Non dimentichiamo che nel 1946 abbiamo eradicato dall’Italia la zanzara anofele, e con essa la malaria”.
“La dengue – ammonisce Burioni – non è, come hanno improvvidamente detto alcuni, una semplice influenza. Nella maggioranza dei casi la malattia, pur gravata da sintomi estremamente fastidiosi (in molti Paesi la chiamano ‘febbre spaccaossa’, e questo è esemplificativo), guarisce spontaneamente. Ma in un paziente su 20 ha un decorso molto più grave e può essere addirittura fatale. Non abbiamo farmaci specifici e abbiamo da pochissimo un vaccino, che però è inutilizzabile nel contesto italiano e sembra non avere un’efficacia altissima”.
Per fortuna, conclude il virologo, “nella situazione di Fano un aiuto ci dovrebbe arrivare dall’abbassarsi delle temperature. Sotto i 16 gradi le zanzare tigre diventano molto meno attive e quindi meno efficaci nel trasmettere l’infezione. Però pensiamo cosa sarebbe successo in una zona a vocazione turistica se questa situazione si fosse verificata non ai primi di ottobre, ma in giugno. In questo momento, se io fossi un turista a Fano, me ne andrei immediatamente. Questa volta probabilmente ci è andata bene, ma impariamo per il futuro”.