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Enel, ecco il piano (molto italiano) di Cattaneo

Che cosa c'è nel piano strategico di Enel presentato dall'amministratore delegato Flavio Cattaneo. Fatti, numeri, obiettivi e strategie

 

Enel prevede di arrivare al 2024 con un utile netto compreso tra i 6,6 e i 6,8 miliardi di euro, un EBITDA ordinario di 22,1-22,8 miliardi e un dividendo fisso minimo di 0,43 centesimi per azione. Sono questi i principali obiettivi finanziari del piano strategico 2024-2026 presentato oggi dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo.

A detta di Cattaneo, il piano “punta a trasformare il gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente […]. La disciplina finanziaria sarà il fondamento della nostra strategia, per potenziare la generazione di cassa e l’efficienza, mentre la sostenibilità continuerà a guidare le nostre decisioni di business“.

Il principale azionista di Enel è il ministero dell’Economia, con una quota del 23,6 per cento.

GLI INVESTIMENTI DI ENEL

Gli investimenti lordi pianificati nel periodo 2024-2026 ammontano a circa 35,8 miliardi di euro e si rivolgeranno principalmente alle reti e alle rinnovabili. Gli investimenti negli impianti rinnovabili, in particolare, come specificato dalla società in un comunicato, seguiranno un approccio volto alla “minore intensità di capitale e di rischio”: vale a dire maggiore selettività negli investimenti, predilezione per i progetti a basso rischio e diversificazione di tecnologie e mercati.

Il maggiore focus sulle reti, unito alla creazione di partnership sui progetti rinnovabili, dovrebbero garantire un minore fabbisogno di cassa per gli investimenti, che ammonteranno – calcolandone il netto, anziché il lordo – a circa 26,2 miliardi di euro.

Con “partnership”, Enel intende un modello di business per gli investimenti nelle rinnovabili per il quale la società deterrà una partecipazione superiore al 50 per cento ma inferiore al 100 per cento nell’asset, in modo da ridurre l’esposizione al rischio (anche considerato il contesto generale di tassi di interesse elevati che sta mettendo in difficoltà i produttori di tecnologie pulite). In Italia e il Spagna, invece, Enel prediligerà un modello di “ownership”, ovvero di partecipazione al 100 per cento nel progetto.

I PAESI CORE

Nei prossimi anni gli investimenti di Enel si concentreranno in sei paesi definiti “core” dove la società “può far leva su una posizione integrata”. Questi paesi sono Italia (che riceverà il 49 per cento degli investimenti lordi), Spagna, Brasile, Cile, Colombia e Stati Uniti.

Tutti e sei i paesi erano già considerati core, ovvero cruciali, nel precedente documento strategico.

Quanto alla posizione integrata ricercata dalla società, al ComoLake2023 Cattaneo aveva anticipato che Enel avrebbe cercato “di essere presenti laddove riusciamo a essere integrati, dove andiamo dalla generazione, alla distribuzione, al mercato”.

Relativamente, invece, alla quota di investimenti riservata all’Italia, l’amministratore delegato aveva già detto che il nostro paese “rappresenta ancora oggi il 50 per cento della nostra marginalità e non sempre ha avuto il 50 per cento degli investimenti. Quindi anche qui bisogna che ci sia da parte nostra un’attenzione quantomeno proporzionale al margine che ci porta”.

REDDITIVITÀ ED EFFICIENZA

Le parole d’ordine del Piano strategico 2024-2026 di Enel sono due: redditività ed efficienza.

La prima verrà perseguita attraverso “un’allocazione del capitale selettiva finalizzata a ottimizzare il profilo rischio/rendimento del gruppo”. Mentre l’efficienza si baserà sulla semplificazione dei processi operativi, sullo snellimento dell’organizzazione e sulla razionalizzazione dei costi.

GLI OBIETTIVI AL 2026

Per il 2026, Enel prevede un aumento dell’EBITDA ordinario fino a 23,6-24,3 miliardi di euro; l’utile netto ordinario di gruppo raggiungerà invece i 7,1-7,3 miliardi di euro.

LA RIDUZIONE DEL DEBITO

Tra gli obiettivi principali della Enel di Cattaneo c’è la riduzione del debito, che sotto la precedente amministrazione di Francesco Starace è cresciuto molto per via delle numerose acquisizioni di capacità rinnovabile (un approccio che si riteneva necessario per posizionare bene il gruppo nel mercato delle energie pulite). Per la fine del 2023 la società conta di arrivare a un indebitamento finanziario netto intorno ai 51-52 miliardi di euro, contro i 60,1 miliardi del 2022.

Enel prevede di ridurre i propri costi di 1,2 miliardi di euro al 2026, grazie soprattutto all’efficientamento dei processi e alla razionalizzazione dell’organizzazione. A questo si affianca il piano di dismissione degli asset, già avviato, che tra il 2023 e il 2024 dovrebbe produrre un impatto positivo sull’indebitamento finanziario netto pari a 11,5 miliardi. Quest’anno sono già state finalizzate delle operazioni di cessione in Romania, Argentina, Cile e Australia (2,8 miliardi di euro di valore complessivo), e sono in chiusura operazioni per 5,4 miliardi tra Perù, Grecia e Stati Uniti.

Tra il 2024 e il 2026 Enel dovrebbe veder aumentare la propria generazione di cassa, con flussi per 43,8 miliardi

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