PayPal lascia la Crimea. Si fanno sentire gli effetti delle prime sanzioni anche per la tecnologia in Crimea, la penisola che tramite un referendum ha chiesto l’annessione alla Russia, abbandonando l’Ucraina.

Da qualche giorno, PayPal ha comunicato ai suoi utenti che non sarà più possibile usufruire dei suoi servizi, al tempo stesso PayPal, che è presente in ben 190 paesi nel mondo, ha chiesto scusa ai propri utenti ma ha dovuto adeguarsi alle direttive previste dalle sanzioni che l’Occidente ha deciso di infliggere alla Russia, dopo gli scontri in Ucraina (che stanno riprendendo in questi giorni).
Anche Google sta limitando alcuni servizi in Crimea, a partire dall’1 Febbraio: per esempio, Mountain View sta limitando l’accesso ai servizi di Google Play, ma non quelli in qualità di motore di ricerca, né quelli di Google Maps o di Gmail. Mercoledi scorso poi è stata la volta di Apple che ha chiesto ai suoi distributori della Crimea di fermare le vendite di dispositivi. A dicembre scorso poi sia Visa che Mastercard avevano limitato alcune operazioni bancarie, fino a sospenderle.