Skip to content

Sacks

Tutto su David Sacks, l’ex capo di PayPal fan di Trump

David Sacks ha organizzato un mega-evento di raccolti fondi per la campagna elettorale di Trump: ecco chi è e cosa ha fatto nella vita l'ex-dirigente di PayPal legato a Elon Musk.

David O. Sacks cambia cavallo e, dopo aver sponsorizzato l’ormai abortita campagna per la nomination del governatore della Florida Ron DeSantis per poi passare al sostegno di Vivek Ramaswamy e addirittura di Robert F. Kennedy Jr., il controverso venture capitalist salta sul carro di Trump (ma nel 2016 aveva donato 70mila dollari alla campagna di Hillary Clinton e dopo il 6 gennaio 2021 aveva definito The Donald un uomo finito) appoggiandolo con un evento molto glamour di raccolta fondi nella sua residenza di San Francisco per accedere alla quale il ticket d’ingresso è di ben 500mila dollari per coppia.

Ma chi è e cosa ha fatto nella vita l’ex coo di Paypal meglio noto come podcaster tech e gran macinatore di opinioni anti-woke espresse  sulla piattaforma social del suo amico, sodale oltre che connazionale Elon Musk? Eccone un ritratto che attinge alla sua biografia su EarlyNode e ad un ritratto del San Francisco Standard oltre che ad altre informazioni carpite dalla rete.

I primi passi di Sacks

Nato nel 1972 a Cape Town e trasferitosi con la famiglia nel Tennessee, dopo la formazione a Stanford e un dottorato a Chicago, Sacks ottiene il suo primo incarico prestigioso come manager consultant di McKinsey.

Fa il suo accesso nell’empireo del capitalismo digitale nel 1999, quando diventa il primo chief operating officer di Paypal con un incarico destinato a durare tre anni durante i quali aiuta la compagnia a incrementare le entrate che raggiungono i 200 milioni di dollari.

Paypal mafia

Quello a Paypal è un passaggio che lascia una traccia profonda nella sua biografia nonché nella sua reputazione, in qualità di esponente di quella genia di ex dipendenti di Paypal universalmente noti con la non benigna etichetta di “Paypal mafia” coniata per indicare quel gruppo che oltre a Sacks comprende uomini come Musk che hanno poi fondato aziende tecnologiche di successo.

Per Sacks la svolta arriva nel 2006 quando crea Geni.com e soprattutto nel 2008 quando tiene a battesimo il suo social network Yammer, che conquisterà la vetta della classifica TechCrunch, che nel premiare l’impresa la definisce “un Twitter con un modello di business”. La piattaforma viene acquisita nel 2012 da Microsoft per la somma rimarchevole di 1,2 miliardi di dollari.

La fondazione di Craft Ventures

Risale al 2017 l’altro tornante fondamentale, la fondazione insieme ad altri partner di società di venture capital Craft Ventures che ne accrescerà non poco la ricchezza. Si distingue subito per gli investimenti nelle emergenti criptovalute.

Ma quella di angelo degli investimenti di una società di San Francisco destinata subito a crescere è solo una delle identità professionali di un uomo che accumula incarichi su incarichi tra i quali si segnalano quello di membro dei board di Scribd, Roboflow e Hyperloop One e di ceo di Callin e Zenefits.

L’altro Sacks

Ma una parte non indifferente della sua notorietà gli deriva dall’essere uno degli utenti più visibili e attivi di Twitter e dalla sua attività di “social podcasting”, un ibrido tra il podcasting e l’interazione diretta in stile Clubhouse che lui usa per affrontare insieme ai suoi ospiti i temi del tech, delle startup e dell’economia senza rinunciare a incursioni nel campo della politica più stretta. Il suo podcast “All-In” è premiato con 300mila sottoscrizioni.

La politica in realtà, e per la precisione il talento polemico, è ciò che fa di Sacks uno tra i personaggi più in vista impegnati a contrastare l’onda woke con un attivismo che si salda agli anni giovanili in cui fu direttore della rivista conservatrice Stanford Review e coautore insieme al miliardario Peter Thiel, membro come lui della Paypal mafia, di un saggio dal titolo indicativo: “The Diversity Myth: Multiculturalism and Political Intollerance of Campus” per una cui affermazione controversa sugli stupri alle studentesse fu costretto a scusarsi.

Sulla stessa falsariga nel 2005 aveva contribuito a produrre il film “Thank You for Smoking” basato sul romanzo satirico di Christopher Buckley.

L’amicizia con Musk

Da questo retroterra nasce la reciproca simpatia con Elon Musk, cui ha più recentemente fornito consigli decisivi nell’acquisizione di Twitter e nella successiva ristrutturazione della piattaforma social.

I due hanno anche organizzato negli ultimi tempi una “cena anti-Biden” nella casa di Sacks a Los Angeles che vantava tra gli ospiti Rupert Murdoch e l’ex ceo di Uber Travis Kalanick.

E giacché a Washington e dintorni si sussurra di un ruolo di Musk nel non improbabile Trump 2, chissà se dalla cena di San Francisco non scaturisca altrettanto per l’amico di Cape Town.

Torna su