La casa automobilistica Stellantis ha detto giovedì di stare testando l’utilizzo degli e-fuel, carburanti sintetici a emissioni neutre, su ventotto modelli di motori a combustione interna presenti nei veicoli a benzina o gasolio. L’obiettivo, stando all’azienda, è favorire la decarbonizzazione del suo parco macchine in Europa.
I PRECEDENTI: LA DEROGA DELLA COMMISSIONE
L’annuncio arriva un paio di settimane dopo la deroga per gli e-fuel inserita dalla Commissione europea nel regolamento sulle automobili a zero emissioni, quello per il divieto di vendita di nuove vetture con motore a combustione interna dal 2035. A seguito di un confronto con la Germania, promotrice dei carburanti sintetici, Bruxelles ha deciso che i veicoli alimentati esclusivamente a e-fuel potranno continuare a venire immatricolati anche dopo quella data.
COSA SONO GLI E-FUEL, IN BREVE
Gli e-fuel si producono unendo l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera (anziché lasciata dispersa) con l’idrogeno verde (quello ricavato dall’elettricità rinnovabile). Essendo equivalenti ai normali combustibili per auto, possono venire immessi nei motori a combustione interna e rilasciano CO2 quando vengono bruciati. Vengono tuttavia considerati “neutri” dal punto di vista emissivo perché la CO2 che emettono al tubo di scappamento è pari a quella che viene assorbita in origine dall’aria e impiegata per la loro produzione.
COSA FARÀ STELLANTIS SUGLI E-FUEL
Nel comunicato Stellantis – che possiede marchi come FIAT, Peugeot, Opel e Jeep – ha detto di stare testando di tutto sui veicoli Euro VI realizzati dal 2014 fino al 2029: le emissioni al tubo, la potenza del motore e la diluizione dell’olio.
NIENTE RIPENSAMENTI SULL’ELETTRICO
Gli e-fuel potrebbero venire utilizzati potenzialmente su 28 milioni di veicoli Stellantis, e permetterebbero di ridurre le emissioni di CO2 in Europa di 400 milioni di tonnellate dal 2025 al 2050. L’azienda ha specificato di non voler rivedere il suo obiettivo sulla mobilità elettrica: entro il 2030, dunque, tutte le nuove automobili che venderà in Europa saranno elettriche a batteria. Le due tecnologie, dunque, non sono in competizione.
CARBURANTI PER TUTTI O SOLO PER RICCHI?
Secondo Stellantis, gli e-fuel possono rappresentare una “opzione facile e abbordabile” per la decarbonizzazione dei veicoli dotati di motore a combustione interna, che non spariranno dalle strade nel 2035. Almeno attualmente, però, la loro produzione ha un costo molto elevato, e proprio per questo sono stati definiti dei carburanti “per ricchi”.
Sembra infatti che gli e-fuel saranno verranno utilizzati principalmente nelle automobili di lusso. La casa che sta puntando maggiormente su questi combustibili è appunto Porsche, che ha investito nel primo impianto commerciale per la loro produzione: aperto in Cile nel 2021, punta a un output 550 milioni di litri all’anno. Porsche è scettica verso la tecnologia elettrica perché pensa che la batteria causerà un aumento del peso delle sue vetture, incidendo negativamente sulle prestazioni.
Gli altri due produttori automobilistici che hanno mostrato un certo interesse per gli e-fuel sono BMW, tedesca, e Mazda, giapponese.
MA L’ITALIA POTRÀ SFRUTTARE GLI E-FUEL?
In Italia non esiste al momento una produzione di e-fuel. Ma se anche quest’industria dovesse svilupparsi, come assicura il governo di Giorgia Meloni, difficilmente poi la filiera automobilistica nazionale riuscirebbe a sfruttarli.
Secondo il giornalista Paolo Bricco, infatti, in Italia “non abbiamo più un costruttore nazionale” di automobili, com’era un tempo la FIAT, perché con Stellantis “ormai è tutto francese”: “non soltanto nell’equity ma anche nelle decisioni, nel management, nelle grandi strategie”, ha spiegato, “è tutto comandato dalla Francia”.