Il nuovo anno non inizia nel migliore dei modi per il Bitcoin: la moneta continua a perdere valore
Il 2018 è già un brutto anno per il Bitcoin. La moneta virtuale, infatti, ha salutato il nuovo anno scendendo alle 17:00 di lunedì a New York a 13,624,56 dollari, come scrive Bloomberg, in calo del 4,8% rispetto a venerdì. E in calo anche rispetto ai 14.156 dollari di domenica, secondo i dati di coinmarketcap.com, che tiene traccia dei prezzi giornalieri.
Sembra non andare meglio nemmeno oggi. La criptomoneta continua ad oscillare nelle contrattazioni di oggi, con una tendenza al ribasso.

Proprio questa grande performance ha portato la moneta virtuale a debuttare a Wall Street sotto forma di contratti futures.
I prossimi mesi saranno decisivi. O questa forte correzione dei prezzi fungerà da catalizzatore per espandere quello che, fino ad ora, è stato un coinvolgimento istituzionale piuttosto limitato in questo mercato o tutto si dissolverà in una bolla storica, di grandissime dimensioni. Se il crollo del valore servirà a scuotere l’eccessiva esuberanza irrazionale che ha guidato la corsa del bitcoin, incoraggiando l’ingresso di investitori istituzionali e lo sviluppo di nuovi prodotti di mercato, allora la moneta svilupperebbe radici profonde e solide che porterebbero anche ad una importante risposta normativa.
Intanto, ad entrare nel dibattito sono anche le autorità religiose musulmane, che considerano i profitti realizzati tramite bitcoin illegittimi. Il muftì egiziano Magdy Ashour ha addirittura emesso una fatwa per proibire l’utilizzo di uno strumento “utilizzato direttamente per finanziare terroristi”, come ha spiegato il giornale Egypt Today. Per il muftì anche la stessa concezione della criptomoneta contraddice i precetti dell’Islam, perché transazioni che coinvolgono i bitcoin non hanno regole prestabilite da un contratto e possono venire assimilati ai “profitti eccessivi” tipici dell’usura, proibita dal diritto civile islamico.
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