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Tutti gli accordi sul gas dell’Iraq con Total e la cinese Sinopec

L'Iraq ha avviato una serie di sinergie con Total e Sinopec per conseguire l'autosufficienza nel gas. Tutti i dettagli. L'articolo di Giuseppe Gagliano

Mentre in Occidente imperversano la furia iconoclasta della decrescita, gli scenari apocalittici di Greta Thunberg, la domanda di elettricità ha indotto l’Iraq ad avviare una serie di sinergie ampie e articolate con alcune delle principali multinazionali petrolifere per conseguire l’autosufficienza della produzione di gas con lo scopo di poter garantire il funzionamento delle proprie centrali elettriche. Infatti l’elettricità non viene alimentata dai dibattiti intellettuali…

GLI ACCORDI CON TOTAL

Il primo contratto siglato tra il ministero del petrolio per lo sviluppo del giacimento di Abu Gharb sarà in grado di produrre 100.000 barili di petrolio e oltre 20 milioni di piedi cubi di gas al giorno sarà posta in essere con la Total . Nonostante il fatto che l’Iraq sia il secondo maggiore produttore tra i membri dell’OPEC, l’Iraq importa circa 50 milioni di piedi cubi di gas al giorno dall’Iran e soprattutto per poter generare una quantità sufficiente di megawatt di elettricità (stiamo parlando di circa 3000 MW di elettricità), produzione questa che comporta una spesa di circa 2 miliardi di dollari all’anno.
Naturalmente questo progetto è l’attuazione del memorandum di intesa che fu stipulato nel gennaio del 21 e che nel marzo dello stesso anno ha preso forma in un ampio pacchetto di progetti.

IL PETROLIO IRACHENO DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Sotto il profilo storico è opportuno ricordare, seppure brevemente, che le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale chiesero e ottennero la partecipazione allo sfruttamento del petrolio iracheno. Nel 1928 le concessioni di sfruttamento vennero spartite tra la Royal Dutch, l’Anglo Persian, la francese Compagnie Française e l’americana Near East Development Company. Il coinvolgimento americano allo sfruttamento delle riserve petrolifere mediorentali era un atto dovuto. Da un lato rappresentava il prezzo per l’intervento americano nella prima guerra mondiale a fianco degli inglesi. Dall’altro rafforzava la posizione occidentale nel controllo dell’area mediorientale politicamente instabile e ostile alla presenza straniera.

GLI ACCORDI CON SINOPEC (CINA)

Il secondo contratto dovrebbe essere firmato con la cinese Sinopec con lo scopo di sviluppare il giacimento di gas di Mansuriya, nella provincia di Diyala, che potrebbe essere in grado di aggiungere circa 300 milioni di piedi cubi di gas alla produzione nazionale.
Credo sia pleonastico osservare il ruolo centrale che le riserve petrolifere di gas e petrolio iracheno, e più in generale mediorientale, giocano per la Cina (e non solo, ovviamente), soprattutto visto il suo aumento di fabbisogno energetico sia in ambito civile che in ambito militare. Difficile negare che sono stati i cinesi a trarre il maggior beneficio dalle riserve petrolifere irachene a conclusione della guerra con l’Iraq. E ciò certamente costituisce uno degli inattesi sviluppi della guerra in Iraq. Diciamo pure un epilogo paradossale.
Infatti, la fine delle sanzioni internazionali contro l’Iraq ha consentito alla Cina di investire in Iraq circa 2 miliardi di dollari all’anno. Inoltre non dimentichiamoci che le scelte di politica energetica sono direttamente gestite dallo Stato, cioè le multinazionali petrolifere cinesi sono aziende di Stato, al contrario di quelle inglesi e americane.
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