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Ecco come navigherà Fincantieri-Naval dopo gli abbracci di Napoli fra Macron e Conte

Tutti i dettagli sul dossier Fincantieri-Naval al vertice di Napoli fra Macron e Conte.

“Firmato a Napoli accordo industriale con un’azienda francese spesso rivelatasi nostra spietata concorrente”.

Così ha commentato su Facebook l’analista esperto di geopolitica Germano Dottori.

Ma che cosa è successo a Napoli sul dossier Naviris al vertice Italia-Francia?

COME E’ ANDATO SU FINCANTIERI E NAVAL L’INCONTRO ITALIA-FRANCIA

Nel settore navale Italia e Francia hanno firmato ieri un “accordo che sancisce il sostegno dei due Stati per la joint venture Naviris creata da Naval Group e Fincantieri” che “concretizza il progetto avviato al precedente vertice di Lione. Questa alleanza consentirà di coordinare le strategie industriali internazionali, con la definizione comune di un portafoglio di opportunità di esportazione”. E’ quanto si
legge nella dichiarazione finale congiunta del vertice Italia-Francia di Napoli.

L’INCONTRO TRA MINISTRI DELLA DIFESA

L’accordo intergovernativo, siglato ieri a Napoli dai due ministri della Difesa, Lorenzo Guerini e Florence Parly, appone il sigillo definitivo all’alleanza italo-francese nelle navi militari tratteggiata fin dal vertice intergovernativo di Lione del settembre 2017.

CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE 24 ORE SUL DOSSIER FINCANTIERI-NAVAL

Un asse, sfociato nella joint venture paritetica Naviris, operativa da metà gennaio, che per gli amministratori delegati di Fincantieri e Naval Group, Giuseppe Bono e Hervé Guillou, presenti ieri alla cerimonia di firma, “costituisce il miglior viatico per dar forza a quel consolidamento del settore navale europeo considerato da entrambi l’unica risposta possibile per preservare l’industria del Vecchio Continente”, secondo il Sole 24 Ore: “Non a caso la joint venture, che ieri ha incassato l’ulteriore sostegno dai governi, rappresenta il veicolo comune per preparare congiuntamente offerte per i programmi binazionali (come l’ammodernamento di mezza vita delle fregate franco-italiane della classe Orizzonte) e soprattutto per coordinare le strategie industriali internazionali con la definizione congiunta di un portafoglio di opportunità di esportazione”.

DI SEGUITO UN ESTRATTO DELL’ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SUL DOSSIER NAVIRIS:

Insomma, la strada è lunga e ambiziosa e Bono e Guillou (che, a fine marzo, lascerà il timone di Naval Group a Pierre Pommellet, attuale direttore generale di Thales, ieri al suo fianco) sono consapevoli di quanto il supporto dei due Paesi sia cruciale.

«Siamo lieti – è il messaggio fissato nella nota congiunta – di poter contare sul sostegno dei governi italiano e francese, insieme alle Marine dei nostri due Paesi, per portare avanti la nostra missione in modo efficace». Una missione che ha l’ambizione di guardare oltre e di far sì che Naviris diventi il banco di prova per la costruzione di quel “campione europeo dei mari” di cui i ceo sono convinti sostenitori. Ecco perché, nel comunicato diffuso dai due gruppi, si ribadisce che entrambi sono aperti ad allargare la cooperazione ad altri partner europei «al fine di rendere l’industria navale europea leader mondiale per performance di prodotto e innovazione tecnologica».

Le possibili nozze nel civile – con il tentativo di Fincantieri di rilevare la maggioranza degli Chantiers de l’Atlantique – sono ferme, come noto, sul tavolo dell’Antitrust Ue. Ma ieri il dossier ha fatto capolino nel bilaterale con il ceo Bono che ha caldeggiato l’operazione prima con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e poi anche con il premier, Giuseppe Conte, al termine della conferenza stampa congiunta. «Stiamo lavorando per voi», è stata la rassicurazione del presidente del Consiglio e il ceo ha sottolineato che continuerà a lavorare per il Paese e per Fincantieri. E, intanto, il gruppo con Naval procede spedito nella cooperazione sulle navi militari e il confronto in corso per la futura corvetta europea, con Naviris al centro del progetto, sta già portando al coinvolgimento di altri Stati come Grecia e Spagna. Un primo segnale, dunque, verso quel percorso di integrazione europea giudicato da entrambi i top manager come ineludibile.

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